RE NUDO - Anno VII - n. 49-50 - gennaio-febbrario 1977
RENUD0/20 Comunicato atampa MIiano, 8.12.1978 A propoelto della repreaalone poll– llNca contro I cortei .di protnta per l'•lnaUlllf8zloM dell'anno di ucrlflcl• 1-nlamo rilevare prlncl– pelmenla come la bNtlallti della repreulone per la prima volta In modo eepllclto abbia avuto l'Incita• mento unanime di tutto l'arco coatl– tuzlonale. In partlcolare denunciando come 911 eaponentl della giunta •democr■tl• ca• mll■MM col •Indaco T09noll In teata abbiano opportunamente convocato •Il vertice contro la crl– mlnallti giovami.. 24 ore prima dell'apertura della Scala,rlunlone In cui la pollzla è atata mHN aotto ■ccUN per IMfflclenz■ e per man– canza di Ylt,ore natii Interventi re– pr.. alYI. OuNta acelta polltlc■ del– le forze riformiate è coerente con l'anàllal di chi conalder■ lrrecupe- . rablll da un punto di vlata polltlco• aoclale I giovani emarginati al quall, quindi, viene proapettato ancora e ~ Il ~lclo -mlNrla, dlaoccu– pazlone, riformatorio, carcere e re– prNalone,,. Alla polltlc• del NCrlfl– cl economici non permettiamo al 1111lunp una polltlc■ di NCrlflcl umani degll atratl più emarginati, auH'altare di una lmposalblle ricom– posizione aoclale di questa aocleti In via di putrefazione. Re Nudo P.8. OUNto comunlcalD non è ata– to pubblicato da n■Hun quoti• diano. Per questa ragione cl alamo rifiutati aucceHlv■• mente di rllaaclare dichiara– zionio lntarvlate aulla quNtlo· ne. ha svaccati è stata la stessa che ha fatto finire il movimento delle fe– ste, e si tratta di questo: con l'autoriduzione, per esempio; la ... · domenica era molto bello trovarci in duemila persone, prenderci il centro, girare assieme e non da soli con la paura di passare per S. Babila (ma anzi facevamo noi pau– ra). Giravi, prendevi delle cose, usavi la ·tua forza: questa era una cosa che ci dava molto coraggio. La cosa che non ha funzionato più era il fatto che, come per le feste l'anno scorso, c'era la domenica in cui ti trovavi con gli altri, ti prende– vi delle cose, stavi bene, usavi la tua· fòrza, ma poi gli altri sei giorni vivevi nel ghetto, tornavi alla tua vita solita e di fatto non riuscivi a stravolgere la totalità della tua vi- ta. Simona. lo non riesco a vedere la mediazione tra i bisogni urgenti espressi per esempio.da quelli di G Seggiano che vivono in una situa– zione molto violenta, che non han– no un posto dove stare, che non sanno cosa faré, che rubano ecc. e tutti i begli obiettivi che vi ponete voi. Mi sembra sembra che ci sia una spaccatura. Giorgio. La spaccatura esiste ed è reale se confrontiamo la situazione dei vari circoli che ci sono per esempio a Milano: il Panettone, Seggiano, Ciovassino e la Bovisa sono quattro situazioni completa– mente diverse l'una dall'altra; tut– te di giovani che vivono in condi– zioni di emarginazione, ma con una pratica diversa a seconda an– che della loro storia precedente, cioè la storia del quartiere e della loro estrazione sociale, immigrati, piccola borghesia proletarizzata: tutto questo determina differenze enormi tra un collettivo e un altro. Giorgio. La zona di Brera è una zona scoppiatissima come momen– ti di aggregazione sociale, una zona morta. u·na volta era H luogo di ritrovamento dell'élite culturale milanese, ora è un luogo di scop– piatura e di miseria, vedi bar Gia– maica, il Ragno ecc. Le occupazio– ni a Brera, vil'I Ciovassino e le altre, stanno facendo un tentativo che è quello non di andare a recuperare la vecchia identità sociale del quar– tiere che di fatto è distrutta e che sarebbe artificiale voler ricostruire, ma di costruire una realtà sociale nuova, diversa, che nasce dal col– legamento tra i vari centri occupa– ti: via Cusani, via Broletto, via Ciovàssino, via dell'Orso, la Fab– brica di Comunicazione, che diven– tano il centro di vita culturale del quartiere. Contemporaneamente c'è il pro– blema della scoppiatura dell' am– biente attorno: ad esempio molti tossicomani venivano in via Cio– vassino perchè avevamo il centro di lotta contro l'eroina, ma -altri invece venivano perchè era più facile infilarsi den,tro il portone, salire in qualche camera dove fa– ceva più caldo e bucarsi lì. dentro. Sono sparite anche molte cose: mangianastri, roba da mangiare, addirittura le lampadine del centro sociale. Sono venuti fuori dei veri e propri problemi di difesa degli occupanti rispetto a questa situazione: que– sta gente è scoppiata, e a noi va bene che vengano a vivere delle storie con noi, non ci va bene che in base alla loro scoppiatura ci sfruttino perchè noi siamo più or– ganizzati e portino a scoppiare anche noi. Non vogliamo più esistere solo come \Jna casa occupata, ma vo– gliamo costruire un progetto com-
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