RE NUDO - Anno VII - n. 43 - luglio 1976
Janis Jan, BETWEEN THE LI- cune imprecisioni. che tuttavia NES, (CBS) non danno fast1d10. E questo scusate se è poco. Questa Janis Jan l'avevo già In secondo luogo. non c·è solo sentita un po' di tempo fa, e mi Guthrie nel disco e nel loro re– aveva colpito molto, soprattutto pertorio. ma canzoni tradizio– per i testi, e per la voce dolce nali Italiane e straniere. queste ma mai melensa. ~ltime sempre praticamente In questo suo LP si conferma tradotte (ecco forse un piccolo l'impressione che ne avevo difetto sta in un'atteggiamento avuto. Questa cantautrice (le che corre il rischio di essere un canzoni sono tutte sue) centra po' troppo didascalico). molto i brani sulla propria voce, E infine, le canzoni sono belle. e sull'atmosfera delle parole. Certo, ci sono reminescenze un C'è una tonalità diffusa in tutto po' di tutti: dal Nuovo Canzonie– il disco, spesso soffusa ma re agli lnti-illimani, dalla Baez a sempre presente (come in The Donovan o ai cantautori scoz– come on). un buon gioco di so- zesi ed irlandesi. Ma, anche vrapposizione di voci. Spesso qui: una buona esecuzione me– ricorda Melanie, ma altrettanto rita tutto il suo rispetto, e poi spesso il paragone gioca a suo comunque il Gruppo Folk Inter– favore. Ogni tanto si riscontra nazionale non aveva altri scopi una scarsa fantasia nel basso, se non fare delle buone esecu– ad esempio, o nel piano, che zioni e far conoscere in giro accompagna ripetendo la melo- con spettacoli «militanti» certe dia, senza guizzi particolari. canzoni e certi contenuti di lot– d'inventiva. Oltre a Melanie, è ta espressi attraverso canzoni presente qui e là anche Carly anche in altri paesi. S1mon, Carol King e in alcuni Ecco, forse una cosa che si può passaggi anche Jony Mitchell. un po' rimpreverare al gruppo e Si sà, è la scuola, ma a lungo al modo come si presenta (ho andare la cosa ha cominciato a avuto modo di sentirli due volte stufare. Siamo ben lontani co- dal vivo) è quello di avere un'at– munque dalla perfezione inven- · teggiamento un po' troppo mili– tiva della Mitchell, dall'uso della tante. Voglio dire, va benissimo voce e della chitarra. Ma non è la canzone di Guthrie sui mes– detto che tutte debbono essere sicani che muoiono esportati e uguali. Unica pecca fortemente deportati come schiavi, ma la negativa è che questo disco è lotta non è fatta solamente di stato in testa alle classifiche fatti tragici e «esemplari». An– americane degli LP. Ma può es- che in America, e anche Guth– sere un'eccezione, come è sta- rie il personale ha un senso, e to per i Rufus. non astrattamente, ma voglio S.S. dire, ci si ama, si sta male e ci si odia dappertutto, no? E l'op– pressione procede per mille ca– nali allora bisognerebbe stare attenti a non fossilizzarsi troppo su una linea alla Stormy Six vecchia maniera, tanto per ca– pirci. Ma credo che i nostri ab– biano capito benissimo. Sono tutti molto bravi, puliti ma non troppo, e in particolare la Zanuso ha una voce (come in Deportee o Orange Blossom Special) degna della migliore Baez. e Mony Ovada dà un Grllppo Folk I t buon corpo alla voce maschile. · n ernazionale (L'Orchestra) Brava anche la Silvia Paggi, ul- Eccoci davanti ad un vecchio discorso, che però non è mai inutile riaprire. Se uno canta le canzoni di Woody Guthrie di– verse da Woody Guthrie ma ugualmente efficaci. e le fa co– noscere. spiegando il testo. ha senso o no? Da come è posta la domanda. la risposta viene spontanea: Noo! c'è già