RE NUDO - Anno VI - n. 34 - 1975
rogo usa il napalm e che quando, fra non molto, non esisterà più niente da depre– dare, deciderà che semplicemente più niente ha il diritto di esistere. L'assogget– tamento a quel potere significava soprat– tutto asservimento della donna e aggres– sività maschile, la conformità a questo potere significa soprattutto falsa promo– zione della femminilità, reale sfruttamen– to pubblicitario intensivo della donna, e implica un ulteriore deterioramento dell'atto se.ssuale, che porta sempre meno a una integrazione fisica e psichica con una presenza erotica e umana pro– fondamente sentita; e sempre di più a un'azionestereotipata che si sostanzia soltanto di conformità ai modelli pubblici– tari fabbricati di continuo dal sistema economico capitalistico avanzato, e· ai quali il sistema lega le sue possibilità di sopravvivenza e di perpetuazione. Senza fare nessuna disquisizione su quale debba essere l'Amore vero e di Sinistra, e quindi senza l'ausilio di crite– ri sessuoideologici, ci vuol poco a ve– dere che non è certamente questo l'amore in mancanza del quale ci sono mancati anzitempo, e in cosi tenera età, Janis Joplin, Jim Morrison, Jlmi Hendrix e tanti altri, e tantissimi hanno conosciuto galera e manicomio, e per il quale qualcu– no ha URLATO nel deserto di fumo e di odio, e che molti di noi hanno posto come discriminante non secondaria tra fasci– sta e compagno; tra oppressione e libertà, tra coglioneria e coscienza. Però questa non può essere la conclusio– ne del discorso, ma solo un punto d'inizio; e abbiamo accennato ai simboli classici della cultura alternativa americana per affermare un punto di vista che, di questi tempi, dove non è definitivamente affos– sato con una sufficienza che può provo– care ogni tipo di reazione tranne che sen- so di inferiorità o di colpa, è soffocato nel– la vischiosità del luogo c9mune, su cellu– liode o su carta patinata. E il punto di vista della controcultura, che aveva un altro simbolo, tanto per essere monotoni, in quel terribile veleno, l'essenza di canna– bis, per salvarci dal quale i nostri legisla– tori e giudici si vedono costretti a propi– narci anni di galera, o a scelta, di manico– mio, per il nostro bene, s'intende. Siccome non c'è nessun motivo, per chi è rivolto al futuro, di far rivivere un passato recente ma già concluso, ci accontentia– mo di mantenere quell'essenza profuma– ta, e dolce al respiro, anche soltanto come simbolo, senza alcuna ulteriore en– fatizzazione sul suo uso e sulle sue ,,pro– prietà». In compenso però rivendichiamo "l'attualità di tutto ciò che di rivoluzionario sta dietro a quel simbolo, particolarmente la ricerca di una struttura raziònale del tutto diversa da quella che ci si forma nel curriculum che porta senza conflitti o ca– dute dalla culla al ruolo adulto funzionale a questo sistema economico e sociale. Ora si sa bene che le sostanze allucino– gene in questa ricerca possono servire moltissimo e possono servire anche a niente, ma riteniamo che con un mezzo o con un altro questa ricerca vada comun– que portata avanti. In ogni caso alla sua base occorre mantenere sempre quella sfasatura di percezione e di giudizio dive– nuto potente fenomeno culturale in se– guito e grazie alla sbadata sociologica di qualche decina di milioni di persone da quindici anni a questa parte, fuori dalla famiglia,dalla scuola, dalla caserma, de– viazione insomma del retto e sacro alveo della sodomizzazione intellettuale social- mente sancita. Si è trattato di un fenome– no straordinario, ma sul cui significato antropologico, cioè sulla portata che ha avuto dal punto di vista della indicazione di un tessuto di rapporti umani _svincolati dalle esigenze e dalle aspettative del po– tere capitalistico, non sarà certo la cultu– ra borghese, alta o bassa, di destra o di si– nistra, a illuminarci (quella cultura, tanto per intenderci, specializzata nel dibattere g"randiose questioni inutili o nel rendere • vano il dibattito su questioni fondamenta– li, e che mentre applaude con o senza cravatta all'epopea operaia cosi magnifi– camente celebrata, con cosi belle luci e cosi belle voci, da Luigi Nono, non ha mai assolutamente nulla da dire sulle lotte antimilitariste di questi anni, contro l'an– nullamento delle persone nelle carceri militari e nei manicomi, contro la spaven– tosa potenza della celluloide e della carta patinata, sul femminismo, sulle lotte degli omosessuali, tutti argomenti vili, perché non inseribili neanche marginalmente nel gran fiume di retorica da cui le più belle menti attingono la propria consapevolez– za). Quindi dobbiamo arrangiarci da soli, an– cora più soli per il fatto che i migliori sono stati distrutti, nel sostenere la teoria e la pratica della sfasatura percettiva e di giu– dizio come fondamentale strumento co– _noscitivo e come presupposto per un.a prassi che tenda ad essere radicalmente