RE NUDO - Anno VI - n. 37 - dicembre 1975
42 Il romanzo impossibile: evan– dro scòprè che "Jesus ls the answer" 1. La signora Evandro Pioveva, pioveva !orte. Evandro rallentò la corsa. Era tutto fradicio e il rimmel gli scavava lunghe striature nere sul viso. Si buttò su una panchina. "Cosa faccio ades– so? E se mi prendono? So– gnavo la riabilitazione, l'in– gresso trionfale in Questura, invece sono condannato a nascondermi per sempre ..." "Non pianga signora!" Gli disse una vocina da dietro. Evandro si girò, con un sus– sulto. Si rese conto d'essere ancora vestito con abiti fem– minili, diventò improvvisa– mente rosso è si tirò la gonna sulle ginocchia. Chi gli parla– va era un ragazzino biondo, con gli occhiali. Aveva un bel visino pulito. Là camicia bian– ca era povera, ma linda. Si stringeva addosso còn una mano la giacca scura e con l'altra mano stava sporgendo l'ombrello e riparare Evandro. "Non pianga signora, riprese il giovane, è quasi Natale". C'era qualcosa di strano nel suo accento: chissà perché nonostante si trattasse di un ragazzino smilzo, a Èvandro venne in mente John Wayne. Beh, in effetti gli veniva in mente spesso, ma stavolta che c'entrava? "Ven~,a Signo– ra, venga ,con me... Povero angioletto, forse bisognava dirglielo... "No senti, fece Evàndro, io non sono una signora" "Lo so, lo so, risposè il ragazzino biondo, ma non c'è bisogno di spiegare ... venga con me." Gli tese la mano e lo condusse sotto l'ombrello. Di nuovo, Evandro arrossì: che diavolo gli stava succedendo? Se ne andarono così l'uno accanto all'altro, sotto la pioggia e lungo i vialetti ghiaiosi del parco. 2. "Jesus is the answer" C'era qualcosa là in fondo. Sì: un tendone, un grande tendone da circo. "Scusa, disse Evandro incuriosito, vorrei farti una dorrianda ..." "Jesus is the answer" ·rispose il biondino. "Guarda che forse non ci siamo capiti, volevo chiederti ..." "Jesus is the answer!" Ma cosa diceva? E dove stavano andando? Evan– dro riprese a piagnucolare lamentandosi: "Oh ' Gesù, Gesù!" Non riusciva a capire percHè a ogni "Gesù", il biondino gli serrasse la mano èon più fòrza. Arrivarono al tendo.ne , c'erano un centinaio di sedie di legno, vuote. "Abiti qui? Ma non è uri po' gran– de?" Furono dentro. L'ex– poliziotto si sentì osservato: un rumore alle spalle lo mise sull'avviso. Il vecchio istinto del cacciatore gli si risvegliò dentro. Che gli avessero teso una trappola? Si tuffò in avanti tra le sedie, rotolò su se stesso e portò la mano al petto per estrarre la pistola dalla fondina. Estrasse invece un seno finto (una vecchia spugna arrotolata col fil di ferro). "Maledizione!" Rimase lì per terra a battere la testa sconsolato. Sentì sopra di sè delle voci: "Guardate, egli si pente!" "Si ravvede!" "Oh, come si ravvede!" "Un pecca– tore di meno ... un servitore del Signore di più". Evandro alzò il viso: c'erano un sacco di scarpe là iritorno. Si tirò via pianto, rimmel e fango dagli occhi: "Guardate... egli si toglie dal _viso i segni del peécato"; "Guardate che qt..ii c'è un equivoco" disse l'ex– poliziotto finalmente in piedi. Dei giovanotti t:ìiondi, altri bruni con la brillantina, delle giovani semplici, delle vec– chiette sorridenti, degli uomi– ni alti coi capelli a spazzola, stavano lì davanti a lui, e lo guardavano con uno strano sguardo. Non poté fare a meno di pensare: "Sono tor– nati gli alleati!" Un bimbo gli tirò la gonna e gli porse una tazza di tè. "Beh ... grazie ..." Non osò chiedere qualcosa di più forte. Lo guardavano, e gli occhi dicevano: "bevi! bevi!". Bevve e in quell'attimo s'alzò una musica dal fondo e le luci s'accesero a illuminare una tribunetta. Evandro dallo spa– vento inghiottì la tazza. Ci avevano messo anche troppo zucchero. Il cerchio di gente s'aprì in due ali, invitandolo a passare in mezzo. Evandro era scoppiato: la tensione, la pioggia, i cocci che gli erano rimasti tra i denti, quella gente amica, la musica ... Camminava tra le due ali e s'avviava alla luce. Gli ricor– dava una scena di Ben Hur, o forse del Re dei Re... La musica veniva da un organo a cannucce, e la gente la segui– va in crescendo con uno strano canto tra l'eccitato e lo