RE NUDO - Anno VII - n. 48 - dicembre 1976
Lettere MA ABBIAMO VOGLIA/BI– SOGNO DI ALTRI 100.000 LAMBRO. Perché... perché c'è più spe– ranza nella nostra dispera– ·zione che non so dove; per– ·ché ce la faremo, perché vo– glio farcela; perché c'è anco– ra da fare, ogni giorno di più, e sempre meno da dire; per– ché perché perché Lambro è stato me e te e lei e lui e tutti e il sole e il caldo e la tendina e il tè sul prato e lo spino e il sangue dello sconosciuto, e ho voglia ancora e sempre di me e di te ecc. lo non sono tanto brava a dire le cose in termini «politi– ci•, voglio dire, se prendi le lettere di Walter, o quella del compagno dell'Alfa, cazzo, son lì tutte belle ordinate, con tutti gli argomenti uno per uno, com'era questo cos'era quello. Però questa è la «mia• voce, che mi appartiene in quanto, cazzo, c'è da cantare ancora insieme, quando sarà. In fondo, sono arrivata con rabbia al Lambro e me ne sono andata con rabbia. E con amore. P.S. Caro compagno del C.d.F. Alfa, il problema non è mangiare più la pasta perché è di Barilla. Permetti? E di non comprala più; poi quan– do l'hai/abbiamo presa la mangi... beh...e poi puoi sem– pre non mangiare pasta, ma riso, che puoi comprare. alla produzione, dando soldi all'origine e non ingrassando la catena. E ORA Cl SAREBBE DA RI– COMINCIARE LA LETTERA DA CAPO. Lettere Eh già, perché c'è ancor.a da far/dire. Vivere la rivoluzione. Dare giusti obbiettivi alla vio– lenza. Tirare fuori dalle gale– re tutti i compagni e portarli al prossimo parco Lambro. Studiare, fare, educare/edu– carsi alla creatività (con tutte le inevitabili ambiguità della frase); e prendere le armi, tutte le armi, proprie e impro– prie, dal fucile al corpo, d.alla voce alla bocca. ORGANIZZAZIONE. Vogliamo CURCIO, PETRA KRAUSE, e tutti I compagni e le compagne come noi al prossimo Lambro. · Ecco, forse il messaggio è: ALLARGATE L'AREA DELL'AUTONOMIA! Per fare questo abbiamo bi– sogno di strumenti ad~tti. Non rimane che metterci al lavoro. Tutto qui. Certo non è da oggi che queste cose le «so». Certo non è (sarebb~ peggio) da Parco Lambro. ~ stato orribile che io le avessi dimenticate, accantonate per rifugiarmi nei cicli cosmici del rifiuto della politica. La politica va superata non rifiu– tata. Lambro me l'ha gridato in faccia mi ha dimostrato e ricordato' che non sono nien– te questo è insieme il bello e il brutto, il punto geom~t~ico dove si incontra, ce la s1rico– nosce, la luce. Concludo. un po' di umiltà: c'è tanto da fare. E un ultimo racconto. Ascoltatelo. Una sera a Roma, in una casa. A un certo punto (ma proprio un «certo» punto, uquel» punto), A. ci guafd~, fa un respiro grande, poi neo: mincia a parlare con me. E s1 Lette r ·e interrompe per dire che ua dieci anni ero chierichetto e pensavo a Dio e alla morte. Ero lì e cercavo di afferrare questi fili, Dio e Morte, che si incrociavano e mi sfuggiva– no, ed ero sorpreso e li cer– cavo e si incrociavano, e a un certo punto ... è là, è oggi, è l'autonomia». Ciao compagni, con amore, tanto amore da sprecare - e cosi è - troppo spesso. Fiamma Il proletariato giovanile esiste Cari compagni, il ritardo di questa mia lettera non dovete intenderlo come una mia indisponibilità, ma da mesi tento di dar vita ad un Centro di Cultura alterna– tiva e questo mi ha portato via molto tempo, perché è stato difficile, specie in un paese come il mio, trovare al– tri compagni disposti ad im– pegnarsi a fondo, ma final– mente qualcosa di muove e credo che quando riceverete questa lettera il C. di C. A. sia già formato ed operante. Questo significa che la di– sponibilità e le possibilità reali di diffusione e collabo– razione sono, di fatto, molto aumentate, anzi mandate ma– nifesti e alcune locandine, qui c'è molto lavoro da fare. Per quanto riguarda l'indagi– ne per le edicole, purtroppo gestite da fascisti, abbiamo costretto uno di questi a ri– chiedere il giornale. Vorrei ora spendere due ri– ghe su Parco Lambro. (Pre– metto che non c'ero). Certo nessuno se lo aspettava cosi, è stato il fallimento di una analisi e di una pratica politi– ca le cui radici non vanno ri– cercate nei provocatori (« ... siamo venuti al Parco Lambro solo per chiavare ..... ) o nelle «bande dell'esproprio• (ri– prendiamoci COS??) più o Léttere Molti compagni, provenienti dal '68 o che ne hanno ac– cettato la pratica, pretendono di ricalcarne i passi, non cu– randosi delle evoluzioni e delle conseguenti situazioni che si sono venute a creare, mentre cioè nel «68-69• si chiedeva loro solo di mettere in discussione le istituzioni oggi è necessario proporre valide alternative. Questo ha determinato il 20 giugno e la crisi della sinistra rivoluzio– naria in genere e P.L ne è stata la vittima. lo penso che si sia perduto di vista la ca– pacità di recupero della bor– ghesia, che giorno dopo gior– no ha inquadrato nella sua ottica reazionaria «l'alternati– va• ed è riuscita a strumenta– lizzarla, cosicché, come af- , fermate nel n. 44-45, c'è chi è andato al P.L a consumare sesso, erba, musica in modo alternativo, così come la bor– ghesia consuma coca cola, macchine ecc ... lo penso che oggi vada recu– perato il concetto di «c1,1ltura• e della alternativa, nel senso che bisogna di fatto finirla di considerare tale l'opposto delle tesi cedeipadroni• e che è necessario analizzare con una metodologia nuova i va– lori e i contenuti che vengono proposti e da ciò arrivare a formulare alternative valide per una cultura (musjca, tea– tro ecc ... ) di massa. E assur– do cercare valori alternativi nella cultura della classe do– minante o 'Utilizzandone gli schemi. Il proletariato giovanile esiste con tutta la sua problematica ed esistono compagni che hanno la volontà di cambiare e che assumono delle posi– zioni scaturite da attente analisi. . PARCO LAMBRO E MORTO VIVA PARCO LAMBROIIIII Abbracci rivoluzionari Francesco Drago meno legittime, ma in qual- --~~---&il che cosa di più profondo.
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