RE NUDO - Anno VII - n. 43 - luglio 1976
20 in te stesso il fatto che andrà sempre avanti a questo modo. In occidente diamo sempre l'im– pressione di essere alla ricerca di una meta dove tutto è com– piuto, tutto finto, lo scopo rag– giunto. Ciò è impossibile. Que– sto è lo sbaglio che commise Marx, sebbene fosse consape– vole della dialettica, la conside– rava ancora come un processo che sarebbe terminato in qual– che punto finale e statico. lori– masi intrappolato nel cercare uno scopo finale e ciò produsse molta tensione e frustrazione finché misi sulla mia scrivania il cartello: non ci sono soluzioni ma solo un processo in corso. R. È molto difficile mantenere questo tipo di atteggiamento mentale. lo sono molto politico e sono sensibile alla politica del movimento della coscienza, però negli uJtimi sei anni sono stato coinvolto da questo movi– mento senza agire politicamen– te. Ero disperato ed ero alla ri– cerca, le idee della nuova con– sapevolezza mi salvarono la vi– ta, questo è un fatto. Mi ero at– taccato a certe cose: una don– na, un ruolo, un ideologia politi– ca, un modo di vita e solo pro– vando un distacco da.ciò fui ca– pace di sopravvivere emotiva– mente. Facendo veramente yo– ga e studiando la filosofia orien– tale passai del tempo con della gente spirituale, ho realizzato che l'unica felicità è la felicità del non-attaccamento, del di– stacco. Allora accettai il fatto che tutto cambia ed entrai in questa nuova consapevolezza. Pensai: tutta questa gente è bloccata nei rispettivi giudizi, esiste qualche modo di unire il mondo. degli attivisti con quello dei meditativi, il mondo politico con quello spirituale?. Penso che il solo modo di essere è «essére» totalmente te stesso che è poi quello che sto cer– cando di tare adesso. D. Se sei capace di essere con la gente proprio in questo mo– mento questo è un beneficio per tutti coloro che sono coin– volti: Non è una tecnica specia– le è solo fare quello in cui sei adesso. R. Intendi semplicemente divi– dere completamente te stesso in una situazione per cui sei completamente «presente»? D. Esatto, tutte le tecniche usa– te dai i diversi gruppi scaturi– scono da questo è come gioca- re con ciascuno in un senso po– sitivo e divertente. R. Questo è il valore del mio li- bro, è un libro spirituale molto elevato anche se io non sono molto elevato spiritualmente. Sono presente in quel libro, non voglio convincere nessuno, c'è solo un essere umano total– mente nudo', chi lo legge può mettersi a nudo e vedere come io sono sopravvissuto a tutto ciò. fondamentale è che ciascuno ha il diritto di mangiare e di es– sere curato fisicamente e che tutti noi abbiamo delle respon– sabilità l'uno verso l'altro. Lo chiamano marxismo e leninis- mo ma non lasciamoci intrap– polare dalle parole. Poi andai in India e mai ho sperimentato una degradazione simile. Andai a Calcutta e mentre cammina– vo per strada dovetti irrigidirmi essere difensivo verso i miei sentimenti umani, parlai con la gente e ho trovato chi mi dice– va: «Insomma tutto questo ha una ragione, questa gente ha fatto qualcosa in una vita pas– sata e ora deve pagarlo in que– ;.,, sta presente. Sembra proprio che utilizzassero la spiritualità per ricoprire il dolore e la soffe– renza, le verità spirituali dell' In– dia fanno parte dei problemi in– diani non della soluzione. Ho trovato la Cina veramente bud– dista, anche se il buddismo non viene praticato, tuttavia il bud– dismo vive in Cina vive in un al– tro modo, vive n~i rapporti tra la gente. Andai poi in Giappone e studiai due settimane a Kioto, visitai tutti i templi zen parlai con molti maestri e fondamen– talmente trovai che lo zen in Giappone è diventato un istitu- D. Cosa succederebbe se tutti lo facessero? R. Penso che sarebbe molto li– beratorio e liberalizzante, dob- . biamo dire quello che proviamo senza cercare di distorcere o giudicarci a vicenda. D. Hai detto che sei molto con– sapevole di questo movimento spirituale... · R. Ho alcuni istinti politici dai quali non mi sono mai sbaraz- · zato, c'è qualcosa dentro di me e non riesco a spiegare come ci .è entrata, io mi identifico vera– mente} con tutti: con i neri in pri– gione, cqn i vietnamiti, so che ciò può sembrare moralista e spesso ne sono imbarazzato. Quando sento cose spiritual– mente elevate mi chiedo come questo può influenzare la gente che muore di fame in Africa. Per me il messaggio spirituale essenziale è siamo tutti uno. lo proprio io adesso sto morendo di fame in Africa. Tutto è uno, c'è troppa enfasi nella salvezza spirituale individuale, molta in– fluenza viene dall'India. Ho passato l'estate scorsa in Cina ed in India. In Cina un me– se, ho trovato che la gente ha moltissima stima l'un l'altro, non h_otrovato gerarchie spiri– tuali e nessuna scusa, per stra– da non ci sono rompiscatole e mendic~ti, sei al sicuro, l'idea ·,.c.. zione che fa parte della struttu– ra autoritaria della società giap– ponese. Anche in Tailandia il buddismo è solo la religione uf– ficiale parte della struttura poli– tica ed economica di potere. Niente è quello che sembra es– sere. E è una verità zen. Ho letto un intervista ad un uffi- ciale cinese sul Tibet diceva: i comunisti cinesi non sono inte– ressati a dire ai tibetani cosa credere, il problema non era che noi eravamo materialisti e loro spiritualisti. Il problema era che i detentori del potere frena– vano il progresso economico della gente. Non significa che la spiritualità è la vita di ogni giorno, ma an-
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