RE NUDO - Anno V - n. 26 - 1974

T. Albinoni, n. a Venezia nel 1671, m. nel 1750 Cosa è che ci sbalordisce di più nella musica di Albinoni? La dolcezza aristocraticamente popolare dell'adagio o la paziente . rabbia dell'Opera n. 2? Questo figlio di un ricco cartaio della Venezia del '700 non è facile da immaginare; la sua Venezia grassa, pretosa, mercantile non si identifica certo con lui che pur appartiene alla classe che sta in mezzo, tra l'aristocrazia e il clero, ma che malgrado queste premesse però non frequenta né conservatorii, nè la famosa Cappella di S. Marco posto di transito obbligato per chiunque faccia musica in quegli anni. Frequenta Venezia e, chissà, il canto dei gondolieri della Giudecca, tanto che il padre, per lo meno a legger.e il testamento lo disereda. Infatti questo padre della media borghesia spera di ottenere tramite il figlio, maggiori onori di quanti gliene dia la sua condizione borghese, sogna il figlio musico in S. Marco per vendere ancora più carta, invece lo ritrova irrimediabilmente integrato con quella classe sociale che è poi la sua naturale nemica. La Venezia dei suoi anni è da considerare la capitale musicale della sinfonia, nello stile • sonata da chiesa "• divisa in 4 movimenti (lento, veloce, lento, veloce), il più popolare maestro è quel Giovanni Legrenzi - sembra sia stato anche l'unico maestro di Albinoni - che dei quattro movimenti è uno dei maggiori fautori. La sonata da chiesa è appunto un omaggio a un Dio con lo sguardo dell'opulenta oppressione di papi e cardinali. protettore dei potenti che di umano non l;ia nulla. In questo clima entra in scena Albinoni, con la sua semplice capacità di umanizzare ittlnpi Dio, capacità sconosciuta alla sua classe di origine, per cui si inventa una scuola di canto, dove insegna e compone per proprio conto. Nell'Opera n. 2 ad esempio, dove cerca di fare una distinzione tra sinfonia e concerto, dove la limpida trasparenza del contesto nei suoi 3 movimenti, sempre eseguiti tenendo conto del timbro e del virtuosismo dell'elemento solista, si contrappone alla tecnica arrogante della sinfonia si ha l'esatta percezione di questa battaglia, forse ingenua, ma anche autenticamente controcultura le. Questo • dilettante veneto • o • musico di violino • come si faceva chiamare porta avanti la sua battaglia musicale con, per unica arma, una sconfinata fiducia umana. La sua produzione che è di circa 50 Opere, quasi tutte cantate ad arie, ris:?nte molto di questa contraddizione tra lui e il • sistema », la popolarizzazione che è poi lo sbocco naturale di qualsiasi musica ce la propone con una maliziosa strizzata d'occhio quasi rivoltosa, con quel suo violino che sembra domandare li permesso di suonare alla natura. Per questo Albinoni sarà molto studiato e copiato, da altri grandi musicisti; tipico l'esempio di J.S. Bach che allo studio di questo cantore pop, nel suo secondo periodo weimeriano ha dedicato non poco tempo. Purtroppo la vita e la storia di Albinoni sono quasi sconosciute, ma oltre all'Adagio per archi in Sol minore che è forse la sua Opera più nota, vale la pena di ascoltare l'Opera n. 2 e I 9 volumi di musica strumentale, uno dei tentativi più ingenuamente belli e antichi di offrire una autentica emozione musicale. « Tutti i rapporti umani che l'uomo ha col mondo, vedere, udire, odorare, gustare, toccare, pensare, Intuire, sentire, volere, agire, amare, in breve tutti gll organi che costituiscono la sua ln:fivldualità, sono !'appropriazione di questo stesso oggetto. • (K. Marx • Manoscritti economlco-fllosoflcl • del 1844 - Einaudi) 'nova una nuova col per chi vuol il futuro del sound. LA RIVOLUZIONE MUSICA E' GIA' INTORNO A NOI. ASCOLTA! · John Cage Walter Marchetti Juan Hidalgo Charlemagne Palestine Gianni Emilio Simonetti Robert Ashley etc.

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