RE NUDO - Anno VII - n. 47 - novembre 1976
VALIUM e LIBRIUM, i più noti tra gli psicofarmaci della ROCHE, lanciati rispettivamente nel '63 e nel '60, rappresentano il 25 per cento delle cifre d'affari del gruppo e il 50 per cento dei suoi utili netti. (Negli Stati Uniti il VALIUM rappresenta il 4 per cento dell'intero mercato dei prodotti farmaceutici). Per quanto riguarda le vitamine, la ROCHE, primo produttore mondiale del settore (45-50 per cento del mer– cato mondiale, 60 per cento di quello europeo) ricava. da esse il 20 per cento del proprio volume d'affari. La struttura produttiva del gruppo è di tipo «imperialistico». Esso con– centra le proprie attività di ricerca nel paese d'origine (a Basilea, in particolare) e in alcuni altri paesi sviluppati (Usa, Giappone, Gran Bre– tagna). Tali attività di ricerca, che assorbono circa 1'8-1O per cento dell'intero fatturato (125 milioni di dollari per il '73) sono sostanziai- !azioni del Sud Vietnam su cui gli americani hanno buttato ~!serbanti che contenevano diossina (il Penta– gono ha dichiarato che l'agente arancio conteneva cinquecento mil– lesimi di grammo per milioni di litri, ma gli effetti sulla popolazione han– no dimostrato che ce n'era molta di più). La prima conseguenza del contatto diretto con la diossina è l'acne clori– ca, una malattia della pelle che in al– cuni operai tedeschi (che lavorava– no nella fabbrica dove avvenne la prima esplosione di un impianto, nel 1953) non è ancora guarita a di– stanza di ventidue anni. L'acne clori– ca era già conosciuta perché si ma– nifesta anche per contatto con altri componenti del cloro. Quella da diossina è più grave, immediata e difficile da guarire. L'ingestione accidentale causa dan- , nl praticamente a tutti gli organi._ Colpisce I reni (Il primo segno di av– velenamento è il sangue nelle urine); colpisce Il fegato (disappetenza, nausea, vomito, Itterizia, urine scu– rissime ed esami del fegato compro– messi); colpisce il pancreas (un operalo che, dopo cinque anni dallo scoppio, lavorò nell'Impianto della fabbrica tedesca di Ludwigshafen, morì dopo nove mesi di infiammazio– ne acuta del pandreas. La morte era sicuramente dovuta alla diossina perché pochi giorni dopo aver lavo– rato all'impianto ebbe l'acne clorica e altri segni di avvelenamento); col– pisce lo stomaco (al quale fa venire un'ulcera) e gli intestini (frequenti le emorragie massive sia dallo stoma– co che dagli intestini). Ma Il danno più subdolo e grave, la diossina lo provoca al tessu~ linfa– tico (linfonodi, timo e milza) che va Incontro ad atrofia (muore e non è sostituito da tessuto giovane e fun– zionante). La conseguenza di questo danno consiste nell'abbassamento del poteri di difesa· dell'organismo, G1 o o per cui chi ha sofferto lesioni al tes– suto linfatico può prendere più facil– mente malattie infettive e può facil– mente morire. Questo danno è sub– dolo perché le sue conseguenze possono farsi sentire molto tempo dopo l'avvelenamento da diossina. Allora sarà difficile sostenere che la diossina è la causa di quella Infezio– ne. L'atrofia linfatica è particolarmente grave nei bambini. La teratogenlcltà della TCDD (attitu– dine a far generare mostri) è stata dimostrata sui topi: piccolissime dosi date a topine incinte causavano gravi danni e i topini nascevano mal– formati). L'effetto abortigeno (uccisione del feto con la sua conseguente espul– sione) è stato anche studiato nei topi e interviene con dosi un poco più elevate di quelle teratogene (si parla sempre di milionesimi di gram– mo). Non è ancora chiaro se la dios– sina può accumularsi nel tessuti e causare danni a ripetizione e più gravi a mano a mano che si accumu– la. Non si conoscono i suoi effetti sul sistema nervoso. Non è noto un antidoto, e cioè una sostanza che possa neutralizzare la diossina entrata nell'organismo: una volta assorbita essa lavora e di– strugge gli organi senza che si pos– sa fare nulla. Rischio genetico. Consiste nel co– siddetto «effetto mutogeno». Si ma– nifesta nei tempi lunghi. La diossii:ia provoca (come è stato dimostrato in alcuni esperimenti effettuati sul gat– ti) cambiamenti, anomalie, nella struttura ereditarla della cellula. Agisce cioè a livello del Dna, la so– stanza di base di tutto il nostro or– ganismo, che cQntiene tute le infor– mazioni ereditarie che I genitori tra– smettono ai figli al momento del concepimento. Il CDD è in grado di alterare la composizione e la forma del Dna. RE NUD0/11 mente finanziate dai profitti derivanti dalle attività estere del gruppo. Esso infatti conserva in Svizzera le attività di ricerca e la fabbricazione dei pro– dotti base più sofisticati, quindi la parte «decisionale» del proprio ciclo produttivo e la sezione di forza-lavo– ro più professionalizzata e più fedele (si pensi che nelle fabbriche della ROCHE situate in territorio svizze– ro non si verifica uno sciopero dal 19191) Tale «pax elvetica» è assicurata dall'egemonia dell'UNION DE SYNDICATS SUISSES che control– la 1'8 per cento della forza-lavoro e che ogni anno, -a novembre, con– tratta con la direzione la quota di aumento di salari e stipendi) - e decentra alle unità estere le produ– zioni più «standardizzate»,più nocive e a più alto contenuto di lavoro vivo, e il confezionamento e la commer– cializzazione dei prodotti. Questo rapporto è macroscopica– mente riscontrabile nella composi- zione geografica del fatturato del gruppo. Il 2-3 per cento realizzato in Svizz~ra, la rimanente parte all'este– ro. Tale struttura organizzativa consen– te al gruppo ROCHE, secondo un'analisi compiuta nel dicembre '74 dall'UNION DES BANQUES SUIS– SES, un utile netto globale'pari al 12 per cento del fatturato e una quota di autofinanziamento del 21 per cento, valori questi nettamente superiori a quelli di qualsiasi altra impresa mon– diale dello stesso settore. È utile ricordare a questo proposito che nel periodo '62-'71 la ROCHE ha più che triplicato la redditività di tutte le sue linee di prodotti. Inoltre la struttura monopolistica del mercato della salute permette alle multinazionali del settore di mantenere molto alti I prezzi di vendita dei propri prodotti e di in– globarvi, oltre ai costi delle ricerche di base, anche costi «esterni» legati alle strategie di marketing (pubblici– tà, promozione, ecc.) che tendono oggi ad assorbire quote crescenti della voce «Ricerca e sviluppo». Più recentemente un ex funzionario della ROCHE ha rivelato alla com– missione della comunità europea le «illeceità» commesse dalla società nella commercializzazione delle vita– mine. Le accuse che la commissione ha potuto così delineare sono relati– ve a «sfruttamento di posizione do- - minante», «transazioni non eque», «li– mitazione e controlli della produzio– ne», «accordi per la ripartizione dei mercati e degli approvvigionamenti», ecc. Sono i piccoli fastidi che danno qualche momentaneo grattacapo al gigante e servono a rifare la vergini– tà agli organi dello Stato-gestore delle «compatibilità» e dell'interesse capitalistico collettivo.
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