RE NUDO - Anno VI - n. 35 - ottobre 1975
34 __ .. --- Quando 2 giugno alle 24, la PFM stava concludendo il intervento i ri– flettori dal palco illuminavano con lasci di luce profondissimi almeno centomila giovani proletari venuti per la chiusura della 5a festa del proletariato giovanile. Gaber, appe– na arrivato dal teatro Quartiere si torceva le mani visibilmente emo– zionato. Toccava infatti a lui dire la parola fine a quello che è stato il più grande raduno giovanile. che si ri– cordi in Italia. Quasi sospinto diii servizio d'ordine entra in scena fra gli applausi. Sono gli applausi di chi già ha conosciuto Il nuovo Gaber che da almeno due anni è il silenzio– so e impietoso interprete dei difetti della sinistra vecchia e nuova, la punta critica della controcultura. Fino a questo momento non se n'era accorto, pensava che il pubblico dei concerti fosse un'altro pubblico, un pubblico che risponde solo al rock come anche fino a questo momento almeno la metà del pubblico non so– spettava che Giorgio Gaber diven– tato uno dei ·migliori interpreti delle nostre ansie e dei nostri difetti. Que– sto incontro e questa reciproca sco– perta è avvenuta dove doveva avve– nire e ha segnato la punta e insieme il limite di quanto la coscienza gene– rale dei giovani e dei compagni po– teva esprimere. L'intervento di Gaber e nella giorna– ta precedente l'intervento teatrale « La fabbrica delle bambine•, han– no colto e agitato davanti ad un pub– blico immenso le tematiche che ie avanguardie del movimento e della controcultura hanno detto e scritto in questi ultimi anni. Non erano tutte cose nuovissime anzi: • La fabbrica delle Bambino• era stata letta da Enzo Robutli al festival dello scorso anno fra il dissenso di molti compa– gni, «Maria »di Gaber cantata per la prima vol!a al Palalido due anni fa, fu subissata di fischi. Bene, questa volta è stata ascoltata nel silenzio da centomila, cosi come la nuovissi– ma «Cani sciolti» che difende lii scelta dei «fuori grlfppo •. Questi di– scorsi, proposti dal palco a decine df migliaia di compagni, in una festa ,,,._ Gioii c,v,q"t>A PIE~o • ••• fl/ofll ÌI se.vsRA VIJ Po' J I s~i, /lii 7C, 01'.rG-I f/ 1 I ;j~À -~ ~ ~ iM,'.--)1··. . D I I._ - .., _ <f)~~~t!..lllc)~4½~tft-j~~L-L-o1tft- ~6 @ ., • n .111A)'flVIPt:' r&~ ~-\~i . V""' o o ~ dove partecipavano organizzati tutti componibile con un discorso ma lo I gruppi rivoluzionari (tranne gHsta- sforzo è stato sprezzato. Non sare– llnistl) hànno avuto e avranno come mo certo noi tra quelli che identifi– minlmo l'éffetto di suscitare dibatti- cheranno il festival in toto con que– •IO e interrogativi all'interno degli sto episodio, ma é altrettanto certo stessi compagni Interni i!llé orga- che noi individuiamo la necessità di nizzazionl. andare avanti e approfondire nella Esiste oggi una tendenza all'interno pratica quotidiana di controcultura del movimento rlvolu,;lonario che la lotta per la liberazione e appog– attraversa orizzontàlmente le orga- · giando quindi Igruppi ché sono por– nizzazioni politiche eliminando I tavoce e protagonisti di questa bat– vertici, una tendenza che si ricono- taglia. Al compagni del i=uori e alle sce nelle istanze portate avanti nel compagne femministe che hacyno fronte di compagni che lotta per Il vissuto la 5a festa del proletariato • cambiare LA VITA• dentro la lotta giovanile come festa al «maschio• di classe. Sono le compagne fémmi-- diciamo che hanno ragione e dioia– niste, i compagni omosessuali, I mo anche ohe quest'anno dobbia– oentri di controcultura, i musicisti mo lavorare anche perché nel '76 si dell'alternativa. sia fatto un passo in avanti nel pro– La 5a festa del proletariato giovani- cesso di eliminazione del «maschi– le è stata quindi un punto di coagulo le». Quando tutti insieme si è canta– in cui tutte le componenti del mcvi- lo l'internazionale in chiusura del mento rivoluzionarlo si sono ritrò\la- festival, non avevamo dimenticato la te portando in se la forza e la Con- contraddizione esplosa durante la traddiziohi che il movimento oggi giornata. Non avevamo dimenticato esprime. questo