RE NUDO - Anno VII - n. 43 - luglio 1976

6 Ciao. È molto bello ogni tanto (una volta al mese!) leggervi, pen– sarvi, scoprirvi per capire. Capire certe volte quello che volete dire, che vorreste far capire a chi, come me, ne ha bisogno. Ho bisogno di voi perché mi fate sentire fra tan– ti, non isolato, con gente che bene o male fa esperienze di vita alquanto simili alle mie. Cioè, è molto bello incontrarvi cosi, in edicola voi con i vostri pensieri impressi sulla carta, io con le mie menate impres– se in quella costante di vita che può essere la mia mente. Cerco un dialogo con voi, con la gente come voi, come me forse, perché io vorrei essere come voi nel senso della vi– sione delle cose e della vita. Ci riesco solo tramite il gior– nale, o anche durante quelle assurde bellissime ma a volte anche monotone feste da sballo da voi organizzate, o meglio senza dubbio create e vissute continuamente da voi. Cioè, i miei casini sono di ca– rattere, vorrei comunicare con la gente. Ci riesco m·a a fatica, e anche male, certe volte. Ci riesco bene quando mi sento libero e assieme a gente che credo come me, e ci riesco con lo spino in ma– no, però (anche se poi fra quella gente c'è molta ipocri– sia megalomania esclusivis– mo). Non che me ne faccia una colpa (pensandoci però il dubbio c'è) ma vorrei essere così sempre. Sarebbe bello inventare: inventare una ra– gione di vita che vada al di so– pra di certe bieche occasioni di speculazione di felicità e di ipocrita star bene. 11mio pen– siero è che Re Nudo dovrebbe essere più concentrato su certe cose che vanno dall'in– tervista a «gente» alle recen– sioni su dischi particolarmen– te buoni. Dovreste, scusate, dovremmo (forse, è anche questo un mezzo per collabo– rare) essere più obbiettivi. Prima giudicare il disco, ad esempio, e poi la persona che l'ha fatto. La persona può es– sere sputtanata (F. De Grego– rì, ad esempio), ma il disco è bello. Più obbiettività, più sto– rie di vita dei compagni e ma– gari anche notizie, più notizie su tutto ciò che può interessa– re ed essere utile a chi aven– do fatto o volendo fare una scelta alternativa del modo di gestire la propria vita si ritro– va poi sempre a frequentare la solita gente, il solito gruppo perché non sa dove sbattersi, con chi, e con la gente che c'è in giro oggi, gli infiltrati ci sono e ci saranno sempre. Quindi notizie di vita, di vita autogestita ma non autoemar– ginata, non ristretta a pochi. Re Nudo deve esistere e deve essere ancora meglio. Deve esserci ancora più aiuto a tut– to ciò che c'è di irrisolto in noi e per noi. Ciao Bruno Cari amici, da qualche tempo ho ricomin– ciato a leggere il vostro giorna– le. Purtroppo ho da farvi un'an– notazione: avete lasciato spa– zio sulle vostre pagine al F.U– .0.R.I., alle femministe e non dedicate che sporadicamente qualche parola a noi che siamo costretti alla vita militare. E ciò è molto grave secondo me (non so se la vostra negligenza sia dovuta ad una scelta precisa o casuale). Eppure nelle caser– me c'è una gran massa di gio– vani che sopporta e lotta contro una situazione repressiva e au- Milano ,28 giugno 1976 Parco Lambro EUGENIO FINARDI Dalle ore 20.00 Eugenio Fl..nardi va a "Diesel 11 propulsione per un r~tmo urbano. toritaria e che non trova eguali, per la sua bestiale e sfacciata violenza in tutto il marciume della società borghese. lo sono uno dei tanti che ha lot– tato e che lotta quotidianamen– te contro l'inquadramento e l'autoritarismo che si mostra completamente nudo in tutta la sua ottusa e assurda inutilità, per non farsi deformare dall'or– rendo meccanismo militare il cui compito principale è quello di trasformare ogni individuo in un burattino pronto a scattare al minimo ordine che gli viene