RE NUDO - Anno VIII - n. 51 - marzo 1977
RE NUDO/60 re... fratelli e sorelle si stanno racco– gliendo insieme ... quello che noi vo– gliamo è che tu senta tutto il tuo amo– re... tu sei libero ... tu sei libero ... «Ho sempre vissuto questa canzone come un puro canto d'amore, con un cre– scendo molto sensuale e magico che mi ha procurato infiniti attimi di con– tatto con i corpi dei miei amanti e illu– minazioni di soave bellezza. Segnalo ancora «Sea of lmmortality», di gran– de coralità e cosmica energia che ben riproduce lo spirito di ciò che erano i Quintessence in quel periodo. Purtroppo le cose non andarono come alla lsland avevano previsto.· Il gruppo ebbe si un certo seguito ed una miriade di fans che li seguivano ovunque ... ma erano sempre le stes– se persone: era, per cosi dire, nato un gruppo per iniziati. A me fu subito chiar-0 che a livello di massa non sa– rebbero andati più in là di tanto. Ma fecero un altro disco «In Blissfull Company», dove invece di cercare un aggancio più generale, un linguaggio musicale più accattivante, continua– rono se possibile ancora più immersi nel loro segno, la strada intrapresa dalla loro ricerca spi rituale. Il fatto di essere uno dei gruppi preferiti dal movement, invitati a tutte le occasioni di «OZ»a, tutte le sagre di Nottig Hill Gate (il quartiere degli sballati), non ~alse loro a farli uscire dalla cerchia dei fedelissimi. Anzi, ai loro amici fu dedicato appunto uno dei più bei bra– ·ni del secondo album «Notting Hill Gate», una canzone d'amore per il quartiere e i suoi colorati' abitanti (c'era Portobello, c'era il «Ceres Shop»...la redazione di «IT» ...quella di «FRENDZ» ... c'era il ristorantino di «Guru Nanak» e un po' tutta la vita poetica & politica della capitale. Il se– condo album era stato preparato con un grande qispendio di mezzi: coper– tina lussuosissima, dentro fogli e fo– gli con foto e disegni e testi, interes– sànti (e costose) soluzioni grafiche ... per far fare loro il famoso «balzo com– merciale». Non funzionò, per fortuna. I Quintessence continuarono ad es– sere un gruppo «per la solita gente»... «Lavoce di 'Shiva' (quasi tutti si erano ribattezzati con nomi indiani) era sempre più bella, sempre più calda e sapiente (come pura qualità una delle più belle in assoluto della scena euro– pea... ) ma non gridava, non graffiava, non solleticava la superficie dei sen– si, unico mezzo per farsi recepire dal– le miriadi di gruppi che intanto si co– struivano un impero e il jet foderato di pelli di leopardo ... Cazzo, i Quintes– sence erano pure vegetariani... ma come si fa! Per tre anni rappresenta– rono il momento magico di quasi tutti gli incontri dell'underground ingle– se ... poi le cose cominciarono vera– mente ad andare male: si conoscono i limiti del cosiddetto circuito alterna– tivo: non gira mai una lira. Gli stru– menti costano un pacco di soldi e i furgoni per spostarsi pure, e a questo non c'è alternativa ... mettici pure che anche i mistici mangiano e magari ci hanno anche la famiglia ... ci hanno. A nulla servi il pur bellissimo terzo al– bum «Dive Deep», dedicato alla · «Grande Madre dell'Universo». Pur fatto in povertà l'album era registrato e missato a livelli eccezionali; poiché i tecnici del giro, per Raja Ram & C. si offrivano anche gratis. La copertina si illuminava di un altro coloratissimo mandala e il contenuto raggiunse for– se il punto massimo dell'espressione musicale dei Quintessence. Poche migliaia di Copie vendute furono an– cora una volta il destino del gruppo. A Londra furoreggiava Mare Bolan e gli Slade (roba da mettersi a piangere) ... In Italia bastava che Mammone por– tasse i Jethro Tull per fare 18.000 persone al palasport di Roma... oppu– re (poiché di autoriduzione ancora non si