RE NUDO - Anno VII - n. 44-45 - agosto-settembre 1976

20 compagni che erano contrari al Festival, e non hanno lavorato nelle commissioni di prepara– zione del Festival.· Ecco, questi fatti debbono far riflettere.• Allora, l'aumento sbagliato che c'è stato al nostro stand aveva questa motivazione. Non è sta– to perché il primo giorno si era venduto molto, allora al secon– do abbiamo deciso di sfruttare. Il primo giorno non è stato cotto nessun pollo, semplicemente perché non ha funzionato la macchina che doveva cuocere i polli. Allora, questi compagni che fanno queste affermazioni a cazzo, farebbero bene a ri- . flettere, prima, perché su que– ste cose si innescano dei mec– canismi spesso incontrollabili. Questi polli sono andati a male, non sono stati venduti (una volta scongelati, i polli non si possono più ricongelare). Allora, facen– do i conti della roba andata a male, in più verificando i punti che c'erano stati durante la not– te, e vedendo che con i prezzi non si sarebbe rientrati, i nostri standisti hanno fatto l'errore di aumentare il prezzo,, invece di sottoporre in assemblea o co– munque di discuterne con altri. C'è un altro elemento però. Quando c'è stato il primo cor– teo, si era deciso ed è stato detto che la segreteria aveva deciso l'abbassamento di alcu– ni di questi prezzi. Nella fatti– specie ci eravamo impegnati di riportare i polli al prezzo di pri– ma. Nonostante questo, un gruppo di duecento è partito per saccheggiare lo stand. Sia-· mo sui sei milioni di danni. È una cifra per noi pazzesca, co– munque non voglio fare i conti della spesa, anche se poi qual– cuno dovrà pur farli. Il proble– ma è politico, è stato affrontato cosi, e così va portato avanti. Però ìo credo sia sbagliato ìn una assemblea di compagni ci sia chi cì gioca su queste cose, chi cioè non tiene conto di que– sto tipo di realtà e fa della de– magogia. Far delle ·critiche alla gestione del festival è giusto, e ne parlia– mo. Noi possiamo dire che c'e– rano s,ette commissioni che hanno lavorato per tre mesi, e molti compagni potevano inter– venire, e invece i com·pagni che c'erano erano pochi. Sarebbe stato bello che questa volontà di partecipazione fosse venuta fuori anche prima. Poi c'è un'al– tra cosa. Noi avevamo detto che se l'ultimo giorno avessimo verificato la copertura delle spese, avremmo fatto, come il primo anno delle festa, di distri– buire la roba avanzata, facendo una festa collettiva. Quindi quello che vogliamo è di coprire le spese, compagni, perché nessuna delle organizzazioni presenti può permettersi di per– dere a vuoto dei milìoni, che non ha e che noi dobbiamo poi andare in giro a cercare. La si– tuazione, come gestione, è drammatica. Quindi, sentire dei compagni, o della gente che comunque fa allusioni su vo– lontà di speculazioni, su logica del profitto, su tutt'un'organiz– zazione presentata come capi– talistica di questa festa, è paz– zesco. Perché se abbiamo do– vuto chiamare i camion genera– tori di corrente, se abbiamo fat– to arrivare le celle frigorifere è stato semplicemente perché l'anno scorso molti compagni hanno protestato perché si po– tevano mangiare solamente dei panini. E allora avevamo pen– sato di fare un servizio adegua– to, 'di poter mangiare più de– centemente. E il fatto che molti compagni non si siano posti dal punto di vista delle organizza– zioni, di come risolvere il pro– blema dell'alimentazione e di tutti gli altri problemi, ma si li– mitino a chiedere unicamente, mi sembra molto sbagliato. A questo punto, vorrei fare una proposta operativa. Visto che è arrivato Don Cherry, il Canzo– niere del Lazio, Toni Esposito ed altri, io proporrei che l'as– .semblea continui domattina, e. che ora, essendo le otto e mez– za, si vada avanti con la musi– ca. Votiamo.» (si vota, e la stragrande mag– gioranza è per la musica) 27 «Si, ma scusate, compagni, non è questo il modo di portare a termine il dibattito!!! Perché è evidente che tutti vogliono a maggioranza il Canzoniere del Lazio, Don Cherry eccetera. lo voglio parlare del modo con cui si ascolta questa musica, del modo con cui viene fatta. Cosa c'è di nuovo in questo Festival, rispetto agli altri Festival? Qui c'è un casino di cantautori, di gruppi che ci invitano a battere insieme le mani, a fare insieme i cori, e questa la chiamano partecipazione? Fare insieme la musica? Fare la musica è qualcos'altro, fare la musica assieme significa esprimere quello che abbiamo dentro. E noi dobbiafT10cominciare a rie– ducare'chi vuole cantare. Que– sto non vuol dire che deve sali– re chiunque sul palco, perché anche il "palco libero" è uno spazio per mitomani, per gente che vuole fare bella figura, e manca anche degli strumenti tecnici indispensabili, utili per fare della buona musica. Il pro– blema di questa musica fatta assieme deve essere un proble– ma posto direttamente mentre suonano!!! È mai pqssibile che dopo quattro, cinque anni di Fe– stival, ancora questi cosiddetti cantanti di sinistra, cantautori non sanno neppure presentare le loro canzoni? È possibile che non riescono a fare ùn'interval– lo fra una canzone e l'altra a di– scutere e parlare assieme? Se ne vanno, come se niente fosse successo? E dall'altra parte si continua semplicemente ad ascoltare la musiea??? Ma a che servono allora i Parchi Lambro? Insomma, a me sem– bra che questo· Parco Lambro– sia ancora tutto quanto vec– chio. Mi sembra chiaro che og– gi in Italia non si può più fare una manifestazione da una par– te musicale e dall'altra di finan– ziamento. Bisogna impostare un rapporto diverso, diretto con gli artisti, e non sempre passare attraverso le case discografiche, gli inter– mediari!!!» 28 «lo vorrei mettere in discussio– ne quello che diceva prima Val– carenghi. Dopo tutto quello che è successo, credere di risolve– re il problema con un po' di mu– sica e basta, penso sia la solu– zione peggiore. Il problema è che a noi la buona musica ci piace. Però vogliamo 'ribadire due concetti fondamentali. Uno, è che ci siamo presi il pal– co, e continuiamo a gestirlo.· Poi, un'assemblea cosi grande non può risolvere tutti i proble– mi che sono nati in questo Fe– stival. La mia proposta è che si continui la discussione, ma che tutto questo bagaglio di discus– sione fatto, venga poi riportato fuori, nelle situazioni in cui vi– viamo.» 29 «Compagni, io vorrei chiedervi di calmarvi, di rompere questa violenza che si è creata fra di noi, perché è pazzesca, è parti– ta con delle cose giustissime, ma non contro di noi, fra noi.

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