RE NUDO - Anno VII - n. 47 - novembre 1976

RE NUD0/12 NOTIZIE INTERNE IPCA ,LA FABBRICA DEL CANCRO «Si guadagnava un venti per cento in più che nelle altre aziende della zona. I padroni sembravano, a loro modo, magnanimi. Qualche permes– so per rimanere a casa a tagliare il fieno o a mungere qualche mucca. Nessuno si domandava: ma perché il padrone ci fa tante 'concessioni'?». E una testimonianza di un operaio dell'IPCA (Industria piemontese di colori e anilina) di Cirié, venti chilo– metri da Torino, un'altra fabbrica di morte (in questo caso si tratta di cancro alla vescica). Il primo morto è del '52, l'ultimo morto é del 4 luglio scorso: totale 134 morti, tutti per cancro alla vescica. Per il medico di fabbrica, Giovanni Mussa, gli operai che si presentavano da lui dichia– rando di pisciare sangue erano solo degli ubriaconi; la diagnosi: cirrosi epatica. Ma la cosa più impressio– nante· è che questa fabbrica, con i suoi veleni, continuerà a uccidere ancora. Infatti il cancro alla vescica può manifestarsi anche dopo una in– cubazione di venti o trent'anni, il che vuol dire che nel prossumo futuro al– tri operai (quanti?) 'dovranno' morire di morte padronale. MONTEDISON - PRIOLO A SIRACUSA LA LOT - TA CONTRO LA CO– STRUZIONE DI UNA NUOVA FABBRICA DI CANCRO Il Comune di Siracusa è stato co– stretto a revocare la licenza di co– struzione di una fabbrica di anilina che la Montedison intendeva co– struita in una delle zone maggior– mente infestate dalle industrie morti– fere. La popolazione di Marina di Me– lilli circondata dai fumi malefici delle altre indtìstrie chimiche della zona, è in attesa di essere deportata in altra zona alcuni chilomentri nell'interno. Nella stessa situazione si trova la popolazione di Priolo. Così i due paesi sono scesi in piazza e a centi– naia hanno occupato la stradale 114 Catania-Priolo all'altezza della sede della Montedison e hanno tolto il blocco solo quando la giunta demo– cristiana al servizio della Montedi– son decideva di cedere e revocare la licenza. I sindacati hanno concordato e han– no rinunciato alla garanzia dei futuri 60 posti di lavoro che questa nuova industria della morte garantiva chis– sà a quale prezzo visto i risultati dell'altra fabbrica di anilina la IPCA di Cirié dove in 25 anni ci sono stati 134 morti in fabbrica per cancro. SLOI UNA MANCIATA DI MORTE A ciascuno il suo compito: il sinda– cato difende l'occupazione, la produ– zione continua a uccidere i lavorato– ri. È il caso della SLOI di Trento, 140 dipendenti produzione di piombo te– traetile impiegato come antidetonan– te nei prodotti petrolchimici (benzi– na, ecc.).. Il prezzo pagato dagli operai della SLOI per produrre questo veleno (il piompo tetraetile è altamente tossi– co) è il seguente: - il 74% degli operai soffre di sa– turnismo, avvelenamento cronico i cui fenomeni più appariscenti sono coliche viscerali, paralisi dei mu– scoli estensori, incubi, ansie, sve– nimenti, tremori, perdita dell'equili– brio. - dal 1960 al 1970 si sono regi– strati 325 casi di intossicazione (192 con lesioni superiori ai 40 gior– ·ni di ricovero), 31 casi di invalidità permanente, 12 ricoveri in ospedale psichiatrico, 4 morti. Se il limite fissato dal contratto na– zionale dei chimici è di 75 gamma di piomburie per metro cubo di aria, all'interno di questa fabbrica si va da un minimo di 80 gamma fino a un massimo di 2140 gamma. A questo si aggiunga il pericolo di epslosione dei reattori (alcune già verificatesi). E tuttavia, monetizzando la propria salute e la propria vita, gli operai continuano a lavorare e a morire (l'ultimo morto è del gennaio di quest'anno). Contro la SLOI è stato celebrato un processo ed è in corso un'altra in– chiesta, il padrone tenta in tutti i modi di difendersi. Il suo legale di fi– ducia è l'avvocato Lamberto Rava– gnani, membro dell'ANPI ed espo– nente del Pci ! Dulcis in fundo ricordiamo che la fabbrica, chiusa nel '73, venne ria– perta in seguito alle vivaci proteste del sindacato in difesa della piena occupazione e posta sotto il control– lo dell'ufficio del lavoro. I cannibali di Comunione e Libe– razione In azione a Seveso Su 660 visite ginecologiche, a Seveso sono stati concessi 22 aborti terapeutici contro oltre 400 gravidanze accertate. Que– sto il risultato del lavoro a tutto settembre in tandem operato dal democristiano Frattola, psichia– tra, membro della commissione operante alla clinica Manglagalll insieme ad alcune centinala di assistenti sociali di Comunione e Liberazione, l'unico gruppo poli– tico Intervenuto In modo capillare a Seveso. L'opera di questi mis– sionari del cannibalismo era principalmente tesa a mostrare alle donne In attesa di visita gi– necologica fotografie di feti al terzo o quarto mese chiedendo •Se la sentirebbe di uccidere un esserino così?» La grande mag– gioranza delle donne di Seveso così vigliaccamente colpevoliz– zate non se la sono sentita di an– dare alla clinica Manglagalll per ottenere l'autorizzazione ad abortire dalla commissione medi– ca. Intanto alla Manglagalll, Frat– to1a·costretto a rinunciare all'ln• carico, è stato sostituito dall'as– sistente di Cazzullo dott Spiazzi. Dalla padella àlla brace, fino a prova contrarla, essendo Cazzul– lo uno psichiatra della corrente underground di psichiatria nazi– sta. segue a pag. 23

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