RE NUDO - Anno VII - n. 41 - aprile 1976
Jean Cocteau, OPPIO, Edizioni il Formichiere, L. 4000 «Diario di una cura disintossicante» dice la presentazione. Storia di una tossico-mania, in realtà. Una storia di droga, un po' pesante, oppio, e pensieri annessi e connessi. Coc– teau ne ha fatte di tutti i colori. Amico di Apollinaire, ha scritto, fatto il regista, l'attore, prendeva oppio come una locomotiva, come tutti, del resto: Michaux marciava a messalina, Freud a cocaina, e tanti altri marihuana, ancora oppio de Quincey. Nella prefazione: «le droghe, così usate dagli artisti, si sottraggono alle consuete definizioni censorie». Siamo alle solite. L'uso degli artisti e l'abuso dei proletari. Come l'ap– propriazione al supermarket: vada per il pane e i pelati Girio, ma «il salmone, ragazzi, il salmone!» Comunque il nostro Jean ci dava dentro, con l'oppio, e questo libro è la storia di una disintossicazione fatta in una clinica nel 1928-29. Frammenti, molti bellissimi dise– gni, spezzoni di discorsi e di pen– sieri per amici, per se stesso, non sa neppure lui per chi. Scrive Coc– teau "La noia mortale del fumatore guarisce. Tutto ciò che facciamo in vita, anche l'amore, lo facciamo nel treno espresso che corre verso la morte. Fumare l'oppio lasciare il trAnn in r:orsa: occ11niamoci d'altro che della vita e della morte" o an– cora "Posso però affermare che un giorno si impiegheranno senza pe– ricolo le sostanze che ci calmano, che si potrà evitare /'abitudine, che si riderà del lupo mannaro-droga e che l'oppio, reso domestico, addol– cirà il male delle città dove gli albe– ri muoiono in piedi". La cura era disintossicante, ma non si sa bene se sia riuscita ... Piero Meldini, SPOSA E MADRE ESEMPLARE, Guaraldi editore, L. 4500. Un micidiale manuale di cretinismo e di brani antologici prodotti nel pe– riodo 1920-1944 dalle menti eccel– se della cultura fascista. Oh bè, ro– ba che si sa già, la solita ricerca dei professorini della biblioteca. 1anto, roba d'altri tempi. Tutto il contrario. La par"te antologica, documentatis– sima e assai utile, visto che in bi– blioteca ci si va di rado e certe co– se si danno solamente per sentito dire. Moltissimi brani, e anche del– le fotografie. La parte invece più specificamente di analisi sembra essere forse un tantino prolissa, soprattutto nelle frequenti citazioni, che spezzano un po' la continuità del discorso. Molto utili invece alcune conside– razioni che vengono fatte. Tra l'al– tro, non si può più dire che quest'i– deologia "fascista" sulla donna sia sparita con Mussolini a testa in giù. C'è e si ritrova molto, troppo spes~ so, oggi, e soprattutto in questa no– stra cultura "maschilista" che in realtà la donna continua a conside– rarla un'essere inferiore, diverso, e strizza l'occhio all'harem privato. Un libro comunque da consultare, anche se il prezzo, come sempre più spesso accade, è da appropria– zione. Va a finire che le librerie do– vranno chiudere .. WOOOY ALLEN, "Citarsi addos– so", Bompiani (L. 2.500) Nuovo libro di Woody, dopo il favo– loso film di cui non so perchè non abbiamo parlato, cioè "Amore e guerra". Comunque adesso parlia– mo del libro frutto di una raccolta di articoli apparsi su diversi giornali e riviste americani. Sul libro di Woody delle note critiche servono a poco, cosi è forse meglio riporta– re parte del frammento secondo me più divertente: la "BREVE MA UTILE GUIDA ALLA DISUBBI– DIENZA". Ecco qua: "Per fare una rivoluzione ci voglio– no due cose: qualcuno o qualcosa contro cui rivoltarsi e qualcuno che si presenti e faccia la rivoluzione. Di solito ci si veste in modo molto informale e le parti in causa sono piuttosto flessibili nello stabilire il luogo e l'ora ma, se nessuna delle due parti si fa viva, l'impresa va a finire male. (... ) Vengono chiamati "oppressofi" le persone o il partito contro cui ci si rivolta e sono facil– mente riconoscibili perchè appa– rentemente sono gli unici che si di– vertono. (... ) Quando gli "oppres– sori" diventano troppo .severi, ab– biamo quello che si chiama uno stato di polizia, dove è vietato ogni dissenso, come il ridacchiare, il portare una cravatta a farfalla o so– prannominare il sindaco "Ciccio". Le libertà civili sono molto limitate in uno stato di polizia e non esiste la libertà di parola, anche se è per– messo doppiare una canzone in play-back. I gruppi che si rivoltano sono chiamati "oppressi" e gene– ralmente si assembrano brontolan– do e accusando emicranie (si deve osservare che non si verifica mai che gli oppressori si rivoltino o cer– chino di diventare gli oppressi perchè ciò comporterebbe un cambio di biancheria). Qualche esempio di rivoluzioni famose: La rivoluzione francese, nella quale i contadini presero il potere con la forza e subito cambiarono le serra– ture del palazzo per impedire ài no– bili di rientrare. Poi fecero una grande festa e mangiarono a strip– papelle. Quando i nobili ripresero finalmente il palazzo dovettero fare una pulizia generale e trovarono molte macchie e bruciature di si– garette. La rivoluzione russa che covava da anni e improvvisamente scoppiò quando la gleba finalmen– te capi che lo Czar e lo Tzar erano la stessa persona." E così via ... Certe pagine fanno veramente cre– pare, altre sono parecchio zeppe di stronzate, comunque val proprio la pena. Uno dei pezzi migliori è il dialogo nel "Casino per intellettua– li" dove si va per trovare una ra– gazza con cui fare discorsi intelli– genti. È una chiara presa per il culo di certi giornali letterari americani che hanno una pagina di incontri e scambi di indirizzi dove s'intessono trame a metà tra l'erotico e il lette-· rario, e si scambiano manoscritti come mutandine.
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