RE NUDO - Anno VII - n. 46 - ottobre 1976
18 Ledvinka, a proposito dello shlatsu, consiglia di fare molta attenzione: se chi fa il massag– gio è molto ricettivo è bene che smetta; dopo il massaggio biso– gna staccare la mano di scatto per non lasciare del nostro Ki al massaggiato; se si fa il mas– saggio ad una persona molto yin piagnucolosa, debole) è be– ne farlo con una certa decisio– ne, .se lo si fa ad una persona molto yang (costituzione forte) è bene usare delicatezza. Si può intervenire col massaggio su malattie generali; per malat– tie gravi e particolari è neces– sario ricorrere ad una persona molto esperta. MASSAGGIO COME COMUNICAZIONE Se consideriamo il massaggio da un altro punto di vista e cioè come mezzo di comunicazione, vediamo come, quando per esempio due persone si amano, spontaneamente sentono il de– siderio di toccarsi, di stringersi le mani, di guardarsi negli occhi e, lasciandosi dopo un abbrac– cio, lo fanno molto lentamente. Inconsciamente si vuole lascia– re del proprio Ki, della propria energia all'altro. Le mani so- prattutto, come abbiamo detto prima, ma anche gli occhi, so– no punti di passaggio di questa energia. Oggi il concetto di sesso e la pratica sessuale sono ridotti quasi esclusivamente ai genitali e tutto il resto, il toccarsi, le ca– rezze ecc, anche se ci sono, sono comunque in funzione del momento finale della penetra– zione. Tutto è diventato merce e anche il sesso è qualcosa che deve essere consumato. Fa– cendo uno sforzo per essere consapevoli in ogni momento non solo della realtà evidente, ma anche di quella più sottile, si può modificare questo rap– porto oggettuale che abbiamo col sesso e con le altre perso– ne. Una pratica costante di stimo– lazione dei punti vitali della no– stra energia a lungo andare la rende fluida e libera quindi di incontrarsi con l'energia dell'al-. tro. A questo punto !"'incontro" sarà totale, reale e non limitato ad una parte del corpo. Il tatto, come tutti gli altri sensi, ci serve per conoscere la realtà esterna; purtroppo però sin da piccolissimi veniamo bloccati, inibiti nella ricerca di cono– scenza sensuale (non toccare questo, non toccare quello, è cacca, e via dicendo) e così ci si ritrova adulti con un sacco di tabù, incapaci di comunicare con gli altri, incapaci di amare. Massaggiarsi, toccarsi, consa– pevoli di quello che stiamo fa– cendo, ci aiuta a recuperarci. E a questo punto mi viene in men– te anche Reich. IL MASSAGGIO REICHIANO Qui il discorso si fa più psicolo– gico e sociologico e meritereb– be di essere approfondito. Inve– ce di Ki si parla di energia ses– suale ma l'obiettivo è lo stesso: rimuovere tutti i blocchi psicofi– sici causati dai condizionamen– ti, dalla repressione che subia– mo nella famiglia, nella scuola, nella società in modo da per– mettere un libero espandersi della nostra personalità, l'affio– rare del nostro vero io al di là della immagine di noi stessi che ci siamo creati o meglio che gli altri hanno creato. È necessario ovviamente, come operazione preliminare, una destrutturazio– ne di questa falsa immagine o corazza caratterale come la definisce Reich. La corazza•ca– ratterale è la somma •di atteg– giamenti caratterali tipici che l'individuo sviluppa per blocca– re le eccitazioni emozionali e che si risolvono in una rigidità fisica, mancanza di contato emozionale, "indifferenza". Funzionalmente identica alla corazza muscolare che è la somma di atteggiamenti mu– scolari (sparsmi muscolari cro– nici) che l'indiyiduo sviluppa per bloccare la penetrazione delle emozioni e delle sensazio– ni organiche e ·particolarmente l'angoscia, l'ira e l'eccitazione sessuale". (Wilhelm Reich - La rivoluzione sessuale - nota a pag. 21) Ecco che allora molti dolori che accusiamo sia alla muscolatura che agli organi interni, molte delle cosiddette "malattie" e in ogni caso la depressione, la so– litudine, l'angoscia sono spesso la conseguenza di questa co– razza, di questo muro che eri– giamo tra noi e ra vita. Si tratta allora di "liberare le energie ve– getative dalla loro fissazione al– la corazza". Col massaggio i reichiani otten– gono dei grossi risultati. I punti che vengono toccati sono più o meno gli stessi dell'agopuntura. Come dice Riccardo Gorini di– rettore del centro di psicotera– pia L'arca di Milano (Via Col del Rosso, 4) "il massaggio, che derivi dall'Oriente o dall'Occi- · dente, che si chiami in un modo o nell'altro è più o meno la stes- sa cosa; i risultati dipendono poi molto da chi lo fa e dallo scopo che si vuol raggiungere. "Il massaggio reichiano", con– tinua· Gorini, "è una variante della vegetoterapia, è una ver– sione più semplice, più fisica. La psicoterapia è un'esperienza fisica e psichica; il massaggio aiuta per là parte fisica. Il di– scorso del, massaggio reichia– no, dice sempre Gorini è un di– scorso neurofisiologico mentre per quanto riguarda· l'energià Ki si tratta di un discorso mitologi– co, non scientifico che _però serve, funziona. "È più che mai utile oggi", dice Gorini, "un intervento sul cor– po; la repressione sessuale è più dura oggi che nel passato, più mistificata ma più dura. Possibilità vera di liberazione sessuale non esiste, le comuni si sono verificate un fallimento la coppia liberata è una mistifi– cazione; si ripetono sempre gli stessi schemi". L'arca è un centro moderno do– ve si usano i tipi di terapia più avanzati (terapia di gruppo, yo– ga, massaggio ecc.) ma dove il rapporto è quello éli sempre: medico-paziente. La proposta che vogliamo fare poi, invece, è proprio quella di ribaltare completamente que– sto rapporto, di rivedere il con– cetto stesso di maiattia, di ri– prenderci in mano totalmente e di non delegare più a nessuno la gestione di noi stessi. Qui viene fuori ancora una volta quello che è il grande .difetto dell'Occidente: grossi risultati scientifici ma settoriali, non-in. seriti in una visione globale del– l'uomo e del mondo. Riushui Zen Sen (Ferdinando Nason, veneziano risiede a Mi– lano, in via Trebbia n. 33), è monaco Zen ma usa anche il massaggio reichiano così come usa lo shiatsu, la meditazione ecc; ma "quellò che uso di più" dice "è il rapporto con la perso– na. Il massaggio aiuta a scio– gliere dei blocchi che abbiamo tutti, un pò alla volta la persona si rilassa e se la tocchi in punti particolari, le viene voglia di piangere, o di ridere, o di pic– chiare, o di fare l'amore ed è naturale, è tutto naturale solo che siamo costretti, vivendo in questa società, z bloccare con– tinuamente i nostri istinti, le no– stre emozioni. È questa natura– lità che è statà perduta e che dobbiamo recuperàre; Zen è solo questo: essere ciò che·sei. La meditazione, la macrobioti– ca, il massaggio sono tutti mez– _zi, ma solo mezzi, il fine è l'uo– mo".
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