Woody Guthrie. E invece dite una caz– zata. Perché? Inn~n~itutto. la gente del Grup– po in questione suona bene. è 110110amalgamata. a parte al- timo acquisto del gruppo. Tutto OK. ma un po· meno militanti per favore. compagni ... !! ' s.s. John Mayall. NOTICE TO AP– PEAR. (CBSl Ahi. ahi. ahi. Oppure: bene. bene. bene. i miti cominciano a cadere. Uno dopo I·aItro stanno uscendo dei· dischi di gente che una volta si com– pravano a scatola chiusa. Gli Stones. Dylan. Muddy Wa– ters. come dicevamo nel nu– mero scorso. Ora è la volta di John Mayall. che ha fatto un disco a dir poco penoso. dopo quello a cui ci aveva abituati. Nessuno rimpiange il passato di per sé. ma se il nuovo è così banale e commerciale, allora non si può far a meno di pensare a dischi come «The Turning Point», all'uso dell'ar– monica, della chitarra, della voce che avevano fatto di Mayall uno dei più bravi Blues-man bianchi nel mon– do. Questo disco delude in tutto. Un'orchestrazione da Phila– delphia S_ound, con tanto di coretti. le trombe di sottofon– do. e una base musicale pres– soché identica in tutti i pezzi. Ritmi funky, ma neanche tan– to, sembra un disco già senti– to almeno cinque volte. Si è perso tutto. non c'è più im– provvisazione, l'armonica è andata a farsi benedire, gli assoli di chitarra sono degni di una discoteca di terza cate– goria, insomma un disastro. Ci sono una o due buone intui– zioni, come l'attacco col pia– no elettrico in Hale to the man who lives alone (scritta non a caso dal suo produttore negro Allen Toussaint) subito però sommerso da batterie, trom– be e tutto il resto. È finito an– che Mayall? Sembrerebbe di si. purtroppo. Forse non é detta l'ultima .. ma se tanto mi dà tarito ... S.S ( 47 Giorgio Gaslini. Bruno Tomm.1- so. «Canti di popolo in Jazz» (P– DU) Giorgio Gaslini lo conosciamo tutti. nel bene e nel male. e 11011 si tratta quindi.tanto di cant;irne le lodi o di criticarlo. È pit:1 o meno. un'artista di movimento (viaggia anche molto. é stato invitato al festival del Jazz ;i New Orleans. lo abbiamo sapu– to dall"Espresso). Parliamo in– vece di questo suo disco. Come dice il titolo è un·interpretazione– riadattamento di alcuni brani di musica popolare noi~ solo italia– na con pianoforte e contrab– basso suonato dtil brtivissimo Bruno Tommaso. A contatto con questa musica. Gaslini 11,1 abbandonato unti certa ricerc,1 di perfezione stilistica ct1e spesso tendeva a diventare una fredda esecuzione. ottima. m,1 abbastanza asettica. per pas– sare invece ad un suono molto più vivo. ricco e pieno d'inventi– va. ponderoso e molto soncro. Il risultato é una serie di brani che si fanno ascoltare molto piacevolmente. intensi ed espressivi. in cui si possono vo– lendo ritrovare moltissimi ac– cenni e «omaggi" (come è scritto sulla copertina) a piani– sti come Dollar Brand ma an– che Lenny Tristano e altri. Quello che colpisce molto favo– revolmente è l'intensità espres– siva da un lato. e un atteggia– mento non ripetitivo o intellet– tualistico nell'approccio con la musica popolare. C-è cioè una fantasia di suono e di esecuzio– ne che lascia sperare molto be– ne nel futuro Gaslini. che si spera segua un po· più la pro– pria venea e voglia di dire delle cose che sente. piuttosto che dover fare dei concerti o dei brani «per le fabbriche occupa– te" in cui e invece molto ambi– guo il rapporto fra quello che vorrebbe dire e quello che inve– ce gli viene richiesto di dire c;uonare.
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