RE NUDO - Anno VII - n. 42 - maggio 1976

stretto mucchio delle· ~i? bell_e voci-bianche del pop anni 70_.R1: torna ora Chris c~:,n una s_ene ~1 collaudati successi reg1strat1dal vi– vo al Marque~ e al ~.rceun:i ?1Lon– dra i soliti templi storici dove probabilmente Chri_s ha_mugulato per le prime volte I suoi stravolgi– menti vocali. Da "lt ain't no use" di Steve Won– der che non perde assolutamente nel 'paragone, a We're gonna make it" di Preston con l'apporto di Ma– deline Beli e Joanne Williams che riproducono il più classico rithm & blues rendendo perfino incredibile l'idea che a cantare sia un bianco. A "Rhyme and time" scritto da Lee per dare tutto il risalto alle terrili– anti possibilità vocali di Chris, che on solo non si è arrugginito o cal– ificato dai tempi dei Colosseum, a ha :iccumulato se possibile an– ora più grinta e più padronanza ei suoi mezzi, una rabbia graffian– e e una consumata ironia nel rifa– e il vero "alle ultime stars" e perii– o, con malcelata compiacenza, a e stesso. C.S. LACK AND BLUE - Rolling tones (R.S., WEA) a musica sta cambiando, si espirano nuove vibrazioni e i rossi miti di plastica e no, tanno crollando miseramente. rima Frank Zappa, melenso e oioso, poi Bob Dylan senza più n'ombra di sincerità, e via di eguito fino all'ultimo Santa1,a a accia di assoli da balera e fun– y da discoteca. Adesso è la alta dei Rolling Stones con uesto inutile Black and Blue. a scaletta vede morire uno ietro l'altro il pop, il folk e desso il rock. E speriamo di ndare avanti, senza che qual– uno ci rubi anche quel poco di zz che c'è rimasto, nonostan- le pacchianerie dell'ultimo hick Corea e della sua scuola i ibridi pop-jazz. Rolling Stones contribuiscono omunque a distruggere quel– epoca di rock aggressivo e li– eratorio che poteva reggere nc?ra le speranze di identifi– azione culturale dell'ultima op-generation. \..:J Black and Blue è un disco di mestiere, si salva unicamente per le professionalità dei perso– naggi in questione, e così Mick Jagger riesce a strappare an– cora qualche piccolo entusias– mo e cosi dicasi anche per qualche assolo regalato da Keith Richard (Hand Of Fate). Ma è troppo poco, è acqua sot– to i ponti e sempre più torbida. L'insoddisfazione cresce ad ogni solco e la nostalgia di Sati– sfaction si fa sentire. Che dire ancora? Proprio non lo so... automatica– mente questi dischi finiscono nel dimenticatoio, nel magazzi– no delle occasioni sprecate, nei ghetti nostalgici e cosi al pros– simo disco mito e plastica, sa– remo ancora a lamentarci e a rimpiangere i bei tempi degli entusiasmi, o finalmente avre– mo il coraggio di voltare pagina e di guardare un po' più vicino a noi, con i dischi fatti in casa e i concerti della gente come noi? Non lo so, comunque in ambe– due i casi constateremo il fune– rale della "nostra" musica, in attesa di qualcosa di nuovo. R.M. NAPOLI CENTRALE - MAT– TANZA - (Ricordi) Di tutto il clan dei napoletani, da Tony Esposito a Tullio De Pi– scopo, Napoli Centrale costitui– sce forse, l'esempio più riuscito di musica "mediterranea". Sen– za per questo cadere in etichet– te facili e generiche, dirò che il sound di questo gruppo è tipi– camente estraneo alle influen– ze pop anglo-americane che tanto hanno contribuito a crea– re quel che si chiama la "setto– rialità del genere" o più sempli– cemente "moda". Proprio per questo Napoli Cen– trale si inserisce in quella scel– ta culturale precisa e non infla– zionata, che ha abbracciato gran parte dei nostri nuovi mu– sicisti. Con "MATTANZA" il di– scorso di James Senese e com– pagni acquista più interesse, ri– spetto al precedente album. Lo spirito tipicamente napoleta– no viene fuori con rabbia e sar– casmo, fin dal primo brano (Simme iute e simme venute) proseguendo poi nei pezzi in cui il testo è visto più come fat– to interpretativo e recitato che non semplicemente come can– to. Esempio il breve ma affasci– nante 'O NONNO MIO' di cui ri– porto il testo: 'O nonno mio teneva sittant'an– ni quando murette e prima d'esalà l'ultimo respiro dicette "Guagliò, nun v'à pigliate e nun spennite troppo pe' chisto funerale si fosse pé me, io me ne iesse 'ncoppa a carretta e i fiori, v'arracumanno 'e fiori primo: pecché mo addore nun 'o pozzo chiù senti e pé sicondo nun voglio che pu– re appriesso a me certi fiori hanno 'a muri". Poi guerdannome fisso dint'a l'uocchie dicette: "Je', nun chiagnere 'o nonno fotte pure 'a morte appena 'a sente che sta pé ar– rivà, 'o nonno se ne va, se ne va e nun se fa truvà 49 'o nonno mio teneva sittant'anni quanno murette. Quando invece il gruppo si la– scia trascinare nei pezzi esclu– sivamente strumentali, allora si avvertono influenze di stile alla Weather Report, (Sangue mi– sto, Sotto e 'n coppa). Influen– ze che comunque nulla tolgono alla creatività del gruppo, so– prattutto per la particolare bra– vura di James Senese (Forse sto capenno). In conclusione "MATTANZA" è un disco che ci risolleva dal ge– nerale squallore dell'ultima pro– duzione. Disco che ci fa dimen– ticare i grossi miti di plastica italiani e non é che propone so– prattutto un nuovo modo di sen– tire, fare, e amare musica. NELLA TUA CITTÀ RE NUDO ESCE IN RITARDO? VUOI AIUTARE RE NUDO a uscire puntuale nelle edicole della tua città? DIVENTA ISPETTORE DI RE NUDO Tutti i compagni interessati disposti a regalarci mezza gior– nata al mese per sostenere l'uscita puntuale del giornale ci scrivano RE NUDO Via Pastorelli 12 - Sezione diffusione. A tutti verrà risposto per le modalità. • A......,:;;>.A:J~J:~:.:LJAl,l.,[l; ...... :.!-~- .! 'Fi.:/ i-::~.;. 11~~~7.SlN~JLE"

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