RE NUDO - Anno VII - n. 44-45 - agosto-settembre 1976

12 prezzo di costo, intendendo per costo anche la gestione del Parco Lambro, cioè il Lambro deve uscire di netto. Non dob– biamo ricattare come fa. il pa– drone: io c'ho la fabbrica, per cui ti sfrutto come voglio io. Qui siamo fra compagni, e dobbia– mo mostrare un modo diverso di stare fra noi. Rispetto poi al discorso degli espropri di ieri, io personalmente non ero d'ac– cordo.' Comunque questa è ac– qua passata ...» (dal pubblico) palle! Dobbiamo discutere anche di quello!!! 6 «Un attimo, un attimo. Quello che volevo dire è che dobbiamo discutere e tirare fuori delle proposte concrete per andare avanti. Dobbiamo discutere de– gli espropri che si sono fatti fuori. Per me questo era sba– gliato, per un semplice motivo: qui siamo in centomila, però oggi eravamo là solo in cinque– mila, se c'eravamo ...» (dal pubblico) non è vero! Era– vamo in meno! 6 «Benissimo, mi date ragione! Mi dicono che erano quaranta persone, per cui andare a fare un esproprio quando viene coinvolto tutto il Parco Lambro, senza che si sia mai discusso di questo, per me è un suicidio, non è un lavoro politico, perché delle cose dobbiamo discuterne assieme, e non in quaranta, quando qui nessuno ne sapeva un cazzo. Questo non è un ge– stire le cose, non è essere co– munisti. Se vogliamo stare as– sieme, le cose le discutiamo, e se poi decidiamo di tare un'e– sproprio, lo dobbiamo decidere tutti, non in quaranta e farlo in quaranta. Perché se la polizia _ entrava, distruggeva la festa a tutti!!! Capito??!!» 7 «Qui secondo me si è verificato che da una parte c'è il movi– mento, un movimento di un cer– to tipo, che è venuto fuori da tutto un tipo di lotte, e dall'altra parte ci sono delle organizza– zioni che hanno organizzato questo festival e che solo in parte hanno capito le esigenze che venivano fuori da questo movimento. In generale, non ci hanno capito un cazzo. C'è un soggetto politico di tipo nuovo che è venuto fuori dalle lotte di quest'anno, che. si è espresso attraverso la occupazione di case per i giovani, attraverso la richiesta di salario sociale sen– za lavorare, perché il lavoro è .sfruttamento e la nostra lotta è per l'abbattimento del lavoro salariato e dello sfruttamento. Per questo noi vogliamo socia- borghesia e dal capitale, io non lizzare la ricchezza senza do- riesco a capire, ad esempio, verci prostituire per produrla e perché la disinformazione sia solo a vantaggio dei padroni. stata qui uno dei momenti più Non è ·un movimento degli importanti ed è stata, in pratica, scoppiati, non è un movimento una delle maggiori componenti degli emarginati, è il movimen- che ha determinato questo sta– to che unifica chi non lavora, e to di cose. lo dico che la re– chi è costretto alla mattina a sponsabilità dell'organizzazione timbrare il cartellino e a farsi un è molto grande, anche per culo così. Perché tutti sarebbe- quello che è venuto fuori qui ro contentissimi di andare a la- oggi. Cioè o l'organizzazione vorare e di avere i soldi lo stes- pensa che qua non ci si1;1no dei so. Per cui dico che questo tipo compagni, e allora, se non ci di esigenze e questo tipo di sono dei compagni, mette dei soggetto politico che si esprime servizi d'ordine efficienti e or– con comportamenti nuovi, non ganizzati bene. Oppure pensa è stato capito da alcune orga- che qui ci sono dei compagni e nizzazioni che ci sono qui, e in li deve responsarnlizzare, in pri– generale non è stato capito da ma persona, ad assumersi re– nessuno, né qui ne fuori. Quello sponsabilmente la gestione e la che è successo qui è una difesa di questo festival contro esemplificazione dei contrasti qualsiasi tipo di provocazione - che f'erano prima del festival, ammesso che gli espropri siano che Ci saranno anche dopo il una provocazione -. A questo Festival. I casini che sono sue- proposito penso che gli espro– cessi durante il festival sono pri siano una pratica politica, stati prodotti da questa con- giusta, che però va coltivata, traddizione fra l'essere nel mo- perché i quaranta che sono an– vimento e la organizzazione del dati dovevano venire qui a di– Festival. Per cui non c'è niente scuterne con gli' altri, e se noi da scazzarci,'ma c'è solo dari- non eravamo d'accordo, l'e– fletterci,sopra. È chiaro che l'e- sproprio non si faceva. Poi, sproprio fatto qui dentro, se è questo Festival non l'ha sentito giusto da un 'p'unto di vista poli- nessuno come suo, è stata una tico, dall'altra parte provoca la merda, una merda, parliamoci polizia che viene a sgombrare il chiaro. L'unico momento quali– Parco. Per cui il problema è di ficante di questo Festival è que– continuare questo tipo di prati- sta assemblea. Dimostra che ca politica, di organizzarci par- c'è gente che ha fatto chilome– tendo dai propri bisogni all'in- tri per venir qui a parlare, e non terno delle situazioni in cui sia: per ascoltare della musica, mu– mo, e quindi, dopo il Festival, sica messa dall'alto. Ma sono riprendere questa problematica venuti qui per parlare, per di– e questa pratica concretamente scutere, per sentire in prima nei quartieri e nelle fabbriche persona questo momento im– dove siamo. lo dico che se la portantissimo.» disinformazione è voluta dalla (dal pubblico): Vogliamo la mu- . ' sicaaa! 1 .1 7 «Ecco, davanti ai fatti che sono successi oggi, uno che dicevo– gliamo la musica dimostra una totale incoscienza ·politica, scu– sa, compagno!!! Questo micro– fono è la prima volta che lo ab– biamo, no? è la prima volta, e questo deve far riflettere i com– pagni, sia dei gruppi che delle organizzazioni, perché un Festi– val popolare, dove il microfono, che è un centro di potere, viene tenuto qui e difeso, allora non è più un Festival del proletariato giovanile. E allora io propongo che il palco sia veramente di tut– ti, da questo momento alla fine del Festival!» 8 «lo sono qua da quattro giorni e ancora non mi sono divertito. Prima ho visto lo spettacolo del Festival, e non è stato molto bello. Poi quello della contesta– zione, che era un po' peggio. La gente continua a lamentarsi che non si parla fra noi, che non ci diverte, non ci si cono– sce, e invece di cercare di fare tutto questo, siamo qua, tutti seduti, e chi parla da un micro– fono, chi sta a sentire, e tutti più o meno gridano gli slogan per la loro linea politica. E il quarto giorno, fra poco ce ne andiamo. Vogliamo divertirci, puttana eva??! !» 9 «lo vorrei dire ancora una cosa sull'esproprio. Qui c'era un compagno che diceva che biso– gna espropriare i supermercati ecc. Ok, dico io, ok: vado ed esproprio. Però io vorrei chie– dere una cosa: io risolvo il. mio

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