parlava) gli Who per riempire qualunque sala d'Italia e imbarcare alla fine di una tournée di due setfi– mane un minimo di ottanta-novanta milioni. .. (di utile). I Quintessence, or– mai ridotti al lumicino, abbandonati anche da Shiva, il cantante, che si era stufato di fare la fame e che stava mettendo su un gruppo un po' più «easy»... di più facile ccincontratura» col pubblico ... mollati pure da Maha Deve, la prima chitarra, anche lui per altri lidi e più lucrosi. .. i Quintessence dicevo vennero in Italia portati da un ragazzotto, un manager dal volto umano che si sarebbe accontentato di non rimettersi: centocinquanta persone a Padova... 450 al Piper di Roma... Trecento circa al Mediterra– neo di Napoli e cosi via... La tourneè fu un disastro. Non per me che viag– giai dieci giorni su due scassatissimi pulmini assieme a Raja Ram, Sham– bu, Allan scambiando storie di fate e di viaggi in India sognati nel buio di piccole stanze in provin_cia, con Raja che rideva e sfotteva «Quelli che vo– gliono andare in India per trovarsi un guru ... » Diceva che tu stesso sei il tuo guru e che l'India è dappertutto, un luogo della tua mente, ovunque tu sei. .. Pensare adesso a quando Raya rideva di sé, del buddismo, dei misti– ci. .. quando rideva di me che lo trat– tavo all'inizio con la deferenza che ti ispira un profeta e lui rideva in questa maniera fragorosa, totale, del saggio che ride di tutto perché ha tutto com– preso... Pensare adesso alle sue atroci battute, un po' per risollevare il morale della tourneè, che stava an– dando proprio male, un po' per demi– stificarsi agli occhi di tutti. .. E pensa– re adesso all'anno dopo, appena tre anni fa, quando girando per Portobel– lo vedo Shambu alla bancherella (sta– vo per dire al basso) che vendeva ma– glioni usati a millecinquecento lire l'uno. Ne compro uno senza chiedere nulla: è tutto cosi chiaro, porcodio ... anche se poi saprò da Raja che non hanno più nemmeno gli strumenti e l'amplificazione, perché in tutti questi anni non erano nemmeno riusciti a fi– nire di pagarli, perciò le case se li era– no ripresi e i Quintessence non erano più, non erano mai stati. .. finiti anche loro con la «Londra Underground». Fi– nito OZ, finito Frendz, finito IT e le let– ture di poesia all'Arts Lab... finite le Brigate Arrabbiate... Molti in realtà erano arrivati dal Nuovo Mondo, l'Au– stralia ... e come Richard NeviIle o Al– lan e molti altri vi erano tornati. Sham– bù sembrava felice. lo ero disperato. Ero \(enuto a Londra inviato dal «Grande Giornale» per il concerto di Alice Cooper ... ma segretamente vo– levo rivedere i miei amici, sentire an– cora una volta il flauto magico di Raja Ram... Se vuoi sentirlo, disse Sham– bu, puoi andare in campagna, dove va lui dal giovedf alla domenica, a medi– tare e a coltivare la terra ... La sera at– torno al fuoco pregano, cantano dei mantra e Raja naturalmente suona .. . Sai, forse suona meglio adesso ... ». concluse Shambu. Via me ne andai col maglione da una sterlina a vedere Alice Cooper, finito anche lui tra le spire dello «show-bizzinnezz». Una merda. E fu a quel tempo, per una cri– si che non vi saprei ancora oggi spie– gare, ma che prese forma mentre camminavo verso la casa di Raja Ram, che decisi che non avrei mai più scritto di musica, che sarei uscito dal giro ... Addio Ciao 2001. Evidentemente la morale di tutto que– sto viaggio dei Quintessence è che la Musica non può viaggiare attraverso i canali dello «stars sistem» e del «mer- cato discografico» ...I Quintessence ci avevano provato ... norì fa niente ... non hanno mica smesso di suonare, se è vero, come dice Shambu che adesso, quando si incontrano davanti al fuoco ... suonano molto meglio. c.s.
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