alternativa. Questo discorso naturalmen– te va chiarito e se fossimo dei dottorini sapremmo bene come svilupparlo in mol– te direzioni, approfondendolo, motivan-· dolo e circostanziandolo a dovere. Ma es– sendo soltanto degli ex-sbandali tornali dalla mamma ci limitiamo ad un esempio: per un ragazzo educato nei sacri valori della famiglia e della fede, che ha trascor– so infanzia e prima adolescenza negli oratori e .nelle file dell'azione cattolica. RE NU0O/13 rappresenta una notevole e'molto saluta– re sfasatura di giudizio arrivare a pensare in termini marxisti, fosse anche soltanto nei termini meccanici, faciloni e trionfali– stici resi familiari dalla volgarizzazione. Questo in effetti è l'itinerario tipico-di tan– ti attuali compagni che conosciamo, che che ci fa convinti di vivere oggi in una so– cietà un po' meno merdosa di quella di dieci anni fa. Arrivare a sostituire alla ma– donna vergine, come criterio conoscitivo, la lotta di classe è senz'altro un salto enorme e di significato strepitoso. Però troppo spesso la situazione che lo prece– de condiziona in gran parte questo salto conos-eitivo, facendo in modo che sia li– mitato in gran in modo che sia limitato ad alcune sfere dell'esistenza e soprattutto facendolo apparire come l'unico salto possibile, o come l'unico che sia giusto o magari "corretto »compiere.Cosi si assi– ste da sempre alla polarizzazione dei lin– guaggi politici attorno a dei contenuti fondamentali ma parziali, che escludono altri contenuti fondamentali, altri possibili linguaggi, altre possibili strutture percet– tive, più ricche e meno subordinate alla struttura dominante. È ben noto l'affanno, lo scricchiolio di arti atrofizzati e anchilo– sati, la pesantezza di movimento tipici an– cora oggi delle organizzazioni rivoluzio– narie in Italia e fuori, non appena mettono piede sul terreno culturale, della sessua– lità, della musica, terreno dei problemi che concernono l'interdipendenza reci– proca tra struttura e sovrastruttura. Il pro– blema uomo-donna è forse quello su cui ci si muove con maggiori difficoltà e in cui più spesso il criterio di giudizio fonda– mentale tende a rimanere proprio la ver– gine Maria. Ora, la controcultura non è che abbia fatto granché, però qualcosa di nuovo l'ha pur proposto, potendo fare ben poco oltre a proporre, data la scarsa ri– cettività degli interlocutori. Il "ripren– diamoci la vita », ad esempio, anche se obbiettivo piuttosto generico, non ha evitato di suscitare delle ironie precise, con derisione del" vitalismo», dell'« ir– razionalismo », e da parte dei più imbe– cilli del ,, giovanilismo», tutti concetti borghesi, e, manco a dirlo, coglionissimi. A questa struttura percettiva, a questa ra– zionalità fatta di etichette appiccicatic– ce, sfuggono le evoluzioni di fondo della realtà E anche grazie a questo tipo di ra– zionalità come sempre, che la macchina economica può procedere tranquilla– mente sulla via della progressil(a scoto– mizzazione della " vita » in nome del ,,funzionamento». Infatti, fin che noi stia– mo qui a castrarci senza mezzi termini in nome della Rivoluzione, nelle cittadelle del capitale monopolistico e multinazio– nale é in fase avanzata la progettazione del programma dell'uomo futuro perfetta– mente funzionante in sintonia con gli in– granaggi economici. E, quanto al vitali– smo, non c'è dubbio che nella fase attua– le, e nel futuro sempre di più, al capitale non conviene e non converrà che la gente si interroghi troppo sulla vita propria e al– trui: nei progetti del potere economico la passività del comportamento, predeter– minato in ogni sua componente, deve crescere col progredire del processo di integrazione capitalistica internazionale. Agnelli stesso, quanto ali'« irrazionali– smo», profetizza che fra cinquant'anni saremo tutti più felici, perché avremo eli– minato poeti e filosofi, e le nostre univer– sità sforneranno soltanto ingegneri. Ci sarà naturalmente qualche miliardo di in– dividui a pagare quella nostra prossima futura felicità, ma tutto questo è program– mato, quindi altamente razionale: irrazio– nali sono dunque le popolazioni sottoali– mentate del terzo mondo se rifiutano di soccombere per inedia, le popolazioni su– peralimentate del primo mondo se non ne vogliono sapere di soccombere per can– cro polmonare elargito loro dalle sue au– tomobili, che rendono quasi irreperibile l'ossigeno nelle metropoli-necropoli di progresso, gli operai se non ci stanno a perire di omicidio bianco, o di fabbrica, e via discorrendo. Berlinguer, da parte sua, non gli pare ne– anche vero di poter sottoscrivere, e gli fa eco dal pulpito del XIV congresso del più potente P.C.occidentale. Noi, invece, che non siamo cosi potenti e nemmeno cosi portati e così bravi a giocare con il potere, mentre ci piace molto di più giocare con i significati, ci lasceremo andare senza ri-
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