RE NUDO - Anno VII - n. 42 - maggio 1976
44 I POESIA E MOVIMENTO (Come il movimento ha espresso Amore e Poesia) Personalmente ho sempre avuto una tentazione mistica nei confronti dei poeti, come se fossero individui che l'inconscio collettivo avesse «scelto» per esprimere attraverso la loro b 1 occa, le loro pa– role, le pulsioni profonde appunto dell'inconscio collettivo, cioè di tutti. Infatti credo che una per– sona possa "fare politica", oppure fare cultura, oppure fare letteratura, ma non può «fare poesia», dalla poesia invero il poeta «viene fatto» ... e chiun– que abbia esperienza di «droghe» può capirmi for– se meglio degli altri, perchè il poeta è una finestra aperta sull'inconscio collettivo, allo stesso modo che l'esperienza psichedelica apre parzialmente e temporaneamente degli spazi sullo stesso mondo a cui il poeta ha accesso SUO MALGRADO in qualunque momento «viene fatto». Con questo non voglio dire che i poeti siano una super razza o de– gli individui speciali, al limite e nemmeno tanto, tutti sono potenzialmente dei poeti, allo stesso modo che tutti sono potenzialmente dei bambini o degli anarchici o dei pazzi o dei transessuali. Ma vi è chi accetta di andare incontro alla sua realtà più profonda e chi no. Forse la differenza è que– sta. Questo preambolo vagamente «mistico» (ri– mandando ancora una volta il discorso sulla sepa– razion.e schizoide tra «razionale» e magico ... ) per TU NON HAI VOLUTO, NE', IERI, NE' OGGI, NE' DOMANI Tu non hai voluto essere la mia bambina IERI il serpente che m'inghiotte il mio macrososmo la mia poesia la mia guida il mio dolce peso Tu non hai voluto essere il mio specchio la spina nel mio fianco la lancia nel mio costato il sentiero rugoso del mio cammino Tu non hai voluto essere il mio albero il mio tenero assassino la mia spada di damocle la mia risposta nel vento Tu non hai voluto essere me stesso Tu non hai voluto Tu non hai Tu non Tu. introdurre un aspetto della poesia che coglie forse l'aspetto più privato della «politica del tutto» che è la poesia: la poesia d'amore. Chiarito che anche le «lettere rivoluzionarie di Diane di Prima» o Mo– stro di Robin Morgan o Urlo di Ginsberg sono poe– sie d'amore, vorrei soffermarmi un momento su quello che più comunemente si intende per poesia d'amore nella grande tradizione (e perchè no?) romantica. Il fatto che la coppia sia in crisi o che a nessuno oggi verrebbe in mente di scrivere versi sui capelli forforosi della sua donna, nè tampoco di chiamare una donna «La sua donna» ... non si– gnifica necessariamente che la poesia d'amore sia finita, anzi. .. vi sono certo più pulsioni oggi, perchè maggiori appunto le contraddizioni. Queste contraddizioni ovviamente sono vissute in sommo grado nel movimento soprattutto dopo le sacrosante sberle che le femministe hanno co– minciato ad appioppare alle traballanti sicurezze del maschietto di turno (poeta o meno) ... E di questo ne ha risentito e se ne è fatta espressione anche la poesia che abbandonando ovviamente i temi cari delle albe e dei tramonti, delle capre se– mite e delle morti con vuote occhiaie di speranza, di balletti di rami e di Barbare sotto la pioggia ha fatto propri i temi della alienazione-contraddizione della coppia. Per ora abbiamo raccolto alcune poesie scritte da eterosessuali di sesso maschile, per così dire, dopodichè cercheremo di pubblica– re delle poesie di amore lesbico (sempre per cosi dire) sperando di pubblicare un giorno poesie d'a– more senza limitazioni di sesso o di ruolo, per così dire.
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