RE NUDO - Anno VII - n. 49-50 - gennaio-febbrario 1977

RE NUDO/50 LIBRAZIONE CINESS SE VOI 8.APESTE.., ~~~~ Li Yizhe Cinesi, se voi sapeste ... Ed. Feltrinelli - L. 1.500 «Cinesi, sei voi sapeste l'aria che si respirava quando trion– fava il sistema di Lin Piao! (Lin Piao, è meglio ricordarlo, è stato l'inventore dei libretti rossi e del culto della perso– nalità in Cina. n.d.r.) Bisognava, «giorno dopo gior– no, senza· tregua, studiare». Ma studiare cosa? Recitare il rosario, ripetere sempre lo stesso catechismo. Doveva– mo «riunirci per studiare e ap– plicare». Ma applicare che cosa? Ci consumavamo in se– dute sempre più ipocrite. Quello che c'incoraggiava era «l'espressione della propria lealtà». Bell'incoraggiamento all'opportunismo politico! E non dimentichiamo la liturgia ininterrotta e permanente: preghiera del mattino, con– fessione della sera, riunioni, raduni, e tutto, anche andare a far una telefonata o far le spesa, tutto era laccato di densa salsa religiosa che mandava un forte odore di dio.» Quante illusioni crollano con questo brano tratto da un'enorme dazebao (77 car– telli) scritto nel '7 4 da tre guardie rosse (del '68). Ap– profittando della campagna contro Lin Piao, che era mor– to, i tre redivivi vuotano il sac– co sullo stato di illegale sog- gezione in cui sono tenuti operai e contadini da parte della burocrazia politica. La loro analisi della situazione è questa: il socialismo cinese è il parto prematuro di una so– cietà semifeudale e semicolo– niale, che porta le tracce ideologiche di duemila e più anni di dominio assoluto. La tara di questa lunghissima dittatura grava pesantemente sulla coscienza delle masse e dei membri del partito comu– nista. Le tradizioni forgiate da millenni di storia ingombrano con tenacia l'ideologia, la cul– tura, l'insegnamento e la leg– ge. Questo feudalesimo e questo patriarcato sono alla base della struttura di perso– nalità di tutto uno strato di di– rigenti, che di conseguenz·a si concede privilegi di casta e abusa dei poteri. Da parte loro le masse non usano a suffi– cienza del loro diritto demo– cratico, non si fanno valere, sono ancora succubi. Per cui tra i nuovi mandarini si ha «l'impiego abusivo e incon– trollato dei beni sociali, il lus– so scandaloso, i privilegi ere– ditari in ricchezza e poteri ... L'arte' e la cultura, la sistema– zione in città, l'accesso all'università, la formazione dei successori in incarichi im– portanti, tutti questi sono luo– ghi sacri dove l'onnipotenza dei privilegi può fare la sua apparizione. E il dazebao cosi continua: «L'essenza delle forme nuove di proprietà di questa borghe– sia non è altro che la trasfor– mazione di beni pubblici in beni privati». Mica male come analisi di classe di un paese che ci è stato proposto per tanti anni come un esempio di realizza– zione avanzata del sociali– smo! «Capita frequentemente che certi dirigenti accumulino i favori che il Partito accorda loro, li trasformino in privilegi economici, politici e li esten- dano illimitatamente alla pro– pria parentela, ai propri amici; arrivano perfino al traffico di questi privilegi. Ma c'è di più: giungono a reprimere tutti co– loro che li contestano, li priva– no illegalmente dei loro diritti politici e li rovinano anche sul piano economico.» E conclude: «Oggettivamente questo stato di privilegiati esi– ste, esso è il prodotto delle condizioni economiche e so– ciali dei'la Cina, e questo indi– pendentemente dalla volontà degli uomini. Staremo a guardare senza far niente questa nuova nobiltà, questa borghesia neonata che prende corpo?» Da donna a donna p.....,.1•-~.i·– ,.,,......., • ...,,.,1;1.M,,.o;Nol, [I] Laura di Nola: Da donna a donna. (edizioni delle donne) Poesie d'amore e d'amicizia, avverte un sottotitolo al libro, di cui avevamo già pubblicato alcune poesie concesse gen– tilmente (come si suol dire) da Laura di Nola, nell'estate scorsa ... Forse il primo esem– pio «scritto» o almeno accet– tato come tale di «poesia don– na». Infatti mai la cultura (ma– schile) ci ha tramandato, in duemila anni, esempi di poe– sia donna, perché l'unico co– dice, per donne che facevano poesia, è stato sempre quello «di piacere a letterati maschi», pena l'emarginazione ... E quanta poesia donna possa essere stata emarginata, espulsa dal pianeta, dalla sua cultura, dalla sua vita lo pos– siamo soltanto immaginare facendo dei raffronti con il re- sto (e non lo sapete che anche dio è maschile?) Ora nel leg– gere queste poesie si prova come un certo imbarazzo: di– ciamo che siamo troppo «sporchi» per giudicarle, trop– po condizionati... bisogne– rebbe infilarsi in un ruscello e lavarsi via parametri millenari di «belle parole», di quartine– che-fanno-bel la-figura ... di un modo di intendere (più che sentire) le emozioni e tutto il resto che è ancora una volta maschile ... E infatti non vi è giudizio da dare se non il con– siglio di abbandonarsi alla let– tura spogliandosi il più possi– bile (sarà dura per gli attenti lettori dei Quaderni Piacentini o per gli estimatori dell'ex– voto Gruppo 63 ... ) E poi c'è una introduzione da cui riportiamo: «Affermiamo che 'malattia' (se di malattia si può parlare) non è attacca– mento alla madre, ma l'odio madre-figlia. l'invidia fra don– ne e l'incorporazione ossessi– va del pene, per sfuggire alla propria presunta inferiorità, in sostanza rimuovendo ogni possibilità di esplicare la pro– pria personalità, se non attra_– verso i desideri dell'uomo. E chiaro che la società proteg– ge, attraverso un'ingannevole comodità, una «nicchia cultu– rale» le conformiste, e colpi– sce le «devianti». Tra tutta l'ampia introduzione voglio ci– tare proprio queste poche ri– ghe perché incredibilmente l'avversione maggiore a que– ste poesie, i giudizi più super– ficiali, o più astiosi, sono ve– nuti proprio da «altre donne» ... che ho sentito addirittura par- lare in termini di «ingenuità» ... di «non-poesia»... perfino ... Come se ciò che è poesia e ciò che non lo è non sia stato scritto sempre, da sempre deciso dagli uomini. Riman– dandovi ancora una volta alla lettura pura e semplice di queste poesia-donna, una voce finalmente nuova nel

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