RE NUDO - Anno VI - n. 37 - dicembre 1975
58 Il «tentato» suicidio delle donne: una testimonianza. Quella che segue è la testimonianza di una donna che ha tentato il suicidio. Gli uomini– maschi di solito non tentano il suicidio: si uccido– no (o uccidono). Negli anni dal 1959 al 1962, da una inchiesta svolta in Italia risulta che su 11.321 suicidi, 7.890 erano maschili (69,7%) E 3.431 femminili (30,3%) mentre per i tentati suicidi il rapporto si ribalta: su 15.910 casi accertati, ben 10.682 erano femminili (67,1%) e 5.228 maschili (32,9%). Le percentuali sono ovviamente solo indicative dato che nelle statistiche i sessi considerati sono soltanto due. È presumibile che il numero dei "maschi-ruolo" che si suicida sarebbe molto minore se si decurtasse la percentuale omosex. Comunque risulta egual– mente che il tentato suicidio. (TS) è qualcosa di parecchio diverso dal suicidio (S). Entrambi nascono nella normalità: chi ha delle grosse turbe psichiche non si uccide. È nella normalità dei rapporti quotidia– ni, con la famiglia e con gli "affetti", che Se TS si coltivano e si manifestano come risposta autolesiva a una realtà di rapporti frustranti o a una situazione di conflitto non risolto con l'ester– no. Ma il TS esprime qualcosa di più: una ricerca disperata di -affermazione di sé e di una soluzione che sembra rinascere Avevo 17 anni quando l'ho conosciuto, ero una ragazza ab– bastanza inesperta tante cose e aieieanche viste: in casa mia i miei fratelli, quando c'ero io, che ero già abbastanza grande, non andavano in giro in mutandine, cioè erano abbastanza moralisti perché erano cresciuti in una famiglia in cui mia madre gli aveva inculcato questo. Avevo avuto filarini con dei ragazzini, ma erano basati sul bacino, sulla stretta e cose di questo genere. Invece quando ho conosciuto lui, ho capito che c'era qualche cosa che non andava: cioè lui insisteva sempre sul fatto della «prova» e io gli avevo detto: « Guarda, ho 17 anni, sono appena arrivata dalla bassa Italia, che prova vuoi, più prova di questa penso che non ci possa esistere; il mio primo ragazzo sei stato tu, quindi se mi metti le mani addosso sei stato tu per primo, quindi perché vuoi questa prova? Il mio sbaglio più grosso è stato quello di non confidarmi con i miei, cioè io dovevo dirlo ai miei. - Cosa sperava? - Speravo che mia madre lo mandasse via. - Perché non l'ha mandato via lei? - Perché io l'ho tentato tante volte, ma lui mi tampinava, anda– va a casa prima di me a racconta– re: « L'ho trovata in un bar che fumava, che scherzava con dei ragazzi». Gli andava a raccontare tutto quello che voleva lui e nah.Jral– mente mia madre, con la sua · mentalità ristretta, diceva: « Come, mia figlia in un bar a fumare?». Mio padre mi capiva un po' di più, cioè capiva che lui era bugiardo e tante volte diceva: « lo ti porto al cinema, però tu cosa mi dai in cambio?» e siccome a me piaceva uscire, mi piaceva andare a ballare, mi piaceva andare al cinema, stare in compagnia, io dicevo: « Beh, tu intanto portami al cinema, poi vedrai». Insomma lo illudevo con que~ta maniera e così me la sono scam– pata per un anno. Poi mi sono stufata, pensando che per esem– pio se io le dico a lei « prendi tutto quello che vuoi, purchè mi lasci in pace», penso che una persona normale, cioè una persona che ha del comprendonio, cioè una per– sona che dice: « No, l'amore si deve fare in due e non in uno solo», avrebbe detto: « No, quan– do lo vuoi tu allora lo faremo». Invece lui mi ha preso e l'ha fatto. - Prima di sposarvi? - Si, quindi sono rimasta abba- stanza scioccata perché pensavo che anche lui la pensasse come me: cioè che un rapporto amoro– so deve essere fatto in due e non uno sì e l'altro no. Andare a letto per me è una cosa diversa: cioè per mè c'è il colloquio, c'è tutto l'insieme che non è più rapporto fisiologico, è un rapporto tra due persone che si capiscono, che riescono a comprendersi, che riescono anche, non so, a fare tante cose senza inibire nè l'uno nè l'altro. Invece con lui sono inibita al massimo: io non riesco a spogliarmi davanti a lui, perché vedo che mi guarda con occhi. non come potrebbe guardarmi un uomo, anche con desiderio, però non animalescamente come lui; ecco. Lui lo fa. - Allora perché si è sposata? - Beh, mi sono sposata perché un giorno lui si stava preparando la valigia, e io sono uscita fuori con la frase: « Beh, dopo che ti sei divertito adesso cosa fai, te ne vai? Allora tu volevi semplicemen– te arrivare ad uno scopo, ·adesso ti sei divertito e vai via». quando ti "ripescano" e ti "curano", ma che sembra poi svanire permanentemente contro il muro d'una società e d'un ruolo personale che ti sono estranei e nemici. Il discorso dovrà essere ripreso e sviluppato più a fondo. Anzi ci auguriamo arrivino molti contributi in questo senso, anche di testimonianze personali. Ed è appunto per questo .che ci é parso giusto iniziare non con una analisi "fatta a monte", ma con una concreta testimonianza personale di una donna. In passato si é anche tentata una "tipologia" del TS femminile, ma le storie concrete delle donne sono sempre infinitamente più ricche e complesse dei "modelli" utilizzati per interpretarle. Qui, come in tante altre analoghe testimonianze, siamo di fronte a una disperata lotta contro un ruolo sociale imprigio– nante, alla ricerca sempre frustrata di rapporti affettivi liberi e autentici, ma anche in se stessi contraddittori (notate ad esempio il non chiarito rapporto affettivo dominante col padre costantemente sovrapposto a ogni altra figura in qualche modo gratificante). Non si tratta propriamente di una testimonianza, ma di una intervista analitica. Ed è notevole anche per questo: perché rende evidente il limite del colloquio analitico "neutro", fatto magari coi migliori intenti, ma incapace di fornire gli stimoli che può dare il piccolo gruppo, l'autocoscienza. Queste parole le ha sentite mia madre e di lì è successo il fatto: « Ti ha sverginata lui, le regole dell'onore ... » una cosa e quell'al– tra e mi hanno fatto sposare. - Quando ha cominciato a litiga– re con suo marito? Praticamente il primo giorno di matrimonio? - Sì, subito. - E quando sono nati i figli?
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