RE NUDO - Anno VII - n. 49-50 - gennaio-febbrario 1977
RE NUD0/26 ma lo spazio non si dà, lo spazio si prende ... Si può parlare ~i qu_estadi_– seducazione a prenderli gli spazi, eventualmente. C.S.: «Nego questa faccenda ... una volta è venuto qui a R.C.F.un colletti– vo del proletariato giovanile, credo del Tufello ... a parlare del tempo libe– ro, del lungo viaggio attraverso il tem– po libero, perché diventi TEMPO LI– BERATO... Alla fine questi compagni hanno chiesto di poter utilizzare, come Circoli del Proletariato, un'ora alla settimana qui a R.C.F. ed in altre eventuali radio per tenere i collega– menti, per parlare dei loto progetti o dei loro scazzi ... La cosa è stata fatta cadere nel silenzio, tanto è vero che questi qui non sono più tornati. ..» R.C.F.: «Anche in questa radio, come in altre, possono emergere delle ten– tazioni autoritarie, soprattutto di esclusioni nei confronti di certe real– tà, ma sta negli altri compagni della radio far emergere queste contraddi– zioni e far pagare il prezzo politico di queste decisioni a chi se ne fa cari– co... » C.S.: «Voglio la testa di Rossellini!» R.C.F.: «Sono Renzo Rossellini, e sto qui da mezz'ora con il ditino alzato chiedendo il permesso di parlare a Carlo che non mi lascia intervenire ... È vero, c'è stata una certa difficoltà nell'autogestione, cioè nel concepire gli spazi come gestione dei gruppi au– tonomi, c'è stato il tentativo, io credo legittimo, da parte dei compagni che stanno all'interno della radio di non essere dei filtri, ma degli organizzato– ri di questo tipo di lavoro: vengo ad un esempio negativo, noi avevamo aper– to nel modo più totale, con ore auto– gestite dai vari comitati di lotta, dai circoli ecc ... Dopo pochi giorni la par– tecipazione si era ridotta si e no ad una mezz'ora al giorno, così abbiamo dovuto fare i conti anche con questa realtà. Aprendo gli spazi della radio noi pensavamo che saremmo stati_ sommersi da organismi, cellule, gruppi con la necessità di esprimersi, invece abbiamo scoperto un'altra cosa: il nostro vizio borghese di cre– dere nell'assoluta importanza dei mass-media. I mass-media sono as– solutamente importanti, ma all'inter– no del sistema di dominio capitalisti– co. Non hanno nulla a che vedere con la necessità di espressione, con la creatività... Questo è un elemento fondamentale da cui bisogna partire. Il sistema, che si basa sulla cattura del consenso, crea dei meccanismi di cattura che vanno dalla trasmissione di grossa suggestione, per poi infilar– ci il messaggio condizionante, forma– tivo rispetto a quella che è la volontà del sistema. A livello popolare invece, i canali di trasmissione sono altri: esi– stono già, sono i canali della comuni– cazione e sono i canali della comuni– cazione umana, sociale, delle masse popolari. La radio è un feticcio anche nella misura in cui abbiamo creduto __ç.l:le fosse NECESSARIO e urgente dare questo strumento alle masse po– polari. In realtà no. In realtà abbiamo creato delle radio che sono delle piccole RAI, solamente che sono «li– bere», ma il fatto che siano libere non vuol dire che siano l'emanazione di– retta della necessità d'espressione di realtà sociali. Allora oggi noi dobbia– mo mantenere questi spazi, natural– mente, ma reinventarli radicalmente. Ma la reinvenzione ha bisogna di una tale capacità di dibattito, di una tale capacità di proiettarsi all'interno de– gli avvenimenti sociali che stiamo at– traversando ... che, di nuovo, ci vorrà tempo ... ». R.R.: «lo come Radio Radicale, tutto questo pessimismo non riesco a con– dividerlo. Forse perché i radicali sono più ottimisti. .. non lo so... Questi pro– blemi, compresi quelli della parteci– pazione degli ascoltatori nella nostra radio non ci sono. Noi siamo nati in Aprile più o meno ed abbiamo deciso subito che professionisti non ne vole– vamo. Al casino si è supplito con la fantasia ... poi sono arrivate le elezio– ni. .. e li c'è stata la grande intuizione a proposito di come usare questo mezzo... Abbiamo fatto 76 ore ininter– rotte di filo diretto con gli ascoltatori, parlando delle elezioni ma anche di altri problemi. .. e da lì abbiamo capito che si poteva, che era la gente che doveva parlare. Da quel momento il contributo della gente più diversa, non è più mancato ... Sarà per la strut– tura stessa del P.R. che è formato da gruppi che si autogestiscono obietti– vi, metodi e lotte, di fatto questa si– tuazione si riflette anche sulla radio, che è formata da tanti piccoli collettivi come il CARM che si occupa delle istituzioni manicomiali, ci sono i com- pagni del FRI, il collettivo degli invali– di che sta facendo una serie di tra– smissioni sulla sessualità per gli han– dicappati, che sono a mio avviso mol– to interessanti. .. Ci sono poi le com– pagne dell'MLD che occupano la vec– chia pretura in via del Governo Vec– chio e dalla radio fanno i loro appelli. .. Anche per ciò che riguarda la musica abbiamo lasciato larghi spazi agli ascoltatori, suggerendo di venire qui a farsi dei programmi, mettendo solo a disposizione un aiuto tecnico ... Adesso tutte le mattine ci sono degli ascoltatori che vengono e fanno i pro– grammi. .. Per i notiziari crediamo che i problemi siano quelli di tutti: dobbia– mo fare qualcosa che non sia il GR1, dobbiamo fare qualcosa che sia più veloce dei quotidiani, a volte ci si rie– sce, a volte no... ma in questo sappia– mo che R.C.F.è maestra. Da parte no– stra siamo molti vicini al quartiere, più che alla città ... Gli abitanti vengono loro a dirci le cose che succedono qui a Monteverde. Ma è ancora poco. lo credo che le varie radio dovrebbero essere collegate tra loro, informarsi a vicenda, scambiarsi tutto e creare così un'unica informazione alterna– tiva, un vero contro-monopolio ... arri– veremmo di fatto ad avere un livello di informazione più precisa, più sicura e più veloce di qualsiasi radio di sta– to... » R.B.: «Sono Franco, di Radio Blu ... anch'io, ho la sensazione che il «feno– meno radio alternativa» sia stato con– sumato, forse anche per l'incredibile proliferazione di emittenti. Ormai fan– no parte della vita stessa con tutti i suoi feticci consumabili in fretta ... dove ti capita la manopola, lì ascolti! Noi di fatto non conosciamo il nostro ascoltatore, perciò non potremmo nemmeno parlare di educarlo ... » R.R. 96: «Oggi non si parla più molto delle radio libere, ma chi non ne par-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy