RE NUDO - Anno VIII - n. 51 - marzo 1977

RE NUDO/30 Quando stiamo insieme e ci tocchiamo e ci sentiamo e ci parl'iamo e litighiamo e lottiamo ... siamo vivi! lettera di Marina del Circolo di via Ciovassino ai suoi compagni Cari compagni, questa non vuole essere una lettera e tanto meno una bellissima lettera. E' solo un momento, una situazione, una sto– ria o come cazzo vogliamo chia– marla. È una menata di dolore ma anche di gioia, di dolore perchè è morto Giulio ( ormai da parecchi giorni ma oggi, forse, ci ho pensato più del solito) perchè ho litigato «violentemente» con Giancarlo senza far l'amore con lui, perchè in questa dannatissima casa non ce la faccio più ( non c'è spazio vitale per leggere, scrivere, lavorare, gio– care, mangiare qualcosa di un po' buono, gridare gridare gridare, ri– dere e neppure per masturbarsi, in– somma, non c'è un posto dove ci si possa sbattere i propri cazzi con un poco di tranquillità). È una menata di gioia perchè vi E poi domani sarà un giorno im– portante, sarà. finalmente un'altra comunissima giornata, un volgare lunedì 27 dicembre senza nessuna ricorrenza nazionale ( schifo ) o re– ligiosa ( e pure schifo ) . Domani sa– rà finalmente un normale ciclo so– lare dopo il Natale e Santo Stefano ( festa una più cazzona dell'altra, poi sul Natale e sull'uso che ne hanno fatto alcuni per fregare tutti gli altri ci sarebbe da parlare a lun– go) e poi il diritto al dono, non perchè 197 6 anni fa è nato qualcu– no ( in quella fantomatica notte del 25 dicembre chissà quanti altri bambini più o meno noti sono nati in una mangiatoia ... ) ma perchè, davvero, io e te e lui e lei e tutti ci vogliamo un gran bene che è fatto anche di scazzi. sto scrivendo, perchè venerdi sera avevo del fumo e l'ho preso con ··.– Vittorio e Daniele che sono due persone a cui voglio un casino di bene e poi ci ha preso un sacco be- Donare è un rito bellissimo. È un po' come rollare quando stai già molto felice, quando hat voglia di scrivere come scrivo io ora. A parte il fatto che questa mia è piena di parentesi. Forse io sono una parentesi oppure questi mo– menti che vivo lo sono. Scrivo tut– ta storta. In questo periodo mi sembra di fare tante tante tante co– se che però non mi soffocano per– chè sono anch'esse un «momento libero». In questo momento me la meno un casino su cos'è l' AMORE: di una cosa sono già sicura. Non è ciò che dice la psicologia ( ma for– se è qualcosa altre che lo dice) e cioé l'amore con la A maiuscola ( ma che cazzo c'entra poi o è l' amore o non è piuttosto) dovrebbe ne e così continuavamo ad accarez– zarci ed è stato veramente bello, perchè ho voglia di tutto; perchè ho se~pre qualcosa da fare; perchè vi amo ma sempre in modo diver- so, perchè Mario è abbronzato a Natale, perchè Stefàn è «piaciocco– ne» e fotogenico, perchè Giorgino mi ama tanto ma con me non sco– perebbe mai, perché Claudio è il ii– glio di Marco P. e di Adele F.; perché la Lella ha gli occhi mongo- li e le lentiggini e sempre un letto caldo quando ~a svegli all'alba. un giro a Milano, così ho fatto delle cose diverse e sto bene. Mario: Ma il pericolo è che di– venti veramente. un ghetto. Come è il bar per la maggioranza. Maurizio: Di ghetto pari i proprio tu che ti rinchiudi nella coppia e hai bisogno di andare di qua e di là per gestirtela. .. Simone: Figurati che sei dovuto andare in· Francia perché tutti riuscissero a conoscere per la prima volta la tua ragazza in un giorno, dopo diecimila giorni pas– sati da voi sempre in coppia al circolo. Antonietta: lo non ero mai riusci– ta a conoscere Antonia quanto I' ho conosciuta nei giorni in cui non c'era lui ... Simone: Per me il rapporto con voi e con tutti gli altri è comple– to, capisci. Dal momento in cui sparite voi, io mi sparo ... stai pur certo. Tu dirai che è sbagliato, ma io nel resto della società ci essere un insieme di stima ( chissà che cosa significa) , comunione di idee, attrazione sessuale, gelosia, qualcosa che arriva persino al desi– derio di annientare l'altro (Notare Bene «l'Altro» e non è «gli altri», poichè qui è di coppia che si parla) per farlo proprio. E già, perchè poi c'è il possesso, ingrediente base per il miscuglio ( insieme sopracitato). Però a questo punto ci sarebbe tut– ta la mia non lettera da rifare vi– sto che non ho fatto la rivoluzione. No. No .. No!! qui mi sa che tendo proprio a «misticizzare» la realtà, a volerla applicare a queila che è solo la proiezione irreale di un mo– mento. Mamma mia ( o cieeelo, co– nie direbbe Mimmo ) come sto di– ventando difficile, non è che vi sot– tovaluti, è piuttosto che anch'io comincio a non capirci più niente. Bisogna cominciare a «realizzare». La pratica, la disponibilità affettiva a fare certe determinate cose. Mim– mo e Franco, vi ricordate di quel pomeriggio che eravamo a letto in– sieme e a chi entrava nella camera sto male. Se entro al Bar Gino e sento parlare di donne, di sport, ecc. sto male. Allora esco, cazzo. E costruisco qualcosa con voi. Fifo: Il problema è proprio il rap– porto con l'esterno. li circolo è apertissimo a tutti, ma spesso viene della gente nuova, ci sta un po', poi va via e non la vedi mai più. Mario: Se ne vanno perché tu non gli dai niente. Marcello: Non gli dai niente per-

RkJQdWJsaXNoZXIy