RE NUDO - Anno VII - n. 42 - maggio 1976
B 42 La Plaga, ovvero un colpo a de– stra e uno... ancora più a de– stra. È il caso di un tale scrittore pel– legrino di cui - accidenti .:... non riesco mai a ricordare Il no– me... ... Enzo Plaga?... no... no... for- se Enzo Bieco ... comunque non ha molta importanza. Dunque c·era sul Corriere della Sera del 29 aprile· 1975 una ru– brichetta intitolata "Stupida– mente personale", a cura ap– punto di questo tizio, dove, in un articolo di poco più di due mezze colonne su ,Pannella e il suo digiuno, fra le altre cose di– ceva degli omosessuali: «Trovo giusta la battaglia per gli omo– sessuali, ma discutibili certi at– teggiamenti: o alcune pretese. Sono, a tutti gli effetti, cittadini come gli altri, a parte qualche differenza, e debbono essere ri– spettati. Possono disporre di sé come meglio credono, vestirsi da bambola, se lo gradiscono, por– tare il collant, anche, se presu– mo, l'attrezzo pone qualche In– conveniente tecnico, fidanzarsi e convivere: il matrimonio lo troverei eccessivo perché mi sembra faticosa la parte della mamma. Però la pretesa di non essere considerati «differenti» la riten– go irragionevole: il fatto stesso che si riuniscono in associazio– ni, per far valere I loro diritti, lo dimostra. Non è di certo un ma– le o una colpa, ma una realtà, che si può affrontare garbata– mente, come fece quel confe– renziere parigino che, dovendo cominciare il suo discorso, e vi– sto che tra Il pubblico c'era an– che l'autore di «La voce uma– na», attaccò: Signore, signori, e anche lei, caro Cocteau». Vado su con l'occhio per legge– re il ti,tolo del. pezzo, e l'incon– scio mi gioca un piacevole scherzo: L'uomo che sta zitto nel paese dove si dicono sce– menze". (È sempre il più Intelli– gente). Ma evidentemente Enzo Plaga è tutt'altro. Anche in questo caso se E.P. fosse stato meno disinformato, avrebbe evitato un'altra flgu- D raccia. lo sono diverso, non mi interes– sa né l'integrazione né l'ugua– glianza, né tantomeno essere "capito" e "rispettato". Un giorno tutti i diversi prende– ranno le fucilasse e spareranno a chi "rispetta", a chi "capi– sce", a chi opprime, a chi bla– bla... E sarà arrivata la rivoluzione. Non mi interessa essere nor– male, "uguale", perchè costoro puzzano di morto. E poi, diciamocelo chiaramen– te: se fra gli "uguali" c'è il si– gnor E.P. chi vuole diventare un "uguale"? Il congresso del FUORI!, ovve– ro: il chongresso. Ma, al di là della polemica con un tizio che è sempre stato e non potrà mai altro che essere reazionario, c'è delle conside– razioni da fare. In fondo, se mi scrollo un atti– mo di dosso i miei pregiudizi, posso affermare che il Piaga ha ragione quando dice chie noi omosessuali non ·possiamo aver pretese di uguaglianza nei confronti degli eterosessuali. È COSÌ. E nel momento in cui affermo questo mando in vacca anche il suo tentativo (goffo) di demolir– mi come controparte. Cioè, se qualcuno mi dice che - perchè frocio ..!... non posso pretendere di essere uguale a un normale, e io dico che que– -sto è vero (non sono normale né aspiro ad esserlo, perchè per me: normale = padrone = nemico da distruggere), quello ci resta di merda - con tutto il rispetto che ho anche per la merda. Il discorso sta tutto nella positi– vità o negatività di certe cate– gorie sotto cui, volente o no, ciascuno si identifica. Per i normali sarà positiva la normalità e negativa la diver– sità. Per me frocio e per i diver– si sarà esattamente il contrario. E da questo non se ne esce se non con la grande rivoluzione totale, quando la normalità sarà spazzata via dalla faccia della terra. Ma tornando ai nostri giorni, se un "normale" pinco– pallino qualsiasi può dire creti- nate sul movimento omoses– suale giocando su certi ele– menti ben precisi, lo può nella misura in cui esiste qualcuno che questi elementi li sbandiera e ci crede fino in fondo. E arri– viamo al nodci: le ultime– vecchie e nuove-posizioni del FUORI! (ormai per FUORI! si intende quello federato al PR) scaturite dall'allucinante chon– gresso di Roma del 24-25 aprile scorso. "Noi siamo normali, uguali in tutto e per tutto agli eteroses– suali". Il signor piaga dice di no. "L'omosessualità non è una per– versione come il sadomasochis– mo(!)". "Anche gli eterosessuali sono oppressi: liberiamoci tutti insie– me!" "L'omosessualità non de– ve significare riscoperta della femminilità che è in noi. No alle checche! No al trucco! No alle scheccate! Dobbiamo far capi– re a tutti che l'omosessualità è normale". "Essere omosessuali non signi– fica assolutamente prendere cazzi in culo". "Gli uomini sono tutti uguali, di– ce la costituzione. Viva l'ugua– glianza!" Non c'è bisogno di commento ... La lunga collana di assurdi di– scorsi fatti dai fuori! radicali, metteva in luce una cosa chia– rissima: nessuno si viveva con gioia la propria frociaggine, spalle curve sotto i sensi di col– pa, dell'autocommiserazione, della morte del desiderio, del morte dei corpi. Neanche durante gli abbozzi festa a Piazza Navona c'e praticamente gayezza. Tanto struttura del chongresso, ma china costituzionale, ci ave oppressi e avviliti. Le proposte politiche dei "del gati" del FUORI! non sono m andate oltre gli anatemi lanci contro le frocie checche. Né tre i consultori per omosessu li. Né oltre la proposta di crea la commissione omosessuali seno a gruppi e partiti della sin stra (parlamentare e non). N oltre la propaganda elettoral per mandare radicali e omose suali in parlamento. Né oltre racconti di martiri e perseguit ti ingiustamente. "Le frocie non federate FUORI !-PR parleranno dopo I 18!" Unico dato di fatto scaturito d due giorni romani, per bocca un "delegato": il FUORI! no rappresenta più il movimen omosessuale, è solo una picc la parte, ormai, che agisce ne l'area del PR e del riformismo i genere. I collettivi omosessuali milane e gli altri· numerosi collettivi r voluzionari autonomi da Bari Padova, da Brindisi a Catani lo confermano. Ridendo. Roberto Polce dei collettivi omosessuali mii nesi.
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