importante episodio, ma non Le contraddizioni sono scoppiate avevamo dimenticato neppure i cin– sulla questione della sessualità, que anni di lotta da quando per la della omosessualità e della libera- prim volta nel '69 scrivemmo di dro– zione della donna. Apparentemente ga, di liberazione individuale, di può sembrare una nostra contraddi- cambiare la vita. Non avevamo di– zione con quanto si è scritto prima a mentlcato le accuse di drogati, di proposito della Fabbrica delle Bam- borghesi, di idealisti, di controrivolu– bine e di • Maria•, ma la oontraddi- zlonari (naturalmente in « ultima zione è Interna alle masse giovanili. analisi•). Non avevamo dimenticato Ivan Cattaneo, compagno omoses- . neppure gli ordini di scuderia nei sua le del Fuori, è stato fischiato alla gruppi perché i propri militanti non fine della sua esibizione artistica, andassero ai nostri festival. Non di– ma questo vorrebbe dire poco, men- mentlcare tutto questo e vedere i tre grave é Il canaio sussuofobico compagni delle organizzazioni· fu• espresso al grido di «culo» che da mare tranquillamente la loro siga– più parti si è sentito. Lo stesso è av- retta, comprare non più di nascosto venuto alle compagne femministe «Re Nudo•, o il giornale del Fuori, del • collettivo di Bologna• quando sentire ripetere da chi fino poco sul palco si sono sentite chiamare • tempo fa definova le nostre parole lesbiche» e da centinaia di giovani d'ordine «idealiste•, vedere -tutto e non pochi compagni le hanno sa- questo, significa vedere la strada lutate cantandogli contro l'Interna- che si è fatta, come nel maledetto zionale. Questi due episodi sono pomeriggio si è Vista la tanta strada gravissimi ed esprimono la oontrad- che ancor c'è da fare. Una strada dizione interna al movimento nei che è fatta di scontri, polimiche e di suoi momenti più drammatici. Gli in- unità, dove le avanguardie di questo terventi sucessivi aila esibizione aspetto della rivoluzione, e cioè le delle compagne di Bologna, di Lidia donne e gli omosessuali devono tre– e di Carlo Silvestro, hanno tentato di vare la forza e il metodo per coinvol– ricomporre una unità non certo gere tutto il movimento nel processo di demistificazione del ruoli o rnegllo per l'abbattimento del ruolo di ma– schio che è ancora cosi interno il tutte le componenti rivoluzionarie, anche le più estremiste. I gruppi: L.C.eA.O. SI SONO IMPE– GNATI MAGGIORMENTE. C'è chi dice per opportunismo o per• recu– perare•. Recuperare cosa vorrem– mo sapere. Noi siamo certi che sé le esigenze é i bisogni che la contro– cultura esprime sono reali e profOn• damente interni al movimentò, una volta «recuperati• in senso oppor– tunistico dalle organizzazioni diven– tano sempre di più materiale esplo– dente per la rivoluzione culturale, Il fumo · è un esempio illuminante; nessuna delle organizzazioni parte– cipanti al festival ha preso una posi– zione moralistica o comunque di condanna, (Come Invece è succes– so al festival a Licola (Napoli). Forse perché chi avrebbe dovuto stendere il tatzebao aveva uno spinello al po– sto del pennarello. Questo vuol dire che certe situa– zioni sono irrecuperabilialla logi– ca opportunista. E prima o poi la componente oppor– tunista si suiciderà o verré travolta dalle forze delle idee e dei bisogni materiali. · Le compagne femministe devono essere convinte di questo, perché questo rappresenta la loro pià gran– de forza. E la progressiva e crescen– te combattibilità che esprimono le donne anche all'interno dei gruppi ed ora perfino nell'UDI sono una ul– teriore conferma. Alla firie quindi questa grande festa ha consacrato in modo definotivo che donne è omosessuali sono la componente centrale di questa fase della rivolu– zione culturale interna al movimén– to. Dal festival dello scorso anno a oggi è stata fatto un balzo: lo stare insieme bene non basta più, dobbia– mo stare insieme e litigare, perché questo vuol dire già esser-e IN ral)– porto, e questo per la prima volta a li– vello di massa è successo appunto al Parco Lambro.
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