RE NUDO - Anno VII - n. 49-50 - gennaio-febbrario 1977
Quello che più colpisce è quanto nel modo di cantare di Jarreau si sentano influen– ze varie, nette, riconoscibili, di bianchi come Elton John (ma lo si sente nella canzone di James Taylor) dello stesso Taylor, e neri come Diana Ross (perché no?), Marvin Gaye, Otis Redding, mante– nendo sempre una identità chiara e leggibile. Una grossa personalità voca– le arrivata al grande pubblico in un momento in cui la sua maturazione artistica è già compiuta e sviluppata in modo organico e completo. La prima facciata è chiusa da un brano esclusivamente vo– cale che evidenzia la grande duttilità di questa voce, una volta di più. Ottimo disco di musica leggera, veramente ottimo. (M.V.) ~AZZ The Miles Davis quintet: «ASCENSEUR POUR L'ECHAFAUD». Arte Blakey and the Messen– gers: «DES FEMMES DISPA– RAISSENT». Stanno uscendo un pacco di etichette, di collane di jazz in– teressanti e a buon prezzo: segnalo «Fontana Special» con almeno un paio di titoli «storici»: «Louis Armstrong & Sidney Bechet». Vale a dire la «tromba più famosa della sto– ria del jazz» e il sax soprano francesizzato che qui trovia– mo con la «Dutch Swing Colle– ge Band»... e quando si dice «swing»... si intende proprio swing! Una raccolta di titoli per farsi una idea di cos'erano gli «Hot Five» o gli «Hot Se– ven»...cioè i primi veri giganti del jazz... Ancora per Fontana Special «Clifford Brown e Mac Roach»...mentre la Pablo pro– pone «Oscar Peterson & Roy Eldridge» ... «Count Basie» ar– rangiato da «Bill Holman» e ancora «Zoot Sims»... Tutto a prezzi inferiori alla «mediana– zionale di sfruttamento disco– grafico» ... · .' E dulcis in fundo Miles Davis col capello corto la camicia bianca, l'aria del bravo ragaz– zo ecc. ecc. Nell'altra facciata Art Blakey e i Messengers. Siamo negli anni cinquanta, molti degli attuali fans di Miles non erano ancora nati e lui era già una leggenda: suonava in quegli anni con John Coltrane o indifferentemente con Ar– mstrong o con Kenny Klarke, lasciando al suo passaggio una striscia inconfondibile, un modo di urlare e•di piange– re dentro la tromba che avreb– be seminato di lì a pochi anni il «new thing» ...la cosa nuova, il più ricco movimento artisti– co d'impronta afro-americana di questi vent'anni... dove· avrebbero trovato posto Or– nette Coleman, Don Cherry, Ceci I Taylor ... e perfino Gato... e poeti come Le Roy Jones o «enterteiner» come Dick Gregory»... Conoscevo già i brani di questo disco per aver visto il bel film di Louis Malie (1957) «Ascensore per il patibolo» ...Pur se Miles, che a quel tempo lavorava al Cafè Boemia nel Greenwich Villa– ge... non potè andare in Fran– cia con i suoi musicisti e do– vette accontentarsi di tre mu– sicisti francesi, come accom– pagnamento, il fatto di attri– buirsi la parte del leone e di cadenzare il tutto con la batte– ria del fantastico Kenny Klar– ke... dette vita ad una colonna sonora memorabile. Riascol– tarla adesso dopo vent'anni equivale ad una folgorazione: c'è una tale limpidezza ... uno stile cosi asciutto e moderno, che esprime una tensione ed una disperazione cosi attua– li. .. un malessere cosi univer– sale ... (C.S.) "School Days" Stanley Cla 1 rke Demperor A me Stanley Clarke piace molto; i suoi dischi sono tra i migliori di una nuova genera– zione del cosidetto rock jazz, elettrico e moderno, facile e divertente. Mi dicono che di Journy To Love, suo penulti– mo album abbia venduto in Italia 1250 copie, una cifra irrisoria, quasi ridicola. I discografici (tutti) dicono che queste cose non vendo– no, che è inutile darsi da fare per farle conoscere. La mia opinione è che questi prodot– ti di qualità superiore alla media non vendano perchè la distribuzione non fa nulla per farli circolare, preferendo di gran lunga andare su prodot– ti già sicuri in partenza, già venduti al momento in cui vengono concepiti e realizza– ti. Comunque quarto album solo di Clarke, dopo un mediocre «Children of Forever» recen– temente ristampato dalla Pol– ydor, Stanley Clarke e Jour– ney To Love. Giorni di scuola è un titolo rock and roll, tipi– co per gli USA, significativo di una produzione di massa, popolare e al titolo corrispon– dente la realtà. Il modo di scrivere musica di Clarke continua nella sua linea tipi– ca con lunghe frasi che sal– gono per risolversi in larghe aperture; tessuto ritmico im- RE NUD0/61 pareggiabile. Questa è una faccia, quella buona; l'altra, che aveva nel concerto per jazzrock orche– stra di Journey to love, pom– posa e classicheggiante l'esempio più deleterio, con– tinua con un approccio di inutili barocchismi e prezio– sissimi, con la volontà di dare una patina di dotto al la– voro che guasta notevolmen– te l'ispirazione generale, di base molto leggera e diver– tente in modo sano e non mi– stificato. Una prima facciata tutta go– dibile, un lezioso pezzo acu– stico con Corea e McLau– ghlin a aprire la seconda. I giorni di scuola hanno due aspetti; uno di ricreazione e l'altro scolastico, pedante quasi. La speranza è che Clarke si dedichi completamente al di– vertimento, perchè in quella chiave è insuperabile, uno dei pochi musicisti che fac– cia una musica riconducibile allo spirito elettrico del rock debitamente rivisto alla luce delle esperienze tirate e ipe– relettriche degli anni '70. (M.V.) Campa cavallo che l'erba cresce di Luca Gerosa storia, cucina e coltura della cana– pa Edizioni Re Nudo pag. 180 L. 3. 500 Lo potete trovare in tutte le librerie oppure richiederlo in Via Pastorelli 12 al prezzo di L. 2.800 + L. 500 di spedizione
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy