RE NUDO - Anno VII - n. 43 - luglio 1976

LAVORARE FA MALE Sul lavoro si sono spese tantis– sime parole, sono stati scritti tantissimi libri, si fanno confe– renze, dibattiti; moltissima gen– te illustre (?), tutti i giorni, tenta di spiegare che il lavoro è un di– ritto, che senza di esso la so– cietà va a rotoli. Lavorare è giusto - dicono -, solo bisognerebbe lavorare in modo migliore. Tentano di spiegare, di far capi– re con frasi bellissime (?) a noi operai che in fondo in qualsiasi sistema il lavoro è sacro! BAL– LE! lo quando leggo (e per for– tuna poco) queste cose mi in– cazzo come una bestia. Ma co– me si permettono, loro, di scri– vere, di parlare del lavoro, di teorizzare cose che non vivono in prima persona; provino ad andare in fabbrica, alla catena di montaggio o a scopare i ces– si, allora si che riderei di gusto vedendo cosa scriverebbero per salvare questo «giusto e sa– crosanto lavoro». Ora voglio scrivere anch'io qualcosa sul lavoro (penso di averne il diritto) senza frasi o teorizzazioni che neanch'io ca– pirei, senza dati di produzione o robe simili, semplicemente rac– contando una giornata come tante (purtroppo!) di lavoro. .......... PRONTI?? VIA! Prendiamo un giorno a ca- so.......... il martedì. ........ . Aldo, Aldo ... Aldo, svegliati, è ora ... è tardi. .. - Grumsht - (per non dire por– co dio) eh si, perché per chi co– me me vive in. casa di sua ma– dre (cattolica credente) avere menate anche appena svegli è troppo! Piano piano apro un solo occhio e sto male, addosso ti arriva una rabbia mista a paranoia; da una parte vorresti mandare tut– to e tutti affanculo, dall'altra pensi alla fatica che fai ad arri– vare a fine mese con la lira, e allora? ... Allora porco di un dio!. .. Ti alzi. .. tentando di pen– sare a qualcosa di bello (la se– ra... alla sera ... ), ma il trauma è troppo forte e come incontro il viso di mia madre (50 anni di lavoro in una fabbrica tessile, ora invalida con 60 carte al me– se) mi viene la voglia di piange– re, eh si. .. e per un attimo pen– so alla sua vita da proletaria sfruttata - sul lavoro - in casa - nel fare all'amore - nella vita - nei rapporti con me - penso meccanicamente a queste co– se e mi avvio con la testa bassa verso ... lavarti - mangiare - vestirti... non parlare - non esplodere - e scendere le sca– le - e avviarti verso ... il lavoro. In strada ... La strada ... che di sera (al ritorno) la guardi e ma– gari ti da anche buone vibrazio– ni... è molto triste, nervosa. La gente che incontri è nel tuo stesso trip ... sguardi tesi --, in– cazzati - mezze parole - è molto difficile comunicare - stai male - sei come un auto– ma che va perché deve andare e forse non ha il coraggio di fer– marsi?! ... All'orizzonte ti appare «LEI»; sembra una signora in decol– leté, con i suoi cancelli lucci– canti, la scritta illuminata, le lu– ci, i rumori. .. sembra un acido (andato a male). Superato il primo attimo - tu non esisti più - un'altra perso– na si fa posto dentro di te - 1 111111111111111 1 ~111111 1 111111111■:=='':;;;,;;::·~]1 11 iiiim.::=='r 1 } · (i :;: •'• .•,•,:•:•:•:•:-:,:{ cessi di esistere come uomo - inizi ad esistere éome macchi– na da produzione - come un pezzo di una catena che deve fare - dire - fare - per quella catena. Durante il lavoro il tempo ti sembra eterno, il compito che ti hanno affibbiato ormai lo sai meccanicamente e lo fai con la forza dell'abitudine e questo, cari compagni, è molto duro e triste. 11 capo ti comanda - la mac– china ti comanda - i sindacati ti comandano - il tuo stesso compagno di reparto, che è nella tua stessa situazione, ma– gari non cosciente ti comanda ! tutti ti comandano - porco di un dio c'è da impazzire ... e allo– ra? ... allora nascono e succe– dono quelle cose che ti portano a sbattertene di tutto e a lavora– re il meno possibile, benissi– mo! ... : ,benissimo fino a un cer– to punto, perché non tutti sono come vorresti. Un casino di operai, specialmente gli anzia– ni, sebbene siano sfruttati e re– pressi dentro e fuori, hanno una maschera che il padrone piano piano gli ha incollato sulla fac– cia e praticamente fanno, an– che se. in maniera diversa e senza rendersene conto, il suo discorso - ti considerano fesso - illuso - e, credetemi, sono le cose che più fanno star male, perché essi appartengono, vuoi o non vuoi, al tuo stesso carroz– zone. È come stare in una caserma - fisicamente e mentalmente -. Le uniche gioie le .ricevi quan– do, per un qualsiasi motivo, la produzione si interrompe - si guasta una macchina oppure se ne va la corrente ele1rica o storie simili. 5 I discorsi che si fanno, quando non si parla di cose sindacali a livello di fabbrica, sono tipo: «quante fighe scopi la domeni– ca - la macchina (quella a 4 ruote e un volante) - la partita di calcio (con le varie compra– vendite di giocatori) - i finocchi - il film della sera precedente in TV... e via di questo genere. E credetemi, tentare di sradica– re questa droga che il sistema, in fabbrica, fuori, giorno dopo giorno, inietta in testa alla gen– te, non è facile (però è possibi– le, meno male). 11 tempo passa e arriva il suono della sirena ... ritimbri il cartelli– no con il tuo numero (io ho il 965) e esci. .. già le facce sono più allegre, ti viene persino vo– glia di ridere ... te ne vai per la tua strada ... 8 ore al giorno così per 5 giorni alla settimana, 4 settimane al mese, 1_2 mesi all'anno, non ci voglio pensare ... Ecco compagni lo schifo di vita che la maggioranza di noi è co– stretto a fare SVEGLIA!!! PORCODDIO!!! P.S. Un okey per il giornale, va avanti benissimo politicamente (forse un po' meno finanziaria– mente). Migliorate, se vi è pos– sibile, graficamente - disegni - colori - e tutte quelle bellissi– me cose (che poi in fondo sono anch'esse politiche) che sono proprie di un giornale di movi– mento. Ah! Volevo anche dirvi che FLASH, come centro alter– nativo, si è sciolto; ora alcuni di noi stanno tentando di mettere su una radio (ti ricordi An– drea?) .:. speriamo bene? ... Ci sentiamo per il festival. un abbraccio gioia e rivoluzione Aldino

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