RE NUDO - Anno VI - n. 34 - 1975
RE NUD0/14 morsi alle nostre brave sbandate percet– tive, sperando di riportarne qualche idea per una razionalità meno distruttiva di quella vigente. · Ritorniamo quindi alla percezione para– noica della realtà, di cui sopra, e al gran– dissimo disagio nei confronti del nostro stesso desiderio, dovuto all'impossibilità di isolarlo dal contesto culturale colletti– vo, con il quale non si riesce a non con– frontarsi costantemente. Questo disagio è confermato e accresciuto, parallela– mente al contesto disastroso dell'etero– sess u a I it à di fede capitalistica, dall'emergere violento di posizioni di rot– tura rispetto alla sessualità com'è stata vissuta fino ad oggi, posizioni che trovano la loro espressione nel movimento femmi– nista e·nel movimento degli omosessuali. Si tratta di ottimi esempi di quella sfasa– tura di giudizio di cui abbiamo enunciato la necessità e che stiamo cercando di de– finire più concretamente; consideriamo il pensiero femminista, a cui si rifanno an– che gli omosessuali, l'esito più concreto e l'eredità più solida di venti e più anni di sbandate sociologiche di massa, e lo as– sumiamo quindi come base per ogni pos– sibile riflessione sulla sessualità, e qui, per dire una volta per tutte alcune cose che ci stanno a cuore. (Ora però il discorso diventa un po' sotti– le, e conviene, per comodità farlo in prima persona.) L'atto sessuale dell'uomo è un atto alta– mente culturale; tutti sanno che nell'uomo socializzato e culturalizzato la spinta biologica e psichica che porta all'unione dei sessi è condizionata in gran parte da prescrizioni, proibizioni, scopi, che danno luogo a un simbolismo, socialmente costruito, costituente la nor– ma seguita dalla maggioranza. Questo simbolismo lo chiamo culturalizzazione dell'atto sessuale, cioè formazione di una struttura obbligata dell'interazione eroti– ca che sia omogenea e presenti valenze funzionali rispetto alla struttura comples– siva della società. La norma sessuale, in questo senso, non si può considerare in– dipendente e rispondente soltanto a cri– 'teri propri specifici di ordine erotico, ma va inserita nel contesto generale di tutti i criteri, che formano un universo simboli– _coi cui elementi non sono staccati tra di loro, estranei, ma legati insieme e reci– procamente necessari. Tutti sanno anche come la norma social– mente preposta all'interazione erotica nella società che ci ha preceduto fosse fi– nalizzata nella sua globalità al potere pa– triarcale, che si esprimeva coerentemen– te nelle nostre strutture economiche e politiche. Uno degli aspetti fondamentali di quella norma era la sanzione dell'infe– riorità e della subordinazione della don– na: questo può essere sufficiente per in– cominciare a sospettare che l'amore tra una donna rassegnata a una posizione imposta di inferiorità e un maschio gonfio di una presunta superiorità non sia più naturale, e meno invece invenzione cultu– ·rale,dell'amore tra omosessuali e di qual– siasi altro tipo possibile di amore, dato che in natura non esiste lo sfruttamento delle femmine per fini economici e di po– tere. Si tratta in tutti i casi di culturalizza– zioni che trovano la loro legittimità o ille– gittimità soltanto nel loro grado di inte– grazione con tutte le altre sfere culturali. Oggi il potere patriarcale è in crisi, ma non per questo ha cessato di esistere il potere, depositario delle norme che rego– lano giusto e ingiusto, legittimo e illegitti– mo, il quale potere è passato dalle mani dei vecchi patriarchi, imperatori, papi, ca– pitani d'industria e duci, a quelle bianca– stre e sudaticce di anonimi consigli d'am– ministrazione. La norma preposta all'interazione erotica in una società dominata da questo nuovo potere non è ancora del tutto socialmente costruita, però chiunque non sia cieco può coglierne i presupposti di fondo, ac– cennati sopra, che si stanno delineando: monopolizzazione ai fini di profitto capi– talistico della libertà sessuale raggiunta grazie ai grossi sacrifici sostenuti soprat– tutto dai nemici di quel profitto (non di– mentichiamo che W. Reich è morto in ga– lera); passaggio della donna da una posi– zione di asservimento al potere economi– co patriarcale a una condizione di parte– cipazione e collaborazione apparente– mente spontanee ai meccanismi econo– mici del capitalismo monopolistico, trami- te la pubblicità, lo spettacolo, etc.; conse– guente esplosione feticistica, depaupe– ramento libidico delle persone, insana valorizzazione erotica degli oggetti più svariati e delle situazioni corrispondenti: l'uomo moderno copula eterosessual– mente, si sa, oltre che nel modo tradizio– nale, anche quando acquista la macchina nuova, quando chiede al bar Birra Peroni, quando diventa scemo a forza di lavorare per potersi permettersi le vacanze sper– mose in riva ai mari di nafta, e via di segui– to. Quindi ci troviamo di fronte a una nuo- va prepotente culturalizzazione del rap– porto eterosessuale che non si è comple– tata del tutto in ogni sua parte, ma che in mollissimi casi funziona già come norma, e in quanto culturalizzazione non ha nes– sun altro titolo di merito rispetto all'omo– sessualità se non quello, ancora una vol– ta, di essere accettata dalla maggioranza. Ora, l'omosessualità si pone per defini– zione, cioè volente o nolente, come nega– zione dell'eterosessualità. Però necessa– riamente non può essere rifiuto di un con– cetto astratto di- eterosessualità e in nome di niente, concetto astratto e niente che non esistono, ma negazione di que– sta eterosessualità, in questa spcietà, in questa epoca storica e rispetto al modo di costruire e di trasmettere questa norma in questa società, ed è una negazione che proviene esplicitamente anche da altre «minoranze", come quella delle donne cosiddette «frigide», delle quali si parla in un ambito politico ancora meno degli omosessuali. . Proviamodunquea considerarele « de– viazionidelle cosiddette minoranzedal puntodi vista della negazione in cui si pongono, che è negazione appunto di questa sessualità e dell'universo simboli– co che la regge, dato che, come si è visto, ogni atto culturalizzato è retto e validato da un universo simbolico socialmente co– struito. Si può affermare, per ora neutral– mente, che queste persone hanno esteso il campo della sessualità, in meglio o in peggio, mostrando col loro rifiuto una concezione C0Q'lpletamente diversa della vita amorosa o dell'universo simbolico, quindi del tessuto sociale, che deye so– stenerla. Non dò nessuna connotazi.one di positività o negatività, in assolut~lla proposta per antitesi dei «devianti•: non serve il misticismo della devianza. Ma nello stesso tempo, pur non essendo nè omosessuale attivo nè frigido, mi va molto bene che qualcuno neghi un universo simbolico che è anche il mio, perché mi è– stato prescritto, pena il manicomio, da questa società, e nei quale trovano posto insieme: venti secoli di macerazione nel– la femminilità; poco meno di mezzo seco– lo di progressiva travolgente cooptazione ·della donna da parte degli antichi sfrutta– tori; cinque anni di catechismo; andare a lavorare per comprarmi la macchina; dire « ti amo• come nei film americani, oppu– re, a scelta, dire « brutta troia adesso ti faccio vedere io• come nei film italiani; la guerra del Vietnam che ha risucchiato paranoicamente i nostri diciassette o di– ciott'anni, voluta da quelle forze econo– miche che ora ci offrono erotismo di tutti i tipi e a tutti i prezzi; la crema per i brufoli; ancora la birra Peroni; Fanfani; Telegio– nale; Indro Montanelli; ancora l'eroina. Mi va bene la negazione perché in questo universo non mi ci trovo per niente bena So che giusto e sbagliato-non si stabili– scono rispetto a qualche principio meta- storico, metafisico, dato una volta per tut– te e assoluto, e quindi devo ritenere che il criterio che nella nostra società con– sente di giudicare giusto copulare, e sba– gliato essere frigide, lesbiche, finocchi e via di seguito, sia un criterio storico rico– noscibile, necessariamente omogeneo e indirizzato agli stessi fini di tutti gli altri criteri che regolano il giusto e lo sbagliato in tutte le altre sfere dell'attività umana, culturalizzata, in questa società. .Siccome poi, vuoi per indole naturale, vuoi per scelta politica, ho da sempre la prepotente tendenza a identificarmi con ogni tipo di individuo oppresso dal siste– ma economico capitalistico, in ogni situa– zione possibile, è da molto tempo che vivo nella convinzione che i fini ai quali tende questo sistema siano essenzialmente mortiferi e che tutti i suoi valori basilari siano carichi di valenze necrofile. A que– sta convinzione non si può sottrarre la teoria e la pratica dell'eterosessualità se– condo i modi, i tempi e il simbolismo im– peranti in questa società. Semplicemente ritengo si possa ipotizzare, come minimo, che la pratica dell'eterosessualità secon– do questa norma sociale possa essere al– tamente mortifera, in quanto altamente culturale, essendo la cultura complessiva di questa società tendente soprattutto a fi,[li di oppressione e distruzione, cioè ne– crofili (preferire la morte altrui e propria piuttosto che la vita altrui e propria insie- -me). A parte le convinzioni personali, potrebbe valere la pena di chiedersi se il nuovo po– tere, passando da Hiroshima, Bikini, Viet– nam, Cile, si sia purgato completamente delle proprie tendenze necrofile e quindi sia in grado di proporre delle norme di comportamento liberate finalmente da tutte quelle implicazioni di oppressione sperimentate dalle donne, se i maschi non se ne fossero veramente mai accorti, da almeno venti secoli a questa parte. Di risposte non ce ne sono, al di fuori del movimento femminista e degli omoses– suali. L'amore regna sovrano. Basta ac– cendere la radio o infilarsi in un cinema, non c'è pericolo di non trovarne. Non esi– ste una produzione artistica, musicale o altro, che esprima un qualche disagio, una ribellione, dei ripensamenti, da parte di uomini e donne «felicemente• etero– sessuali. A sinistra si riduce il femmini– smo alla rivendicazione della pillola e dell'aborto libero e gratuito: non si arriva a concepire neanche lentamente l'inter– rogativo se l'eliminazione della vergogna dell'aborto clandestino sia sufficiente, da sola, a produrre l'eliminazione di quell'al– tra vergogna del coito oppressivo e-inco– sciente, appreso, e e mai messo in di– scussione, nel retto curriculum del razio- . cinio e secondo i modi della sacra sodo– mizzazione. La questione non è che si devediventare tutti omosessuali o frigidi per protestare contro il sistema (come argomentava de– risoriamente un autorevolissimo erudito nello sconcio corsivo « Le ceneri di Mal– thus• pubblicato dal Ministero a metà gennaio, splendido esempio di elabora– zione culturale antagonistica che prefi– guri già in questa società etc. etc.). Dato che era una creazione culturale il coito violento, patriarcale, e sappiamo bene che tipo di società reggeva,dato che è una creazione culturale, una nuova sovrastruttura del desiderio, il colto llbe- rallzzato, trenetico, di pl11tlca,. stiano di oggi, e vediamo quale regge, dobbiamo porci Il problema raie della creazione di coni dell'amore tra le persone che non omogenei a nient'altro che a un te rapporti umani e sociali dove non spazio nè per l'asservimento ne per teggiamento di passiva conformlti confronti delle aspettative del pote,e. cultura fallocratica, naturalmente, può fornire nessuna indicazione In sto senso. Gli esiti storici di cui ma mente si pavoneggia, I suol prodotl puri, più perfettamente coerenti, straordinariamente specialiuatl, ao B-52, quei giganteschi falli d'acciaio solcano i cieli del globo eiaculando esseri viventi spermatozoi di napal questa non vuol essere una facile lm gine metaforica ad effetto; la cultura lacratica si definisce specifica come cultura di rapina, di infantllia responsabile, di allucinazioni di onnl lenza, il cui rovescio è l'impotenza struttiva che dà un segno preciaiaeli agli eventi economici e politici da qua e dove il maschio, con una stupidità strofica, è arrivato a concepire un'lm gine di forza legata soltanto alla pr struttura muscolare e al turgore del prio uccello. La forma di amore tipica deriva da questo miraggio di poten2't stupro, la sua base cognitiva è la canza assoluta della più elementare noscenza dell'immagine, per essere stretto ad ammettere che anche la do può godere, può provare del desiderio, dovuto esaminarla sul tavolo di diaae ne, scoprendo cosi che il clitoride è chissimo di terminazioni nervose, e c quindi anche per la donna godere è trettanto naturale che mangiare bere' dormire. Questo è l'emblema del dlsa della nostra scienza, come di tutto Il ,.. stro assetto antropologico, di tutta la stra storia, cultura e politica, fondate secoli sulla negazione, rimozione sull'avvilimento sistematico dell'un grande forza e vera potenza, l'eros donna, preposta a muovere la vitaum Oggi la scienza positiva ci dice ctMt quell'ingombrante affare che è Il esistono molte meno terminazioni se che nel piccolo clitoride. Nederl il «pene in miniatura• ha moltapiù tenza erotica dei grosso e lngombl' fallo. Ma il disastro sta proprio net che sia la scienza positiva a dlrce quale ha scoperto questa elementa rità sezionando cadaveri, e che non mai esistita una scienza dellavita cli i giorni alla quale queste cose appe ro chiare da sempre per la loro ev quotidiana. La razionalità ha blq cadaveri, la scienza positiva non r1 sce il desiderio della carne vi dell'uomo come persona, non come I me di « terminazioni nervose•. Anc: base della sua teoria e della sue esiste solo la vergine immacolata, di Dio onnipotente, cioè la n senza scampo di tutto ciò che è di vita come origine del dellrlo di lenza. Risolto il problema del con la verginità della madonna, femmina vera, di carne, persona l'uomo occidentale non ha saputo simbolo migliore di FIGA, buco eta re, non sede della potenza erot!Ga f nile e vera fonte dell'amore, ma I della potenza idraulica del CAZZO. schio strupatrore ha sempre lm segno del fallo vittorioso al corao avvenimenti, tutto ciò che è au sotto il sole e porta Il segno della za del clitoride femminile non fa parte della • Storia •. Desiderio• Ilvo femminile, storia scienza sono sostantivi maschili. Un a miniata è ancora tutto da In costruire sulle macerie di due ml fallocrazia. Ora i più ·sprovveduti In tatto di mentali, i più corazzati contro le desiderio, troveranno quiaoltanlO stlcismo erotico, dell'lrrazlonall ché del vitalismo. Ma che direa razionalità somma del nostro te regge tutto ciò che eslate hl' q do di mlsurablle e di sclentlfklo, mia capltallstlca, e che Il baa razionale degli amori, ldolalrllt matria fredda, impotente, CIie. gia, non al beve, non r1 costruire,• che ha plD
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