RE NUDO - Anno VII - n. 47 - novembre 1976

RE NUDO/30 I POESIA E MOVIMENTO È curioso, ho passato l'estate leggendo poesie d'amore, anche molto belle, anche su Re Nudo, poi ho trovato questa cosa che mi ha fatto pensare: pensatevi su anche voi. Allora, io sono un fedele e attento let– tore dell'Erba Voglio, che (per chi non lo sapesse) è una rivista bime– strale di materiali vari, che in qualche modo han tutti a che fare con il "movimento", anche se spesso sono scritti da "guardoni", sai il tipo del "teorico-del-movimento-e-della-nuova-sinistra ... " Tra questi mate– riali confesso di averne trovati spesso di stravolgente bellezza, evito le citazioni, ma vi assicuro che si trattava di autentica poesia ... A volte in- vece erano pubblicate delle poesie, come sul numero 26 ... orripilanti, a mio avviso, tutta roba di testa e messa su a tavolino; ma c'era, sullo stesso numero, una poesia in incognito, ossia e questa è la cosa che mi ha dato da pensare, una scrittura privata sul seguente argomento "Il Rumore Del Tempo". Cosa c'era di tanto strano? Il fatto era che questo saggio che stavo leggendo mi appariva invece, di un'arida esposizione di cifre e di dati e di proposte politiche, come una delle più belle poesie che io abbia mai letto in_ lingua italiana. E allora? Ve l'ho detto, cosi veniva presentato come un saggio di uno studioso marxista .... e invece era una poesia in incognito! Ora se volete leggere l'originale non avete che da cercare "L'Erba Voglio" n. 26 appunto, nel frattempo noi ne pubblichiamo un estratto appena leggermente mani– polato nella punteggiatura, che dimostra appunto quello che stavo di- , cendo prima, ossia che la poesia è dappertutto, è nel movimento e non nelle composizioni poetiche dei "poeti d'avanguardia". Carlo Silvestro IL RUMORE DEL TEMPO DI LAVORO manipolazione poetica su un tema di P. Gambazzi Raramente mi metto a far conti E perciò solo quando è necessario. Ad es. mi è capitato il 12/2/1975 per il tempo di lavoro. Per sentire (udire) come si scandisce. Poiché non sono bravo a fare i conti preferisco per sicurezza registrare tutti i passaggi: Anno 1955 Lavoratori occupati 19, 6 milioni Totale infortuni 1.000.000 Infortuni mortali 3. 700 Inoltre alla radio han detto (c'era un convegno ad hoc) 1970 19 1.633.000 4.368 ogni anno 65. 000 invalidità permanenti sul lavoro. In 30 anni: un MILIONE di invalidi. Inoltre 80.000 = ottantamila morti. Sul lavoro. UN MORTO OGNI 115 MINUTI. 1972 18,7 1.599.000 4.600 Invece: nel solo giorno UN morto ogni 38 minuti. C'è una pausa notturna. Se qualcuno è morto un quarto d'ora fa in qualche luogo (incerto ma sicuramente di lavoro) entro 20 minuti qualcun altro morirà in qualche altro luogo (incerto, ma SICURAMENTE DI LAVORO) Se per un'ora non muore nessuno nella mezzora successiva ne devon morire 3. Sabato e domenica non si lavora (non si dovrebbe lavorare) Ripetere i conti con questo nuovo valore, Cristo! Sembra di sentire Sembra di sentire il crepitio ininterrotto degli invalidi e ogni 25 minuti il colpo sordo di una morte il colpo sordo di una morte. Oltre il crepitio e i colpi c'è poi il rumore di fondo: gli incidenti che accadono 1.600. ooo l'anno, e poi il brusio appena percettibile del rombo delle macchine, delle presse, frese, gru carrelle, torni, catene. CATENE.

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