strascicato: "Jesus, Jesus, Jesus: ecco la risposta giusta! Jesus, JeSus, Jesus, alla fine della pista". Alla fine della pista, Evandro si trovò di fronte al pulpito. Tacque l'organo. Tacque la gente. C'era una certa tensione. Poi un urlo agghiacciante: "YEEEAAAHHHH!!!" e un gio– vane spiritato apparve sul pulpito. Un tipo strano: un incrocio tra Edward Kennedy e Charlie Manson. Il suo italiano non era perfetto: "Cari frittelli, siamo tutti in bottiglia ..." (=cari fratelli sia– mo tutti in battaglia) "Sì, siamo in bottiglia come Gidio– ne in questi città di perdizio– ne... Prighiamo frittelli e sorel– li e apriamo le nostre braghe al Signore!" Dal gesto, parve a Evandro ch'egli volesse dire: apriamo le nostre braccia ... Poi d'improvviso il predicato– re puntò il dito sull'ex– poliziotto, roteando gli occhi. · TU!" "Dice a me?" "YOU! Peccatore! Hai sapilo pentur– ti?" "Penturmi" "La fine del mondo è vicina!" "Adesso non esageriamo, certo: ci vorreb– be uno Stato forte, un presi– dente di ferro, non so se mi spiego ..." "La fine è prossìma, e tu devi penturti e cambiale vita" "No, guardi io le cambia– li... ma lei scusi è delle assicurazioni?" "Devi usciere dallo squallorio di tua vita deprivata ..." "No guardi che io sono una persona per bene, sa?" "Il sexo condiuce alla perdizione ... e il sexo contro natura è contro Dio!" "Eh no, mi faccia parlare! Lei mi ha preso per un altro: questi vestiti qui ... non ci deve mica badare! Non sono mica un travestiJo ... è stato per sfuggi– re a... ai creditori"~II giovane spiritato si _feceserio e·gonfiò le guance. Adesso sembrava Orson Wells. Le due ali di gente, dietro, si richiusero su Evandro. Le loro ombre, altis– sime, si proiettavano sulle pareti del tendone. "Allora you non è un travestito?" "No, no ..." "Ma you non sapere che noi siamo qui per convertire travestiti?" "No io non sapevo, anzi fate bene, vi apprezzo molto... però io non c'entro, non c'entro proprio, mi di– spiace ..." Il giovane s'era gonfiato al massimo e da rosso era diventato viola. Poi esplose: "What 'mi dispiace'?' Un sero di lavora buttata via 1 Brutto culo schifoso maledet– to, venire qui rompere co– glions!" "No, moderi i termi– ni. .." Da dietro una vecchietta gli tirò un'ombrellata: "You're a Bastard!" Adesso urlavano tutti insieme. "Calma gente ... capisco che travestirsi da travestito è un po' travestirsi al quadrato e può dar fasti– dio ... ma è stata una cosa di necessità ... AHI!" Non riuscì a finire: ombrellate negli occhi, sediate sulla schiena, sputi, insulti vari. Svenne. 3. Evandro nudo Quando si riebbe, più tardi, era nudo, completamente nudo, sul prato. S'era fatto buio, ma pioveva ancora. Si sentiva tutto rotto. Cercò di vedere qualcosa intorno: là in fondo c'erano dei giovanotti biondi che inseguivano dei travestiti con delle reti per farfalle, altri infilavano bibbie nei finestrini delle auto in sosta al semaforo. Dio mio, la caccia s'era scatenata! Ricor– dò d'essere riuscito a trasci– narsi fuori mentre quella strana gente discuteva anima– tamente che fare di lui. Ora si sentiva come un evaso dalla Cayenna. Non era nella palu– de, era solo al parco Ravizza, ma già si sentiva i cani alle costole e non c'era nessuno cui chiedere aiuto. Si sentiva– no qua e là dei colpi di pistola, delle urla, degli inse– guimenti. Sì d'accordo: Gesù era la risposta, ma perché non ti lasciavano mai il tempo di fare le domande? S'arrampicò su Uf) albero e rimase un po' lì a pensare. Poi camminando di ramo in ramo tentò di rag– giungere la strada. "Speriamo non ci siano serpenti" pensa– va passando di fronda in fronda. Vide una macchina posteggiata: strisciò fino alla fine del ramo. La macchina ballava tutta. C'erano due che facevano le porcherie. Ma guarda che ti tocca vedere. Si spenzolò di più dal ramo. Erano due uomini. Che roba! Si sbaciucchiavano, si titilla– vano. Non voleva ammetterlo, ma si sentiva abbastanza eccitato. "Guarda quello che simpatico!" Sì: effettivamente era una cosa molto poetica ... Si ricordò quando da ragazzi– no e del resto anche più avanti da militare ... Ma che (segue a pag. 46)
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