RE NUDO - Anno VI - n. 34 - 1975

•utocoaclenza non abbiamo proprio niente, per ora. Né for- maglche o altro. Anche il grup– conosco che va avanti da un e mezzo.E non abbiamo nean– ancora capito se è un bel viag– perché metterci in discussione e maschi è un po' come strap– la pelle dalla pancia. Ci sono he dei pericoli, perché si rischia chiudersi un po', se appena trovia– h un modo di stare insieme un po' più bello di quello a cui siamo abitua– li, e poi di decidere che oh come sia– mo fighl e bravi, e andarcene tutti in vacanza a raccontarlo alle femmini– ste. Sull'idea di un'autocoscienza ma– achlle, volendo ci sarebbero molti problemi.Per lo meno Però ci è chia– ro che la direzione è quella giusta. Smettere di far finta di niente, di tutti I casini che c'abbiamo sotto, anche al nostro far politica, o meglio smet– tere di sfogarci solo con la nostra donna, concepita come valvola di scarico. Capire i meccanismi della competitività tra uomini, e vedere comesi può fare a buttarli giù. Riper– correre le nostre storie di formazione di maschi, e scoprire che tutto som– mato non è stato un bel viaggio. Incontro Riccardo Gorlni, psichiatra, 30 anni, milanese con gli occhi che prendo– no spesso in giro. Ha fondato "L'Arca .. con alcuni colleghi. Cos'è L'Arca? Una cooperativa che organizza seminari d'in– contro fra persone che vogliono appro– fondire la loro autoconoscenza e la com– prensione dei problemi loro e altrui. Si chiamano• gruppi d'incontro ..e pare che in America e in altri paesi la cosa funzioni già da anni. In Italia ci hanno pensato solo loro, adesso. Ma lasciamo la parola a Ric– cardo. • Ero assistente di Cazzullo, (un profes– sore qui a Milano all'Università ndr) che bassezza, che ignomignia! Ma come si fa a fare quel lavoro! L'approccio col malato disumanizzante, la manipolazione della personalità, la segregazione e la proiezio– ne sul malato dei propri tabù; non è mica quflllodii modo di lavorare. Se questa è la psichiatria - mi sono detto- proviamo con la psicanalisi: mi sono iscritto alla società di psicanalisi dopo 450 sedute di analisi didattica tutto speranzoso: niente, i mec– canismi sono più raffinati ma uguali e i li– miti economici e culturali dell'operazione, immensi. Perché dovevo subire una tale limitazione nel vivere il mio ruolo? Dove– vo guardarmi intorno. Prima cosa: basta col lavoro Individuale e invece privilegia– re Il lavoro di gruppo, cercare di ,,curar– cl • tutti insieme, di parlare insieme delle cose; sono andato a Losanna e a Ginevra e ho avuto I primi contatti con gente che non faceva terapia strettamente analitica e soprattutto un fallo nuovo (per me) ed esaltante: la possibilità di usare il corpo come approccio e «spia• dei problemi. Il corpo non mente e tutte le inibizioni, fru– strazioni che cl portiamo dentro ben na– scoste, il corpo in un modo o nell'altro le rivela. E poi Il linguaggio del corpo ha il vantaggio non Indifferente di scavalcare le barriere sociali, di lingiaggio e di cultu– ra fra la gente che partecipa ai gruppi. Ho lavorato dopo in un centro di crescita (si chiamano cosi) a Monaco che si fondano su Insegnamenti di derivazione reichiana e U cui principio base è sempre quello della collettlvltà e dell'utilizzazione del oorpo. Ho deciso di fare la stessa cosa a Milano e insieme ad alcuni colleghi abbiamo fat– to• L'Arca•. I nostri seminari cominciano IIJl'lnlzio di maggio e durano pochi giorni nte I quali I componenti del gruppo d'incontro stanno sempre insieme, matti– na e pomeriggio guidali da uno di noi che fa il «trainer• ma che è insieme agli altri coinvolto e partecipe, mai spettatore. Cosa si fa nei gruppi d'incontro? Dipen~ de. Ce ne sono alcuni finalizzati adunar– gomento, altri no. Ce ne sarà uno per esempio sulla questione della donna ri– servata alle sole donne. Alcuni basano solo sul linguaggio verbale, con minimi interventi del corpo, altri danno più im– portanza al corpo rivelato da esercizi di diverso genere. Per