RE NUDO - Anno VII - n. 48 - dicembre 1976

musica Suoni di frontiera Claudio Rocchi (Ariston) La recensione del suo disco precedente, Re Nudo n. 38 definiva Claudio Rocchi uno dei soggetti più controversi del nostro panorama musica– le; io penso che il panorama musicale italiano sia piutto– sto ricoperto di nebbia e poi scagli la prima «nota»chi non è controverso (il discorso ol– tre che per i musicisti va bene un po' per tutti). Quan– do uno fa qualcosa è più fa– cile criticare che fare meglio di lui, questo atteggiamento ha fatto si che anno dopo anno la creatività e l'immagi– nazione affievolLte si perdes– sero del tutto. Viva lo spirito critico ma vivo e vitale lo spi– rito creativo! Chi non è in linea viene chia– mato cane sciolto· anche se lui invece si sente semplice– mente un uomo libero, l'ideo– logismo e la burocrazia han– no bloccato tutto. A questo punto non si lamentino i capi se «uno»per vivere ascolta di più «se stesso» che gli organi ufficiali della politica sia ex– tra che super (con filtro). Fare il musicista potrebbe essere un lavoro come un al– tro ed invece non è cosi per– ché con la musica è possibile fare un discorso innovatore e creativo cosa impossibile in altri lavori alienanti. L'ambiente è inquinato, le canzoni i testi i cantanti i di– scografici i concerti anche; chi era partito con delle otti- me intenzioni ha finito col farsi coinvolgere dalla «logi– ca» del<prodotto da vendere. La Casa discografica, da casa diventa prigione e il po– vero amante della musica di- · venta un impiegato. Se le cose stanno cosi chi la– scia una strada musicale commercialmente sicura per un'esplorazione sonora di– versa e nuova, rischia di per– dere dei grossi vantaggi eco– nomici oltre che equivoci e discussioni con la casa di– scografica. Oggi Claudio non fa più il cantautore, ovveros– sia non usa più la voce e la chitarra cerca invece di usa– re il cervello ed i suoni per penetrare quegli spazi e quelle dimensioni da sempre impedite dalla paura e dalla repressione sulla fantasia umana. Gli umani. Il titolo dell'album «Suoni di Frontiera» spiega in due parole il contenuto del disco, suoni allargati in un orizzonte più vasto del nor– male, sensazioni crescenti verso percezioni difficilmente esprimibili se non con dei suoni particolari. Questo tipo di musica può essere chia– mata cosmica, mentale, spi– rituale o anche psichedelica nel senso che aiuta la mente a manifestarsi. È un trip so– noro che smuove energie e ricordi interni producendo stati d'animo diversi e so– vrapposti; in questi ultimi due anni Claudio ha comin– ciato ad approfondire la sua conoscenza del corpo e della mente anche con l'aiuto della tenologia occidentale, in questa sua fase di accosta– mento della musica con la scienza non viene fuori un fatto meccanico ed imperso– nale. Si sente nel, disco il viaggio in India, l'esperienza psichedelica, anni di vita in un modo alternativo e la sua recente scelta di alimentarsi in un modo nuovo ed integra– le. Tutte queste esperienze avrebbe potuto esprimerle nel vecchio modo, parole ma– giche, musica filo-indiana con vari accorgimenti elettri– ci e un po' di fumo per rende– re l'atmosfera irreale. Cluesto prodotto avrebbe venduto molto; oggi invece abbiamo un disco senza parole, se non sulla copertina per spie– gare l'intenzione di questa nuova via, che ha bisogno di un ascoltatore nuovo anche lui pronto come Claudio a ri– schiare (si fa per dire) di esplorare se stesso il cervel– lo e il sistema nervoso, e, partendo da questo punto che è il corpo, allargarsi al macrocosmo infinito. Se c'è già qualcuno che è pronto con la battuta: Questa è una bella fuga dalla realtà! lo an– ticipo volentieri con una do– manda semplice: ma chi sei tu che conosci la realtà fatti avanti e diccelo, per favore. Il guaio che per realtà ognuno intende il suo modo di vedere la realtà, per cui quando ci avventuriamo, con un bel sorriso, nel mondo irreale che è dentro di noi ecco che i dogmatici gli ortodossi ed i paurosi ci fermano allarmati in nome della Realtà. Hegel diceva tutto ciò che è reale è razionale per cui sono hege– liani, pur non avendo mai let– to il filosofo tedesco quelli che si fermano ad un certo punto in nome di una razio– nalità ed una kultura che in– vece di liberare gli essere umani li cattura da bambini e li butta via da vecchi. Ecco che arrivati alla frontiera bi– sogna andare aldilà, con lo zaino ed il sacco a pelo della mente viaggiamo tranquilli verso l'interno, verso il DNA il codice genetico che consa– pevoli o no determina quasi tutta la nostra vita. La proposta di Claudio è at– traversare ia frontiera e tor– nare a vedere se mai non fosse conoscibile oggi quello che ignoravamo ieri e se mai la realtà non fosse una di– mensione indescrivibilmente più estesa di quella che quo– tidianamente ci viene propo– sta. Scrive Claudio sulla co– pertina « ... noi riceviamo con– ·tinuamente vari e diversi sti– moli dall'ambiente e ce ne plasmiamo ad'. esperienza; anche il piu piccolo segnale percepito per quanto possa passare inosservato al mo– mento della registrazione di– venta noi e parte di nbi ed avrà il suo peso e la sua in– fluenza nel segnare la nostra conoscenza». In poche parole: occhio al vo- stro cervello; senza che voi ve ne accorgiate viene bom– bardato distrutto e ricostruito in un modo tale che voi, di– ventati automimi ubbidienti, pensiate invece di essere li– bere persone. Penso che non molti compre– ranno questo disco e tra quelli, pochi avranno la vo– glia di viaggiare sui suoni verso la Frontiera della Men– te Libera, però se qualcuno lo fa vuòl dire che in questo nebbioso panorama musicale qualcosa si sta muovendo. In questa direzione oltre a Clau– dio troviamo Paolo Totani (Area) e mi pare anche Fran– co Falsini (Sensation's FIX), come dicevo questa è una via nuova e per questo difficile da far accettare però m,isem– bra che stia almeno soddi– sfacendo qualcuno: gli aut'ò– ri. Concludo con la speranza che oltre a loro ci siano altri musicisti che vogliano far co– noscere nuove strade sono– re, questa sperimentazione servirà a quelli che non smettono mai di cercare ed evitano attentamente di ripe– tersi in un modo retorico e monotono. Tutti hanno biso– gno di cambiare e di rinno– varsi, la musica che nella vita quotidiana è un grande sti– molo deve per prima risolvere questa esigenza dialettica. « ... è da questi presupposti e con queste intenzioni che si sviluppa questa proposta d'ascolto: "cercare Relazio– ni")), (G.C.) Alberto Camerini "Ceneren– tola e il pane quotidiano". (CRAMPS) Il titolo, ispirato a sani e indi– spensabili criteri promozio– nali, con la ripresa del primo quarantacinque giri di Came– rini (pane quotidiano) e l'evi– denziazione (?) del brano principe della raccolta, è for– se l'unica cosa che noo mi convince di questo disco che è complessivamente vera– mente bello.

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