RE NUDO - Anno VII - n. 44-45 - agosto-settembre 1976
Tn, 5 giugno 1976 CARI COMPAGNI, è da qualche tempo che parlate abbastanza dell'atteggiamen– to/giudizio dei gruppetti anzi oramai Partiti (patiti) sulla (od– dio) DROGA. 1 gruppottijpartiti in questione (chi + ne ha, + ne metta) tutti tesi al RECUPERO della mag– gior parte dei bisogni, delle pra– tiche (dei "comportamenti" di– rebbero quetli di rosssp) dei + - vari strati di movimento (e so– prattutto donne e giovani) non potevan o per l'appunto e perdi– più in piena campagna– compagna eietterai e farsi sfug– gire l'occasione. Sulla droga appunto. Ecco che vado a una paranoica e pesantissima "festa" (sic!) di DEMOCRAZIA PROLETARIA. Uno sfoggio di rosso che non yi dico - bandiere striscioni ecc. Beveraggi e banchetti imman– cabile stand di libri "sicuramen– te democratici e sinceramente antifascisti". Spettacolo di canzoni-proclami e indigestio– ne di ideologia - l'importanza del "Contenuto"! E un casino di cartellozzi cartelli minimostre parole e foto. Operai donne di– soccupati giovani tutto li che ti guarda dai cartelli: VOTA! E cosi: "I giovani e la droga". Un'accozzaglia di banalità di– cerie disinformazione ideologia-di-condimento mora– lismo. Nello stile delle inchieste di "Famiglia Cristiana" insom– ma. Ma ecco qua il testo: «Di fronte alle mille esigenze di lotta che i giovani esprimono ogni giorno, la borghesia tenta con tutti i mezzi di ostacolare e far regredire questa volontà di cambiamento sociale. La droga è uno degli strumenti più usuali per scaricare ii po– tenziale di lotta di tutti quei gio– vani che pur rifiutando questa società e le sue imposizioni ideologiche, non hanno capito che l'unica soluzione sia affron– tare collettivamente i problemi , e lottare insieme per una so– cietà e una vita radicalmente diversa. Alla solitudine, all'op– posizione, allo sfruttamento, viene contrapposta da molti giovani la pratica di drogarsi assieme tentando di evadere dalla realtà. PER RISOLVERE IL PROBLE– MA DELLA DROGA BISOGNA COLPIRE IL VERO RESPON– SABILE: questo sistema basato sullo sfruttamento, l'oppressio– ne, l'emarginazione». Come dire: «questi poveretti ca– duti nella rete della borghesia che usa la droga per farli eva– dere dalla realtà (boh), dovreb- bero invece venire con noi e. E lottare! porko dio. Si perché chi non lotta (e non vota) è un pirta e tutto sommato un debole-da– recuperare-per-la-causa»' Se poi aggiungiamo che il cartello riportava vignette "umoristi– che" tipo: LsDC - anfetamintore fanfanacido, non solo cadiamo nel ridicolo, ma nell'orripilante e sconcio. Se poi andiamo a considerare le overdosi di IDEOLOGIA distribuita (ciò che è peggio) a gratis in queste "fe– ste" ci vien proprio da chieder– ci: «ma chi è che si "droga"?» Anche perché un certo modo di far politica pare proprio che dia assuefazione (come la religio– ne) e produca alienazione/e– straniazione da sè - oltreché dagli altri. Che i cadaveri sep– pelliscono loro stessi. Noi non ci faremo prendere dall'invito a smetterla di "evadere dalla realtà" per tuffarci nell'evasio– ne della militanza politica. E, in ogni caso, è davvero in– credibile e tragico che dopo an– ni questi falchi della "nuova" si– nistra, capita la menata e tesi al recupero per non perdere terre– no (oltreché voti), quando si decidono ad affrontare certe "cose" lo facciano cosi male e cosi superficialmente e stanca– mente. Imbecilli. O.K. per il "nuovo corso" del giornale che bello. In effetti certe cose si trovano oramai solo in esso (che brutta espres– sione grammaticale). Meno spazio alle recensioni discogra– fiche! (consérvare solo - o quasi - quelle di dischi non esi– stenti). Ancora "fiabe"! Spazio al CORPO! Che esso irrompa nel giornale! (fuori, donne, pie– rino, dibattito sulla pornogra– fia). Interrompo questo diletto ma continuerei a scrivere, cosi-tan– to per dirvi delle cose. Beh, è chiaro che il diletto è mio. È un po' faticoso rispondere al– la inchiesta/pagella e rinvio. CIAO E BACI AFFETTUOSI E CAREZZE SULLE VOSTRE DOLCI GUANCIE (o guance?) Walter ah cazzo mi accorgo or rileg– gendo di non aver detto che la festa di cui sopra si svolgeva in quel di Verona nei giorni 4-5-6. 