RE NUDO - Anno VII - n. 43 - luglio 1976

24 R ' • I , , ~ j '() gino o meglio assume tutte le sembianze e può apparirti in questa checca affascinante o in questa donna australiana. Dietro la repressione dell'omo– sessualità si cela un'omoses– sualità come ponte, ponte ver.– so l'ignoto (o, forse, verso ciò :;;...,,-,- ... _____ ._ _____ che sappiamo da sempre senza --~ saperlo). Dante non se la senti– va di attraversare questo ponte perché aveva paura. Troppa gente ancor oggi ha paura di AMOR CHE A NULLO AMATO AMAR PERDONA . IO SONO UNA GRANDE FI– NOCCHIONA Dante cita, tra i sodomiti con– dannati all'Inferno, molti tra i più prestigiosi e autorevoli uo– mini pubblici delle città toscane del suo tempo. A differenza del– la grande maggioranza degli al– tri dannati, di loro egli parla quasi sempre in tono elogiativo, malgrado li giudichi rèi di pec– cato tanto gravé e funesto dari– sultare addirittura innominabile (peccatum illud horribile inter Chrlstianos non nominandum). Nei due canti dedicati agli omo– sessuali (il XV e il XVI), una pa- , rolà esplicita che definisce la natura del crimine «contro– natura» che è costato loro la dannazione non viene mai espressa. Essi furono sì uomini esemplari, ma commisero una colpa terril9ile capace di per sé di calarli per sempre nelle vi– scere dell'Inferno. Eppure, Oante stesso traduce in altissi– m.a poesia il desiderio omoses– suale in lui latente (sebbene, in base agli scarsi riferimenti sto– rici che pòssediamo, non ci si possa ritenere autorizzati a considerare il suo un raro caso di omosessualità completa– mente rimossa). Infatti, parlan– do dei sodomiti, scrive: «S'i fossi stato dal foco coperto gittato mi sarei tra lor di sotto, e credo che 'I dottor l'avria sof– ferto; ma perch'io mi sarei bruciato e cotto, vinse paura la mia buona vo– glia, che di lor abbracciar mi facea cotto» (Inferno, XVI, 46-51). Un'interpretazione gay potreb– be leggere dietro l'allegoria di questi versi: «Se io fossi stato al riparo (coperto) dalla persecu– zione dell'omosessualità (foco: al tempo di Dante gli omoses– suali venivano condannati al ro– go), mi sarei fatto inculare fra loro (o da loro, con loro: gittato mi _sareitra lor di sotto) e penso che Virgilio l'avrebbe tollerato, concesso (l'avrìa sofferto: è no– to che Virgilio era frocio; soffer- passare realmente sull'altra to, da sofferére o sofferire, de- sponda. Il movimento gay rivo– rivati dal latino sufferre, com- posto da sub, sotto, e terre, portare: Virgilio avrebbe porta– to Dante sotto, cioè l'avrebbe indotto all'omosessualità); ma poiché avrei subito le pene del– la persecuzione (mi sarei bru– ciato e cotto: il rogo), la paura vinse il desiderio (buona voglia) che mi infuocava (cotto) di ab– bracciarli,,. Si noti come la ripetizione, nella rima, della parola cotto (usata da Dante in base a due diffe– renti significati) sottolinei lo stretto legame esistente tra persecuzione (il primo cotto si riferisce al foco) e omosessua– lità (il secondo cotto si riferisce alla buona voglia, il desiderio, cui Dante connette l'attributo della bontà). Ma allora, la cotta per Beatrice? E tuttavia possibile accennare a un'interpretazione parallela più profonda di questi versi di Dan– te, «S'i fossi stato dal foco co– perto»: il foco non è soltanto la persecuzione dell'omosessua– lità, ma anche il terrore dell'i– gnoto, del misterioso, di ciò che sta al di là dei confini della per– cezione «normale» (del quoti– diano inferno). L'ingresso nella magia è simboleggiato dal pas– saggio attraverso il fuoco, che · .è anche la fase iniziatica es– senziale dell'ermafroditismo. Così «il viaggio nella follia» vie– ne in parte vissuto come pas– saggio in mezzo al fuoco, come confronto diretto col Dharma– pala terrificante, per dire addio alla coazione a ripetere e usci– re dalla routine distraziata di tutti i giorni, scegliendo il ri– schio e volgendo verso la di– mensione superiore dell'esi– stenza (in fondo ai sentimenti brucia un sogno d'amore per il Bhudda). D'altra parte, è noto che Freud e in particolare Fe– renczi vedevano nell'omoses– sualità la causa che «sgancia» il «delirio paranoico» (la «schizo– frenia»). La scelta del fuoco è inoltre il patto col Diavolo, che ti si fa in– contro quando sei pronto: con lui non puoi che godere di una vera amicizia omosessuale, an– che, p iché il Diavolo è andro- luzionario propone la grande avventura a tutti. I gruppi omosessuali riformisti pensano che sia possibile bi– vaccare in massa su questo ponte, ostruendo il passaggio a chi voglia andare oltre. In ogni caso, andare oltre è possibile soltanto quando il de– siderio omosessuale si è libera– to completamente e viene vis– suto con gioia. Al di là della gaia totalità, vi è tutto il resto. Mario Mieli

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