RE NUDO - Anno V - n. 28 - 1974

RE NUD0/22 DEDICATO A« IL BORGHESE» 26 MAGGIO 1974 Basti dire... Basti dire ancora che il movimento delle • Pantere Bianche », costituito a Milano per iniziativa di Andrea Valcarenghi, direttore ed editore del Re Nudo, ha diffuso tra i detenuti di alcuni istituti di pena una lettera ciclosti– lata a firma della giornalista Marina Valcarenghi (sorella di Andrea), in cui si auspicava la creazione di un movimento rivoluzionario nelle carceri, con la partecipazione di noti banditi, quali Cavallero e Notarnicola. Dacci oggi il nostro cespo quotidiano La cronaca è tutta nera, per questa guerra bianca. Nemmeno un pezzetto di giornale che non ti butti addosso un fresco cespo di cadaveri. Rumor nicchia sull'Immacolata concezione? O non è vero, invece, che in tutto il mondo la polemica democristiana e la religione cattolica sono in crisi proprio perché non riescono più a battersi sui principi del cattolicesimo? Taviani, con quella sua faccia da uovo sodo della resistenza, si è mai posto, con la serietà di un cristiano, il problema della Grazia? E quel prelato rotondetto di Rumor, ci ha mai detto se crede nell'Immacolata concezione? Leggere per credere Che i sobillatori di quella follia collettiva che, sotto il nome di contesta– zione, sconvolse e rovinò, a partire dal 1967-'68, le Università europee, fos– sero tutti molto ricchi e figli di potenti famiglie, è cosa che ormai da tempo sappiamo. Ma che fossero anche nella maggior parte nevrotici, malati, os– sessionati da manie e disturbi sessuali, frustrati in vari modi nella vita privata: ecco la clamorosa scoperta rivelata in questi giorni da un giovane sociologo trentatreenne tedesco, Ronald Grossarth-Maticek. Egli ha studia– to, intervistandoli direttamente, poco meno di quattrocento protagonisti dei disordini studenteschi che si svolsero in Germania nel 1967 e nel 1968, so– prattutto nell'ambito del movimento studentesco marxista allora capeggia– to da Rudy Dutschke; i risultati della sua inchiesta hanno costituito una dissertazione di dottorato presentata all'Università di Heidelberg e intito– lata: « Rivoluzione dei disadattati?» In attesa che il libro, destinato a gran successo, veda la luce, il Grossarth-Maticek ne ha fornito alla stampa alcu– ne anticipazioni, le quali di per sé sono sin troppo eloquenti. Nei casi migliori, risulta che il capo-contestatore è malato fisicamente; nei casi più preoccupanti (e più numerosi) è invece malato nel cervello. Esem– pio del primo caso è, fra gli altri, un giovane estremista, esperto in assalti alle Università e ai professori: egli è giunto alla contestazione come rea– zione alle sue condizioni fisiche umilanti: soffre di ulcera duodenale, che gli causa aerofagia e dolori al basso ventre ogni volta che tenta di avvici– nare una ragazza. La contestazione gli ha offerto la possibilità di « sentirsi qualcuno » attraverso la violenza, intesa come un risarcimento della meno– mazione fisica. Più significativi, però, sono i casi di quei contestatori che sono giunti alle loro imprese anarcoidi provenendo da turbe psichiche o sessuali. Ve n'è uno che soffriva di una forma patologica di timidezza talmente esasperata che, quando si trovava a pranzare con altri, si metteva a tremare, lasciando spesso cadere il piatto o il vassoio; a scuola, finiva addirittura col rinun– ziare a frequentare le lezioni, non essendo in grado di affrontare l'emozione che gli procurava il confronto con gli altri compagni di studio. Per un tale individuo la contestazione giunse come una manna dal cielo: dal momento della SL!aesplosione egli si gettò nella mischia e di colpo riuscì a sentirsi importante. Diverso è invece il caso di un giovane che, grazie alla conte– stazione, scoprì insieme la rivoluzione e l'erotismo degli operai. « Per me », ha dichiarato costui all'intervistatore Grossarth-Maticek, « i concetti di rivoluzione di classe dei lavoratori sono eminentemente erotici: io col– lego il colore rosso agli organi genitali. » Oppure vi si potrebbe confrontare il caso di un altro esponente della con– testazione, il quale giunse ad essa in seguito al ripetersi di un sogno os– sessivo che lo tormentava quasi ogni notte. In esso, egli sognava di prova– re l'emozione d'essere accanto a Stalin e di trovarlo« simpatico anche dal punto di vista erotico"· Tutti i gusti son gusti; e soprattutto, nel 1967-'68, sembra che tutte le vie della nevrosi conducessero alla contestazione. Non è un caso, a questo proposito, che uno dei manifesti più noti della ri– volta ·dei contestatori dell'Università di Nantes del 1967 (riportato, tra l'al– tro, da Cohn-Bendith nel suo volume su « Le gauchisme » del 1968) consi– stesse in un feroce attacco contro la psicologia e contro la psichiatria. «Considerando», diceva il manifesto, « l'impiego della psicologia come tentativo di dissoluzione delle lotte operaie ... la AGEN-UNEF invita tutti gli studenti di psicologia a disertare i loro corsi ». E' un invito estremamente significativo, se vien letto oggi, alla luce delle rivelazioni pubblicate da Grossarth-Maticek: chi infatti può aver maggiori motivi per odiare la psi– chiatria, di coloro che pretendono di fare della propria nevrosi l'arma della rivoluzione?

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