esempio la bioener– getica. La bioenergetica è - per semplifi– care molto - un insieme di esercizi ed ap– procci fisici attraverso i quali capisci le tue tensioni muscolari (che non avevi mai scoperto prima) e piano piano arrivi a ca– pirne le origine psichiche. E magari an– che a risolverle ...Certo questi gruppi d'in– contro non si rivolgono alla gente con grossi disturbi psichici, le quali hanno in genere ancora bisogno di un almeno ini– ziale approccio individuale. Noi ci rivol– giamo alla gente «sana» o che presume di essere tale, gente che non pensa certo ad andare dallo psicanalista, gente che vive normalmente e-che ha voglia magari di fare il punto su se stesso, di aprirsi di più agli altri, di capire di più la sua realtà e se stesso. Gente che non vuole atrofiz– zarsi e che non vuole smettere di impara– re. lo credo che l'educazione è un proces– so che dura tutta la vita e che ragionevol– mente deve essere esteso a tutti. Lo scopo che noi vediamo nel nostro la– voro è quello di contribuire ad una sem– pre maggiore conoscenza di se stessi e degli altri, in definitiva di essere più co– scienti e quindi più felici, non nel senso stupidotto di benessere individuale ma in quello un po' più complicato di autoac– cettazione e di comprensione del prossi– mo. Il che non significa, cara mia, che noi vogliamo pacificare gli animi e fare in de– finitiva un lavoro di supporto a questo si– stema sociale, anzi. Autoaccettarsi e capire gli altri non signi– fica affatto dire che tutto va bene cosi. Quando l'uomo, in una società come que– sta, va alle sue radici e capisce il mecca– nismo che l'ha portato ad essere cosi bloccato, così fregato anche ...è normale che voglia che le cose cambino. Una per– sona che si libera ha voglia di liberare in– torno a sè. E tu mi dici che non avevate bi- sogno che arrivassi io a dire queste bana– lità; si, però la conflittualità fra te e le isti– tuzioni, fra te e il resto, fra te e il mecca– nismo sociale, in che modo la si vive? Ce r:e 5flM molti. Questa conflittualità do– vrebbe eSse,e c:,siçP.nte e protetta, ho scelto con cura queste due parole, per– ché vedi è necessario andare bene in · fondo a se stessi e anche in fondo ad al– cune altre persone per poter capire fin dove e fino a quanto gli schemi mentali, i tabù, le paure, le imposizioni della classe dominante sono penetrate dentro di noi. Capisci? lo ho la precisa sensazione che per esempio nel movimento la conflittua– lità contro il sistema non sia per l'appunto molto spesso cosciente e protetta, ma in– cosciente e spaventata di se stessa; ho conosciuto molti compagni per i quali la lotta politica era un groviglio di tumulti emotivi, era una battaglia inconsapevole contro una parte di se stessi trasferita all'esterno o altre cose ancora. L'impor– tante insomma è ancora una volta e sem– pre prendere coscienza; e non basta prendere coscienza della divisione in classi, del dominio capitalista, della lotta di classe ecc., ma è necessario secondo me prendere coscienza anche di noi, di chi siamo, come funzioniamo, di quali va– lori hanno sul serio e nel profondo fatto presa su di noi, di cosa vo_gliamo,per es– sere un po' più disponibili, un po' più sag– gi, un po' più felici e quindi anche un po' più rivoluzionari. Parliamo di soldi? È presto detto: in me– dia questi corsi costano 30.000 lire l'uno per tre giorni in cui il medico è completa– mente a disposizione del gruppo; non mi sembra caro considerando che i parteci– panti sono al massimo una diecina e che in molti casi il medico trainer deve arriva– re da fuori Milano. Dici bene che questa esperienza è anco– ra di fatto, a questo prezzo comunque, proposta a un pubblico benestante; nella misura in cui crescerà il nostro lavoro, po– tremo prendere in considerazione dìver– se forme organizzative. Riccardo mi ha invitata a vedere una proiezione privata di un film americano che documenta una settimana di gruppo di incontro vissuto in California vicino a S. Francisco nel 1970. Ed è stata una buona idea. Vi racconto alcuni "episodi ..di quel film. 1 ) C'è l'unica coppia del gruppo ( molto giovane) che si scontra: Hillary dice che il marito non la capisce, che è assente che non la rende partecipe delle sue emozioni, che la tiene lontana da sé; an– che Kieh Iè infelice perché non capisce le sigenze della moglie, non gli sembrano problemi reali e si sente soffocato dalla moglie. Lui parla pacato, disteso in viso; lei è contratta, torce continuamente le mani, parla con evidente agitazione. a scatti. A un certo punto quando tacciono. il trainer (che si chiama W. Schutz e che è stato un po' l'inventore di questo grup– po d'incontro) invita i due ragazzi a pren– dere a turno un cuscino, appoggiarlo per terra fra loro due e scaricarci dentro fisi– camente la propria insoddisfazione. Detto fatto, Kiehl si inginocchia e pestando for– te i pugni contro il cuscino si mette agri– dare ripetutamente. La moglie lo guarda prima incredula, poi si mette a ridere sempre più nervosa finché arrivano i sin– ghiozzi e poi un pianto disperato. Lei non riesce a picchiare il cuscino e continua fra le lacrime a ripetere " Non posso, non posso, mi dispiace, non posso"· Allora il trainer insiste nel proporre a Hillary degli esercizi che sempre più evidenziano la RE NUDO/o sua non disponibilità a comunicare e che lei maschera con continue richieste e . pretese verso il marito; sono esercizi fisi– ci in cui lei da una iniziale posizione di chiusura del proprio corpo, cercherà di distendersi e di aprirsi. 2) Cathy non è più sicura di voler stare col marito; si sente brutta seni;a fa~cino, grassa; non ha fatto niente di importante nella vita, il marito cerca altre.donne e la trascura. Schutz la invita a spogliarsi nuda in mezzo al cerchio di tutte le P(l[SO– ne sedute per terra. La prega quindi di guardarsi nello specchio contro la parete e le parla "Guardati e tocca(i bene dap– pertutto, senti il tuo corpo? E bello il tuo corpo, non devi sentirlo estraneo, devi amarlo. Lo sai che passerai insieme a lui tutta la tua vita? .. Intanto Cathy percorr!l il suo corpo con le mani e mormora: «E dolce è morbido, si mi piace, e mano a mano le sue carezze diventano più affet– tuose e meno incerte. ,,Sei molto bella, Cathy - le dice ancora Schutz - sembri una di quelle figure dei dipinti classici! .. 3) Janie è una ragazzina e fin dal primo momento ha sentito una forte attrazione Rer un ragazzo: Steve; lo ha anche ab– bracciato e baciato di fronte agli altri. A un certo punto afferma però di ·sentirsi ri– fiutata da:lui. E Steve risponde che si, che certamente lui ha dei problemi con le ra– gazze, e che gli è già capitato molte volte di incontrare una donna e di decidere progressivamente che non andava bene per lui, di cercarne i difetti. Anzi Steve ha la sensazione di cercare proprio donne alle quali potersi sentire inadatto. " Del resto - diceva Steve - questo non è il mio unico difetto. lo sono un esibizionista, un fallito, un insicuro, io non concluderò niente, io non riesco a comunicare ..." Al– lora Betty Fuller che è la seconda trainer del gruppo lo invita a prendere un cusci– no fra le sue braccia per ogni sua inade– guatezza. E lui li raccoglie: « Uno per la mia solitudine, uno per il mio egoismo, uno perché· sono brutto ..."· Finisce che è traboccante di cuscini e afferma tutto af– fannato: "Pesano, quanto pesano! .. E li scaraventa in terra, sedendoci sopra. 4) Stan, l'unico omosessuale del grup– po, dice di avere paura, paura fisica di Max, un uomo di circa 40 anni che il gior– no precedente aveva manifestato la sua aggressività in modo vistoso. Schutz sug– gerisce che i due facciano la lotta ed ecco i due avvinghiati sulla moquette che si torcono reciprocamente cercando di inchiodare l'altro di sotto. Ci riescono una volta per uno e alla fine si siedono trafe– lati e ansanti. Sian dice di avere molto meno paura di Max, adesso.

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