RE NUDO - Anno VI - n. 37 - dicembre 1975

Pare che Giuseppe Pelosi co– noscesse Pasolini già prima di quella sera di morte; par1;1 che ad ammazzare il pqeta non sia stato il ragazzo da solo, rna insieme ad altre due persone, anche se non si sa ancora perchè; infine pare che Paso– lini non abbiq mai aggreqito il suo compagno occasionale ma ha soltanto cercato di di~ fendersi e quando per lui non c'èra ormai più niente da f11re. Crolla c;osì l'ipotesi imbecille che da sola ~orreggeva là squallida impalcatura del " povero ragaz,::o adescato! ha fatto bene ad ammazzarlo, quel frocio zòzzone che pre– tendeva da·' lui cose im– monde!» Noi froci incazzati Non sappiamo perchè è suco cesso tutto questo. Perchè Pasolini è stato ammazzato, vqgliamo dire. Forse neanche ci interess;i. saperl9: per noi non cambierebbe niente. Un omosessuale è morto as– sassinato, e non ç:lal ragazzo di borgata violento e delin– quente ma dal sistema patriar– calfallocratico, dai borghesi e dalla loro ideqlogia terrori~ stica. St;:1volta per lui prime pagine di giornali, perèhè era famoso ed era un ·grande artista, Si può passare sopra all'omoses– sualità, perdonarla ·come L!na stravaganza debolezza o ma~ lattia, ··se chi porta queste stigma sulla fronte ·è uri grande Qµalsiasicqsa. Ma se ad essere ammazzato è uno di noi, tJn frocio qualunque, un frocio e basta, allora il silenzio o fo squallore in 4-righe, fra la notizia di unq scippo _e· quella di una famiglia morté! pèr av– velenamento d;i. funghi. · MA SE PASOLINI ERA SCO– MODO (come diço170 in giro) NOI LO SIAMO MOLTO MOLTO DI PILJ. Noi· siamo stufi. Noi stiamo tessendo la rivolta e giochjamo c"on tutte le no– stre armi, con rabbia e vio- lenza. · · 2 vittime Quindi attenti: non ci sono stati due mostri ~ cqrne giu– stamente sottolinea Mangano -, né un mostro e una vittima (intercambiabili a piacere fra Pier Paolo e pino la rara), ma solo due vittime. Vittime della stessa violenza che passa ovunque e assume la forme e le maschere più diverse: sot– tile e ri;:1scostao dai connotati chiari inconfondibili. La vio– lenza dei padroni che divide la fine del sistema stesso dei normali), quella violen;::a che massacra i corpi e le menti. Così Pasolini ci lascia l'e– sem.pio della sua omosessua– lità provocatoria, yissutçÌ allo scoperto, della sua emargira– zion1;1 subita spesso anche nell'ambiente artistico di cui faceva parte. Ci lascia semplicemente la sua testimonianza di frocio, niente altro. Eppur1;1già questo per noi è moltissimo. La gente Lunedì 3 novembre: il viso di Pasolini si affaccia da ogni edicola 100 1000 volte, titoli cubitali su ogn( quotidiano, tl!tti hanno visto la TV la sera prima, tutti dicono le loro ere~ tinate sul fatto clamoroso. · Abbiamo raccolto quakosa, ciò che abbiamo seritit9 o visto: il tutto si commenta: da sé. In un bé!r dalle parti di via Festa del Perdono. Povero ragazzo! Aveva pu.re ragione di farlo, ché quando cercano di mettertelo nel culo fa male, eh?!! · (Risate). · - Ma lo sapete che adesso portare 4 caramelle in tasca sarà come portare un'arma: impropria? · - 4 caramelle? Che c'entra? - C'entra si! 4 caramelle po·s- sono servirti per adescare i ragazzini. .. (Ris!'lte) - Però, a parte che era un culo, rna quando si metteva a scrivere o a fare un film non era mica uri pirlq! ~ È vero. Ci sapeva fare sì, bisogna riconoscer!o. Quanqo anqàvi !'I vedere uno dei suoi films ti faceva uscire dal ci– nema tutto unto. · Lo stessò giorno suj muri del– l'università di Rom;:1è apparsa una grossa scritta: ,,-hanno fatto bene ad ammazzariq quel frocio». Accanto una figura stilizzata (Pasolini) con delle frecce o dei bastoni. Ancoqi pèr strada: - Come si dice Pasolini in inqlese? Cui? · Al di là di Pasolini Ma parlare di Pasolini, ome– sessuale, assassinato per nqi significa sopratfutto , parlare della violenza quotidiana (fii cui la morte è solo l'estremo limite, qnche se per niente raro) ·che tutti n9i culi siamo costretti a subire. Per questo vogliamo concludere con un volantino che abbiamo distri– buito pochi giorni primà del fatidico 2 novembre, in occa– sione del suicidio di un omo– sessuale, uno dei .tanti ap– punto, di cui solo un paio di giornali -per di più borghesi" hanno parlato: q1,1alchetrafi– letto in torio a metà fra· lo scandalo e la pietà cristiana A cura del Collettivo Autonomo F.U.O'.R.I. DI Milano . a fianco: volantino distribuito per la ·morte di PasoJlnl Un altro omosessuale ha pagato con la vita. Fulvio Chiappani di 23 anni si è suiçldato. Un omosessuale come tanti, diverso solo per aver chiuso la sua vita in piazza meritando qualche pieiosò titolo sulle pagine del giornale; come le «povere») ragazze del Circeo. · Ucciso per omosessualità, anche se contro di lui non c'è stato neppure il bisogno, di armare una mano omicida. In un quartiere proletario: nessuna coscienza di classe cosi come nessuna tolleranza democratica ha frenato l'assassino collettivo. Per· le iene dell'Informazione si è trattato, di una scelta: « ha preferito la morte alll! solitudine e al disprezzo » . Come se questé cose non fossero già una morte. Un omossessuale che si suicida nqn preferisce nulla: non fa che rendere conèreto !,In delitto che da sempre tenìa <!! negarlo. Ma non è per semplice pietà che scriviamo. Bensi per denunc!are le complici a!leanze che stanno alla base di tanti delitti come questo. E per rilevare che la realtà che l'ha ucçiso è falsamente neutrale come è falsamente neutrale l'interpretazione fornita daila stl!rnpa bor- ghese. · ~e tanti omqssessuali preferiscimo " la !llOrte alla solituc;line e al disprezzo», chi imponé loro solitudine e disprezzo? E In nome di che cosa? E perchè c'è tanto bisogno di « sognare di essere un uomo normale»? · Una ràgione · deve pur esserci. Fondamental!Tlente perchè noi omosessua!! siamo soli a lottare contro la «normalità»; mentre Intorno a queste nprmàlità fanno qul!drato tutti: la stampa borghese, il potere, la chiesa e tutti gli altri "normali», anche se proletari. ·· Infatti la stampa parla del dramma della ricerca pi una ,, norma– lità» impossibile per l'omç,sessuale e p'er il suo c~mpagno travestito. Cqsi come la ·vita di molti omossessual! si consuma, anche all'interno della realtà sociale prole)aria, nel tentativo di conquis!are tale « normalità ,,. · Ed è per questo c!'le, con il suicidio, l'omosessuale tocca solo il momento ultimo e più vistoso di una violenza che gli viene buttata addosso tutti i giorni e che tenta di uccidere in lui l'emergenza e l'accett;izione dell'indentità fondamentale: q\lella sessuale. · Una violel)za operata dall'esterno, da parte di tutti contro di noi; ma anche clall'interno, sulla base di modelli che anche noi abbil!mO assimilato e che d costringono alla totale nega~ione di noi, del nostro desiderio della nostra vita. · La stampa ·borghese e la scjen;a Illuminata (Miotto) hanno parlato, dell'episqdio scaricando sul singolo la colpa di non aver superato i « tabù sociali». I; il loro ruolo: quello di ;ivallare l'emarginazione, interpretando il «fenomeno» sempre alla luce dei valori dominanti é della loro presunti! stabilità. · Non li sfiori! neppure il pr(?ble!Tla centrale che è quello di chiedersi perchè $i pone una norma capace di generare contrad– dizioni cosi drammatiche, quali sono le sue finalità e quali i suoi nessi col mantenimento del potere. · Ma questo non se lo chiedor,o neppure tutti quelli che, nel quoti(!iano, si fanno concreti difensori della norma contro gli ornoses11uali. · Cosi come non se lo chiedono i politici di sinistra, stoltamen!e ciec!'li di fronte alla contraddizione fondata s11lla polarità dei sessi e sulla supreml!zia maséhile, che genera la lacerazione principale della nostra vita; e· è:olpevolniente incapaci di capire che se il dominio capitalista agisce in tutte le espressioni !!ella vita è perchè utili;zza una sapien'te distribuzione del potere e del previlegio e perchè tale distribuzione opera anche -~ll'interno della classe opllraia. Non se lo chiedòno nean,:;he infine, tanti omosessuali come noi. l;d è cosi che alimentario, per s~ e per gli altri, l'ipotesi del suicidio come soluzione al dramma c!ella nostra vita. · E allora noi voglil!mo fi!'lalmente, spezzare qi,jesto orrendo cerchio di omertà assassina. Vogliamo ctiiec!erci e chiedere a .lutti perchè è cosi forte la legge della normalità e cosi inaùdita la violenza che tutti compiono per difenderla. · · Vogliamo ·sapere chi la determina, con quali fini e con quali strumenti. La violenza cçmtinua su di noi, cosi come quella 9perata sulle donne è legata inpissolubilmente alla paura del maschio di perdere il s4O potere sulla donna. L'uOIJlOclÌe accètta di andare con un altro uomo mette a repentaglio Il suo po!ere, tradii;ce la « solidarietà » )ra masèhi ed è per questo· cl;le scattà la repres- sione di tutti contro di lui. · Nessuna unità è possibile tra chi detiene il po!ere, anche se per conto terzi, e chi lo subisce. Dal potere del maschio, infatti, discende un privilegio: E non c'è privilegio che sia mai cascato per semplice buona volontà dei prlvilegil!ti; ma solo con la lqtta degli oppressi. E non ci sarà rivoluzione senza liberazione delle donne dal giogo dél potere maschile e senza liberazione· di tutti, a!'lche déi proJetari, dal terrore del desiderio omosessuale. E cosa diremo alla «sinistra», agli uomini di scienza, al coma pagni, a tutti gli omosesl;uali? · I: venuto per tutti il mo!Jlento di (!eciclere il propri9 ruolo. Del suicidio di tanti omosessuali, pella nostra morte q\lotidiana chiamiamo a rispondere anche il cerchio violento dell'omertà.

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