RE NUDO - Anno VII - n. 43 - luglio 1976

,sempre di fare casino all'inter– no del carcere, al processo, ogni volta che pQtevano. Certo era una prospettiva infernale per la loro vita; io uscendo mi . ricordo di avere pensato «Ma come fanno a resistere?» Re Nudo: Che l'abbiano fatta fuori è cosa certa, perché non mi sembra importante sapere se la corda gliel'hanno messa loro intorno al collo o no, quan– do tu tieni in isolamento senso– riale una persona per anni; ora noi ci chiediamo perché il regi– me tedesco vuole eliminare fisi– camente i detenuti politici. Nanni: secondo me in tutti i paesi a capitalismo avanzato c'è la progressiva tendenza alla distruzione fisica dei detenuti politici. In Germania il fenome- isolamento in una cella sotto il no è solo più avanti: ne hanno livello del mare e nello stesso già fatti fuori 5: due sono morti periodo hanno fatto un agguato per tumore alla gola che è uno a sua sorella; intanto all'Asina– dei più facilmente diagnostica- ra, l'isola di fronte alla Sarde– bili e curabili, uno dissanguato gna dove già esiste una colonia per le ferite che non gli hanno penale, stanno facendo nuovi curato, uno di sciopero della fa- reparti speciali per i politici ... me alla fine del quale non gli hanno neanche fatto una flebo- Re Nudo: ma che bisogno han– clisi, e adesso Ulrike. Però an- no, perché secondo te l'elimi– che in Svizzera: ~etra Krause nazione fisica dei .«politici»? imputata sempre senza proces- so per i NAP è in carcere da Nanni: un regime a capitalismo due anni in isolamento totale e avanzato, socialdemocratico, le è venuta una forma tumorale non può tollerare una opposi– agli occhi, ciononostante non zione extra-istituzionale, quindi ha diritto al medico di fiducia e in un primo tempo tenta di cri– neanche quello di vedere i suoi minalizzarla, cercando di ~rin– esami cli'nici. In Italia Mario gere i compagni nei rang I dei Rossi è stato due mesi di fila in «comuni» ... 9 Re Nudo: cioè un rovesciamen– to del vecchio nostro slogan «siamo tutti detenuti politici» in «siamo tutti detenuti comuni»? Nanni: esattamente, ma quan– do i compagni resistono al pro– cesso di criminalizzazione che si fa su di loro e insistono a considerarsi politici e prigionie– ri di guerra, allora si rende ne– cessaria la loro eliminazione, cioè di loro non si deve più sen– tir parlare e, se non è possibile, devono morire. Ci sono molti modi per uccidere la gente an– che senza sparargli addosso ... Del resto questo meccanismo coinvolge anche gli avvocati di– fensori; in Germania ormai li considerano apertamente i mandanti dei gruppi armati, ma vedi che cominciano anche in Italia, per esempio con la per– quisizione a Torino dei difensori dei brigatisti. Cioè: quando co– me avvocato non stai al gioco di considerare dei criminali co– muni i compagni imputati, allo– ra diventi subito un potenziale complice e vieni additato all'o– pinione pubblica come quello che li difende perché è uno di loro e quindi diventi anche tu un criminale. Re Nudo: sei tornato in Germa– nia dopo l'omicidio della Mein– hof? Nanni: sì, la domenica stessa; sono andato alla riunione dei di– fensori e ho avuto la sensazio– ne precisa che non si aspettino niente dall'interno della Germa– nia, ma solo un movimento di solidarietà e di crescita politica internazionale. Poi sono andato alla sera ad una assemblea a Francoforte su «l'attentato alla difesa politica», roba che a Mi– lano ci sarebbero 150 persone, lì 3.000; e da tutti quanti veniva fuori come unica proposta poli– tica la lotta clandestina. lo ho fatto un intervento dicendo che, d'accordo, guai al mito della le– galità, però anche guai al mito dell'illegalità, perché sono tanti i fronti sui quali battersi e perché a quanto pare l'autoiso– lamento non paga. Solo Cohn– Bendit era d'accordo con me perché aveva vissuto l'espe– rienza francese e quella italiana oltre quella tedesca, dove man– ca, e mi sembra importante, quella solida base che è un'opi– nione democratica e un movi– mento, operaio non asservito al regime.

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