59 Ciao. re o del treno pendolare, guar– Ho letto l'articolo sulla porno- dando le pappose lesbiche del– grafia sul n. 40 e non mi ha la giungla di carta, e cosi ma– molto convinto. Cioé dice an- gari sarai anche meno aggres– che delle cose giuste, ma fa sivo nella rivendicazione sinda– molta confusione e dimostra di cale. Il pornofumetto italiano e avere molte cose poco chiare o quindi una labile testimonianza perlomeno di tenere po.co conto di culturame reazionario, che di come sono realmente questi ha successo, grosse tirature, fumetti. Naturalmente questo di dimostrando che questo meto– basarsi sull'idea di un "ideale" do di ulteriore frustrazione dei– fumetto porno, idea che non l'acquirente sia pagante per chi corrisponde all'attuale ·realtà l'ha architettato; e il fatto che italiana, è solo un giudizio per- qui in Italia la pornografia sia sonale, e come tale largamente appannaggio di fumettari cultu– non condivisibile. (...) ralmente provinciali e, in ultima lo penso che le «bestie che vio- analisi, reazionari, è un'offesl3 lentano i bambini», la violenza al linguaggio cosiddetto porno– sessuale, e anche l'autoviolen- grafico che in certi casi all'e– za guardona nascono da un si- stero ha acquistato ben altri si– stema culturale che impedisce gnificati. Al cinema come nei la sessualità nel suo manife- fumetti, i nudi, i rapporti ses– starsi spontaneo e naturale, suali, i coiti illustrati hanno che rovina la gioventù alle ra- svolto una ben precisa funzio– gazze col mito della verginità, ne: rompere gli schemi culturali ai ragazzi con quello della viri- bacchettoni della società op– lità, a tutti e due con ia negazio- pressiva. ne e la repressione delle "de– viazioni" che contempla aber~ razioni giuridiche come il delitto d'onore, che vede sempre la "coppia" in ogni manifestazio– ne sessuale non santificata. L'uomo sessualmente più re– presso è sempre meno libero degli altri, e chi meno libero si sente, è più docile strumento del potere costitutivo. L'autori– tarismo, dunque, preferirà sem– pre l'uomo schiavo del sesso = inappagato e con l'idea fissa, _..,._;u;/fferì,0 : ossessiva di iperbolici amori,~..,,, h, all'uomo soddisfatto e quindi ·· .. "' capace di un'analisi lucida del ~-..!l!!l!O!~!if,;;;~,ij(ii~lo...:-"! sistema, con le sue ingiustizie i suoi difetti, i suoi scandali. Ed ecco allora che la pornografia deteriore contro cui si scaglia– no quelli come Greggi fa il loro gioco, furbescamente: l'indivi– duo sessualmente represso è un'agglomerata di aggressività pronto ad esplodere: deve tro– vare canali di sfogo. Se li cerca e se li gestisce come vuole lui può diventare un pericoloso de– tonatore per il sistema: bisogna quindi canalizzare i suoi sfoghi: ecco allora il fumetto pornografico-popolare, dove l'illusione si può esaltare nell'il– lusorio contatto cartaceo con le tettute, culone e figone prota– goniste, immedesimandosi col protagonista che (rifacendomi al Re Nudo n. 41) «c'ha sempre il cazzo, la Honda, i Rayban, le palle, è forte, maschio, scopa– tore, e sborra sempre un casi– no». In fabbrica la collega di re– parto dalle gambe lunghe non ti guarda perché sei meridionale, l'impiegata ti può dar retta ma anche uno schiaffo se allunghi una mano per invitarla alla mensa, e allora sfogati privata– mente, nel mutismo del quartie- La pornografia è una forma espressiva valida nel momento in cui viene intesa come provo– cazione politica e culturale, co– me chiave inglese satirica, dis– sacrante, per scardinare i tabù imposti dal buon senso comu– ne, cardini della mancata libe– razione dell'individuo. Qui in Italia è il contrario: inve– ce di rappresentare un momen– to di liberazione, è uno stru– mento di castrazione; invece di contestare l'universo reaziona– rio dei rapporti interpersonali, ne è.diventato lo strumento edi– toriale. Al lettore sessualmente represso il pornofumetto italia– no offre come alternativa la vio– lenza: violenza continua del– l'uomo sulla donna, sempre in– tesa come un'oggetto, sugli omosessuali, sempre presi per il culo, torturati, usati ecc. Inol– tre, ben di rado le 'stesse eroine-oggetto hanno dei rap– porti sessuali normali: frustano, mordono, tagliuzzano, maltrat– tano al punto che il maltrattato dalla società industriale si rico nosce inconsciamente nel pr, tagonista e ne trae una effimr ·1 . (
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy