RE NUDO - Anno VIII - n. 51 - marzo 1977

THE SONG REMAINS THE SAME di Peter Clifton e Joe Massot con i Led Zeppelin Dunque, il film ,comincia così: si vede Robert Plant, con tutti i s•uoi riccioli d'oro (che scuote •con mosse languide della testa, ogni 5 secondi per tutta la dura– ta del film) seduto sulla riva di un ruscello. Vicino a lui c'è una ragazza carina, al punto giusto, composta. Entrambi guardano sor– ridendo due bambini nudi e bion– dissimi che giocano con l'acqua e subito viene da pensare: «per– bacco! questi Led Zeppelin come sono ippies». Poi si vede J. Paul Jones in una casa intento a rac– contare favole ad altri bambini lentigginosi e sorridenti, mentre una ragazza prepara da mangiare, sorridendo. Come a Carosello, il sorriso è di rigore. Arriva l'annuncio dell'inizio della tourneé, per posta (il regista avrà pensato: loro sono ippies; mica possono avere il telefono) ed ecco i Led Zepelin strappati alle loro case e famiglie, scende– re dall'aereo a New York: quì c'è la polizia, casino, fotografi, ecc. Di corsa (stile Beatles anni '60) si infilano su enormi Cadillac ne– re, con i vetri affumicati. Inizia il concerto, la musica la si può giudicare anche dai dischi, non è di questo che vogliamo parlare ma di quello che si vede: sia R. Plant che J. Page si muo– vono esattamente come devono muoversi un cantante pop-star e un chitarrista pop-star ogni ge– sto, ogni espressione é stereoti– pata, si ha l'impressione che la casa discografica abbia ingaggia– to qualcunp per studiare le mos– se dei due (J. Bonham e J. Jones non si vedono quasi mai). Ogni tanto si vedono dei pezzi di film, (con protagonista, a turno, uno dei quattro) che vorrebbero esse– re l'interpretazione visiva della loro musica, e anche quì noia e stereotipi; R. Plant, per esempio, fa ·il cavaliere medioevale che salva una giovane fanciulla dai brutti e cattivi. ln~omma questo film non è altro che una operazione commerciale e pubblicitaria della casa disco- RE NUD0/51 grafica, in ogni sequenza si sen– te pesante l'odore del-la plastica, di finto, di costruito, non c'è una briciola di spontaneità. Vengono usati -molti effetti cinematografi– ci spettacolari, ma é assoluta– mente privo del minimo contenu– to. Insomma Lin film che annoia e non dà proprio niente, neanche divertimento, né sballo. L'AGNESE VA A MORIRE di G. Monta/do con Ingrid Thulin Passato quasi inosservato ·in pri– ma visione l'Agnese va a morire è l'ultimo film di Giuliano Mon– taldo, l'autore di «Sacco e Van– zetti » e «Giordano Bruno» tra i ,più rigorosi film del cinema de– mocratico italiano. La storia si svolge nell'Emilia della resistenza contadina, dove Agnese, moglie di un anziano di– rigente del partito comunista clandestino sostituisce nella lot– ta il marito quando questi viene, 1 causa di una delazione, improv– visamente deportato in Germa– nia.

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