RE NUDO - Anno VII - n. 43 - luglio 1976
42 POESIA E MOVIMENTO Nell'ultimo numero abbiamo parlato dell'amore & della poesia all'interno del movimento e abbiamo pubblicato del– le «poesie d'amore eterosessuale•: parole che riflettono la difficoltà oggi di un rapporto uomo-donna, la differen– za, a volte la guerra. In questo numero abbiamo voluto pubblicare delle «poesie d'amore lesbico», tratte da una raccolta che uscirà anche in libreria (prestissimo) e curata da Laura di Nola. Pochi sono state nel corso della sto– ria gli esempi di poesia-donna e ancora meno quelli che la cultura maschilista si è degnata di tramandare alle ge– nerazioni future: l'unico passaporto perché ciò avven;sse era che quel poeta-donna scrivesse «come un uomo» (o quasi, o almeno cercando di imitarlo). Per questo crediamo che la più alta espressione, la più nuova, la «più rive– lata» appunto della poesia nel movimento sia la poesia-donna. Un linguaggio ancora da inventare forse, da libera– re ancora sotto strati di oppressione, miserie e modelli di comportamento (squallidi) e a senso (o sesso?) unico. Un linguaggio (il corpo) che prima o poi saprà cambiare il mondo. La repressione ha sempre toccato la donna a tutti i possibili li– velli. I primitivi invidiavano in, lei la possibilità, che appariva quasi magica, e sua esclusiva, di creare la vita, e nei riti di sub– incisione facevano sanguinare il loro pene come se avesse il mestruo, rendendolo simile alla vagina creatrice, acquisando così la sicurezza che li avrebbe portati al predominio patriarca– le, proiettando sulla donna la passività totale, fino a renderla semplice oggetto, e non più soggetto. · Da allora la donna è stata castrata in ogni sua manifestazione: il suo privato è stato reso una cosa vergognosa, senza possibi– lità di estrinsecazione. La sua vita non doveva essere che un ri– flesso di quella dell'uomo, la sua creatività - spogliata di ogni magia - doveva solo servire alla riproduzione di oggetti di pro– prietà del maschio ed educati ad un'ideologia .fallocratica. Poesia d'amore e d'amicizia verso le altre donne erano quindi doppiamente deprecabili: non solo perché appartenenti al per– sonale, ma perché rappresentavano una deviazione rispetto al– l'uomo come punto centrale, come unicum della sua esistenza. Quindi la raccolta di poesie che mi sono interstardita a fare, comprese ne) volume: ,,Da donna a donna» ha rappresentato per me e credo per altre compagne, un tentativo di rompere certe incrostazioni, e lo sforzo - perché sforzo c'è stato - di portare alla luce senza esitazioni e ripensamenti, il proprio pri– vato, il cui riconoscimento costituisce già una delle lotte essen– ziali della donna. Laura Di Nola LA STREGA Mi hai accettata lo strega espressiva di rughe da lungo espresse Mi hai accettata lo non di riti perversi di magia nera ma esordiente in questo nostro muoversi tentennante di donne inquiete che quei bastardi chiamano lesbiche e puttane Mi hai accettata lo prostituta stanca marchettatrice in esclusi.va o quasi in uno di quei milioni di bordelli che quei bastardi chiamano famiglia Mi hai accettata lo donna innamorata finalmente di questo corpo d'amore da tanto fantasticato che quei bastardi chiamano psichicamente inferiore fisicamente buco Di mille momenti è già vecchia o appena giovane per la strega il tempo è un'astrazione questa storia bella che tu e io stiamo inventando insieme E la strega è qui a braccia tese che as etta le tue n ani nelle sue Oggi è festa per me. suonano le campane il paese è invaso da paramenti sacri, le vecchie ridono come pazze forse ti vedrò. Fa suonare i tuoi campanelli, il sqle illumina facendo capriole ogni nervo è teso verso di te la fessura d'un dente può solo dare spazio ai raggi dorati del tuo sorrido. Oh, vorrei come il principe delle fiabe prenderti in braccio, e portarti verso il cielo, su una scala invisibile giacere su una pallida nuvola senza tempo ornata dai tuoi capelli lunghi più del mio amore,· che circondano il mondo. Fuori dal sesso e dai ruoli, dove esistono solo conchiglie aperte di madreperla gelatine illuminate da una pallida luna boschi silenziosi e spenti. Vorrei essere tua madre e consorte in sacre nozze pervertite ricreare un universo solo fantastico, camminare saltando su cieli. Via i rumori, gli impegni, le dicerie, il mondo non può far incontrare gli animi, ma staccarli Dove vuoi andare? Prendere il treno del lavoro e quello della ragionevolezza Sono come Orfeo senza Euridice, perché è nella vita che si hanno le perdite impossibili e pazzesche,. non nella morte, dove ci si incontra in silenzio.
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