RE NUDO - Anno VII - n. 42 - maggio 1976
48 RANDY CALIFORNIA: «Kapt. Kopter and the Fabulous Twirly Birds» (CBS) SPIRIT: «Son of Spirit» (Phonogram). Perché due dischi insieme? Perché il protagonista è sempre lo stesso, il folle, irsuto, va– gheggiante hendrix Randy Cali– fornia, un chitarrista pressoché sconosciuto in Italia ma unico erede (forse) di quello stile in cui appunto il grande Jimmy fu maestro. Però se questo appa– riva abbastanza chiaro dal suo album «solo», bisogna dire che nel tentativo di Randy e del vec– chio Ed Cassidy di voler resu– scitare gli Spirit a tutti i costi, si awerte una forzatura, un senso di noia e di già sentito insoppor– tabile ... Ma procediamo per or- dine: diciamo intanto che gli Spirit, seppur misconosciuti in Italia, furono tra il 68 e il 71 uno dei gruppi più «favolosi» dell'a– rea psichedelica della costa ca– liforniana. Ed Cassidy, un batte– rista proveniente dal jazz, ultra– cinquantenne e pelato come una cucuzza ne è l'unico super– stite ... ma avendo egli sposato la madre di Randy California (pettogolezzo undergrunt) e notato già da alcuni anni come il figlioccio si destreggiasse con la chitarra, pensò bene di ag– giungervi un basso e metter su un nuovo trio col vecchio e glo– rioso nome degli Spirit. Il trio circolò anche in Europa ed a Roma tre anni fa segnalando questa autentica rivelazione che rispondeva al nome di Ran– dy. Purtroppo il giovanissimo chitarrista non era sostenuto a dovere ed in più cominciava a dare segni di stravagante ed in– sonora pazzia. Prima di essere ricoverato fece in tempo a con– segnarci un album «solo», co– me dicevo, che pur non essen– do eccezionalmente nuovo si faceva ascoltare con grande piacere in quanto rappresenta– va l'unico esempio di come si possa ricicciare Hendrix senza cadere nella merda. Era «Kapt. Kopter», che passato nel silen- zio 3 anni fa, vado a segnalarvi adesso, con particolare atten– zione a «Devii» un rock blues delizioso per impianto classico, mescolato a strane infusioni orientaleggianti che ml ha fatto sognare per una intera estate e che soprattutto, rimesso sul piatto, mi sembra fresco e sti– molante anche adesso; per non parlare di un classico di Simon e Garfunkel, cioè il bellissimo «Mother and Child Reunion», qui riproposto attraverso un blues graffiante e malinconico che svela del tutto le notevoli possibilità di cantare-blues del solito Randy (che vuol dire ar– rapato). Altra pappa invece il Randy California edizione 1976, alla testa di una nuova forma– zione «Spirit» con a fianco il sempre più vecchio Cassidy. La voce ha mantenuto i toni bassi e sensuali che conoscevamo, ma ha perso smalto e «pazzia• (che gli abbiano fatto l'elettro– chock?), ha perso quel tanto di selvaggio e provocatorio che ti grattava la schiena (che sia Randy un'altra vittima «aggiu– stata» dagli ospedali psichiatri– ci?) Mah, chi può dirlo ... Fatto sta che Randy è riuscito, facen– do anche i testi di tutte le can– zoni, ad ammollarci un «prodot– to» tutto suo, ma cosi caramel– loso e «carico», da volgere al disgusto soprattutto per chi lo conosceva bene... Niente si salva, vorrei ricordare con pia– cere almeno un pezzo ma non ce la faccio, siamo sul tono di «Don't Go Away», sempre: «Tu sei così bella / ma tu stai an– dando via / tu sei fantastica / ma tu parti oggi .../Vabbé, vec– chio Randy, partiamo anche noi, partiamo per cercare lo zingaro con la corda di chitarra arrotolata dentro il lobo dell'o– recchio sinistro che abbiamo conosciuto tre anni fa a Londra, ci riascoltiamo «Devii» e rega– liamo il nuovo «Son of Spirit» al primo amico che ci viene a tro– vare. Speriamo che non me lo tiri in·faccia. p.s. lf «mandy» make you ran– dy... try mescalin, you'II may find batter ... c.s. AMBROSIA: Ambrosia (Phono– gram) ... Ma quanti belli figli ha Madama Doré - Ma quanti belli figli!" Senti, a me m'ha preso così, nel sentir questi Ambrosia di cui non so nulla al dì fuori del nome e del disco che ho davanti, solo l'idea che questo sia (come si suol dire) "la loro prima fatica (boh) disco– grafica". E poi che son tanti belli fi– gliolinì dei Moody Blues, uno dei gruppi più misconosciutì in Italia quanto troppo popolari in Inghilter– ra nei psichedelici anni '69. E del resto-chi può dirlo, i quattro ragaz– zotti sono Californiani e come un altro recentemente importato, cioè i Com·e hanno matrici abbastanza misteriose se non questa "liqui– dità" che fu così dolce e celeste nei Moody, lo stesso uso dei cori e delle voci sovrapposte e questo di– sincantato disimpegno che se uno non chiede troppo ad un dischetto può anche far passare una mezzo– ra serena mentre si arrotola o sì parla. Alcuni titoli: Nice, Nice, Very Nice... "Lover Arrive"... "Time Waits for no one" ... Titoli abba– stanza intercambiabili e tutti rap– presentativi di questa nuova fascia del disimpegno californiano che ha preso il posto dei Jefferson e dei Grateful Dead (altri tempi) ... c.s. THE CHRIS FARLOWE BAND: Uve (Phonogram) Ma sì, lasciamo qualche spazio an– che alla musica "funky", altrimenti qui diventa una roba troppo seria. Vi ricordate dei "Colosseum"? In– torno al "70" io li trovavo eccezio– nali. Li ricordo a Milano al palaz– zetto di Novate trascinando entu– siasmi non indifferenti che raggiun– sero il delirio quando Chris_Farlowe attaccò "With a Little Help From My Frends" che già sembrava in– superabile dopo la versione dì Joe Cocker ... ma non c'era niente da fare, Chris riuscì a farne una cosa completamente nuova, un blues bianco e disperato che ancora mi balla nella memoria. Ora, dopo tre anni di assenza dalle scene, Chris Farlowe ritorna con una band di ot– timo livello ma completamente nuova. Non so bene cosa ritorni a fare, perché certo non è lui il tipo "che ha qualcosa di nuovo da dire" ma del resto non si poteva spreca– re nell'abbandono una così bella e graffiante voce, che assieme a quella di Arthur Brown. di Jim Mor– rison e di Robert Plant era nel ri-
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