urlato e sussultare ed aver pau– ra di ogni suo più piccolo gesto spontaneo che deve essere estirpato perché il trattamento abbia completamente effetto ed egli abbia completamente effet– to ed egli si aspetta la voce dal– l'altro che gli indichi cosa deve o non deve fare. Anche il cortile all'interno della caserma, enor– memente vuoto, serve a questo sottile scopo, ti fa sentire infini– tamente insignificante e conti– nuamente controllato da mille occhi invisibili e sovrannaturali. E tu lotti e stringi i denti per non farti intimidire dalla immancabi– le punizione che attenderà qualcuno dei tuoi colpito con cieca determinazione quasi con questo divertito atteggiamento che ha come unica giustifica– zione l'arroganza del potere. Ma per fortuna non ci riesce che in pochi casi a trasformarti e dopo quell'anno o poco più che sei costretto a sopportare di tutto, e mangiare quello che ti si mette davanti, doverti lava– re vestire svegliare parlare chiavare come e quando dico– no loro, torni alla tua relativa li– bertà di borghese con più rab– bia in corpo e consatS'evolezza di dover lottare. All'interno della mia caserma abbiamo organizzato un nucleo di compagni e già fatto qualche azione come il volantinaggio sotto ai cantieri navali (poi ri– cambiato), la partecipazione in ·massa ad un concerto degli Inti-1llimani accompagnata da slogan e saluti. a pugno chiuso, un paio di volantinaggi interni al– la caserma (sotto ogni branda) e bucatura delle ruote delle au– to degli ufficiali più reazionari e gavettoni notturni ai più ruffiani e alle spie. Stiamo cercando di organizzarci anche il tempo li– bero, suonando e cantando in gruppo nelle camerate o ten– tando di incontrare i compagni militanti di organizzazioni fuori dalla caserma organizzando pranzi e «fumate» collettive sia fuori che dentro la caserma. Purtroppo però molti compagni dopo i primi tentativi di far poli- tica e le prime reprnssioni spesso si rassegnavano, ce– dendo ad una specie di apatia dopo la constatazione che il si– stema riesce ad insolarli abba- stanza bene dal mondo circo– stante, dai compagni del movi– mento, che qualche volta si mostrano abbastanza freddi nei loro sguardi, e non cercano di aiutarli nella loro lotta e nel loro desiderio di riappropriarsi per quanto possibile e parziale di un po' di sincerità e di apertura verso la gente che spesse volte ti maltratta o ti sfrutta o ti guar– da con occhi carichi di rancore senza motivo. È strano, forse saremo dei sog– getti impressionabili, o delle im– pressioni soggettive (ma non solo mie, comunque). Ma, se non è vero,-perché allora, a vol– te ci si domanda, i compagni e la gente ignora il nostro proble– ma, non ci da una mano perché non si cerca l'abbraccio dei compagni costretti in grigiover– de, perché non organizzano fe– ste da ballo e musica all'uscita della caserma e stare tutti as– sieme e parlare di tutti i proble– mi e delle lotte da portare avan– ti, ma senza farsi cercare come delle prime donne cui bisogna chiedere la carità di qualche parola o di un po' di fumo, o di un piatto di pasta fatto a modo nostro, senza dover spendere 2000 lire, quattro giorni di pa– ga? Spesso noi compagni all'u– scita della caserma siamo tanto scoglionati e apatici che l'unica alternativa sta nell'andare a chiudersi in un cinema e vedere il primo film che capita, magari porno se è possibile, e così riu– scire a farsi una sega nel cesso maleodorante della camerata riuscendo a fantasticare con più facilità (perché magari con una puttana non provi niente o. non hai abbastanza soldi), o andare a farsi una pizza. È difficile coinvolgerli, farli sta– re assieme (uno di noi purtrop– po è pedinato costantemente

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