RE NUDO - Anno VII - n. 44-45 - agosto-settembre 1976

poter fare le pulizie, per poter costruire i cessi, portare l'ac– qua. Ho capito che l'organizza– zione era estranea a tutti quanti noi. A questo punto mi sono sentito molto estraneo a questo Festival. Poi ci siamo ritrovati di fronte al problema del carovita, ad una organizzazione capitali– stica all'interno di questo Festi– val dove si dice che ci deve es– sere un momento di unità del movimento. E questa unità non si può creare se ci si ritrova con le stesse strutture borghesi al– l'interno di un Festival che deve essere popolare. quindi è inutile fare un Festival di questo gene– re, ripetere le strutture borghesi fra compagni. E secondo me la rabbia che si è verificata era giustificata perchè rappresen– tava la nostra esclusione totale dal Festival. E qui dentro ho ca– pito che non c'era unità, ma la propaganda dei gruppi. La sera vedo sfilare LC che dice Lotta Continua per la rivoluzione; gli anarchici che ci dicono: il pote– re deve essere abbattuto; gli Autonomi che gridano Autono– mia operaia, lotta armata per la rivoluzione. lo non sapevo dove cazzo mettermi. Volevo comu– nicare con questa gente, e non ci riuscivo assolutamente, a li– vello personale. Ora ci siamo presi il microfono, credo che questo sia molto utile, e lo dob– biamo esclusivamente alle lotte che si sono condotte all'interno di questo posto!!!» 6 «lo vorrei fare un discorso un minimo più personale: cioè, l'e– sperienza che ho avuto in que– sto Festival mi ha ·insegnato che dei casini dell'Autonomia da una parte e di LC dall'altra, . nonostante io sia di LC, vera– mente me ne fotto! Mi pare uno scazzo a livello bassissimo. In questo festival, la cosa che mi fa più paura è che non siamo ancora riusciti a stare assieme. E non per colpa né degli auto– nomi, né di Lotta Continua, ne dei frikkettoni, ma per colpa del Capitale. Il capitale non siamo riusciti a vincerlo, neppure per soli quattro giorni, non ci siamo liberati per niente, e l'unica co– te. E m'hanno fatto violenza tut– ti. Secondo me la cosa da fare è questa: o diciamo che i festi– val non si fanno più, sono morti, e questa è una sconfitta, oppu– re cerchiamo per una prossima volta, di organizzarci prima noi, senza delegare tutto alla orga– nizzazione. Perché quelli che s'incazzano con la organizza– zione mi fanno ridere, perché il Festival dovrebbe essere no– stro di tutti, e dell'organizzazio– ne uno se ne può anche frega– re, si organizza da solo, se è capace. . (dal pubblico): Poverino, gli bruciano gli occhi per i lacrimo– geni!!! Gigi Noia «Compagni, vorrei so– lo dire di piantarla di applaudire e di fischiare, perché altrimenti qui non si comunica proprio, un cazzo.» sa che è venuta fuori è stata la violenza di tutti. E io dico: mi 7 hanno fatto violenza i compagni «Porco dio, io ieri io ho assistito autonomi quando mi costringe- ad un'assemblea dove la parte– vano a dover scappare per l'o- cipazione era una cosa vera– dore dei lacrimogeni perché lo- mente importante. Tutti ci era- . rosi dovevano divertire. M'han- vamo trovati qua e veramente no fatto violenza i compagni c'era la gente che tirava fuori miei di LC (dal pubblico) Pirla! tutti i problemi che erano emer– che sono venuti a sparare le si in questi quattro giorni. Qua– peggio cazzate e facevano più sto Festival, io me lo aspettavo casino di tutti; m'hanno fatto violenza gli anarchici, perché non sapevano stare con la gen- come una esperienza comuni– taria dove noi vivevamo in mo– do afternativo rispetto a quello 23 che invece fuori altre situazioni ci potevano offrire. Invece ci siamo trovati qui che avevamo gli stessi problemi come se ce l'avesse organizzato un produt– tore discografico. Diciamocelo chiaro: qua la musica che ci è stata offerta era chiaramente una musica data in pasto a noi per cercare di coinvolgersi nel– l'ottica dei venditori di musica. A noi questa musica non anda– va bene, questo fatto non ci soddisfava, non era la nostra · esigenza della musica, avrem– mo voluto avere degli spazi tutti i festival ci avevano insegnato ad avere. Ieri l'assemblea che continuava•cosi bene, e il dibat– tito stava arrivando a far vedere che le organizzazioni non pos– sono imporre una loro volontà sulle cose che portano avanti· se noi tutti non siamo d'accor– do. Ci siamo àccorti che il con– trapotere nasce anche all'inter– no delle cose organizzate c;!a compagni, e soprattutto li ven– gono fuori le contraddizioni che ci sono all'interno de'lle organiz– zazioni. Le organizzazioni ad un certo punto si dimenticano di quello che siamo e che voglia– mo e si tramutario in una indu– stria commerciale come quella che io adesso reputo faccia Re Nudo. Cosa fa adesso? NON fa nient'altro che offrirci delle fe– ste e dei Festival, si paga come se andassimo al Palalido come sala da ballo alternativa, ci fac– ciamo la nostra festicciola e poi via, fuori tutti. E questa cosa qua a cosa ha portato? Che ieri, durante l'assemblea, è bastato che arrivasse Andrea Valcaren– ghi, e a me sembra strano che ci sia ancora questa cosa del potere carismatico del Leader, che arriva qua e dice: compa- . gni la proposta è sentire la mu– sica e l'assemblea è aggiornata a domani. Nonostante ci fosse– ro stati compagni, ma compa– gni che non hanno il nome di Andrea, che era tutto il pome– riggio che lanciava proposte, che proponevano di cambiare le cose, proponevano di rinno– vare, proponevano un calmiere nuovo dei prezzi e queste cose qua. E oggi i prezzi son rimasti quelli che sono, non si sono ab– bassati. Ieri ci hanno dato Don Cherry come se niente fosse, e oggi siamo qui a dirci le solite cose ... Ora l'unica cosa che mi aspetto è che non può più esi– stere il ghetto della festa, la fine è stata firmata oggi! Noi ci tro– viamo insieme per portare avanti la lotta di classe sempre e comunque, contro chiunque faccia sempre il gioco che han- no fatto i padroni.» '

RkJQdWJsaXNoZXIy