RE NUDO - Anno IV - n. 23 - 1973
RE NUD0/6 Per potenziare questi scambi, ne– cessari all'accrescimento del livel– lo artistico e culturale di tutta l'ini– ziativa, abbiamo in programma un Congresso Nazionale di artisti un– derground che dovrebbe tenersi nel '74. Chiunque è interessato alla cosa ci scriva al più presto. Ci darà modo di poter valutare con relativa precisione la nostra effetti– va forza, il peso che hanno le ini– ziative di questo tipo e segnerà l'a– pertura di un dialogo in modo più stretto e fattivo. Creiamo una comunità che dobbia– mo amare e rispettare. In questo discorso rientra senza dubbio la poesia. Poesia come confronto, co– me superamento di ogni infrastrut– tura, di ogni barriera, per cancellare dalla letteratura l'impronta provin– ciale che purtroppo contraddistin– gue la cultura italiana • convenzio– nale•. Jap di Vigevano Il mio è un appello a tutti i compa– gni che abitano nei dintorni della Lomellina. Si sta awertendo da tempo il bisogno di darsi da fare. Se staremo uniti, se ci vedremo più spesso e non solo per parlare, ma anche per fare qualcosa di concre– to, riusciremo ad essere più utili a tutto il movement. Cerchiamo di fare di ogni singola menata una piccola rivoluzione. Un centro di controcultura è già nato nella zona, ma se non ci date una mano, non avrà abbastanza forza per soprav– vivere o, quantomeno perderà lo scopo, la funzione che si è prefisso quando è nato, cioè quello di riu– nire intorno a sé più forze possi– bili. Stiamo daccordo sulla nuova linea di Re Nudo. Stiamo Uniti! Quartieri, Degli Olmi Nel nostro centro di controcultura abbiamo in programma, per i pros– simi giorni alcuni spettacoli teatra– li. Abbiamo già fatto degli spetta– coli sul tema del blocco dei prezzi e sui salari. Pensiamo che il veicolo di divulgazione rappresentato dal teatro è, se fatto in modo consape– vole, un valido mezzo per portare avanti in modo immediato un certo tipo di discorso. Più avanti rappresenteremo un lavo– ro rielaborato da noi sul libro • La mano schiaffona •, che vuole esse– re un riepilogo sulle lotte di questi ultimi anni. Contiamo sulla parte– dpazione di tutti, i compagni che hanno intenzione di darci una mano per realizzare più spettacoli all'in– terno del capannone. Lo abbiamo occupato da tempo e aspetta la col– laborazione di tutti quelli che vo– gliono darla. Informazione di Torino Nei nostri programmi, c'è la crea– zione di un giornale. L'idea che ab– biamo in quest?: formare un grup– po di persone addette al coordina– mento di alcune situazioni che pos– sono essere disegni, poesie, infor– mazioni utili. Impaginarle, stampar– le e diffonderle ma non creare una· " redazione di giornale ma semplice– mente raccogliere Informazioni. Per realizzare questo progetto, però, ab- biamo bisogno di contattare un nu– mero enorme di gente. Abbiamo incontrato e incontriamo difficoltà che vanno dalla tipografia all'IVA. Speravamo che uscisse fuo– ri qualcosa, in questa sede, su pro– blemi di questo tipo. Li riteniamo molto importanti ed invitiamo chiun– que voglia darci una mano a met– tersi in contatto con noi. li compagno Luigi di Lucca Il mio intervento non è a livello di gruppo ma a titolo personale. Ci sono alcune considerazioni, su dei problemi che mi stanno a cuore e che tengo a precisare in questa sede. Credo che portare avanti parallela– mente ai problemi della macrodie– tetica, della musica, della droga e dei viaggi in India, quelli riguardan– ti la politica in modo più specifico sia un compito molto importante da parte del movimento. I campi della controinformazione non si esauri– scono, infatti, con i soliti argomen– ti. In fondo trattando solo i nostri problemi ci estraniamo un poco dal resto del mondo e questo non è giusto. Fare sentire la nostra voce anche su problemi che riguardano l'attualità, non solo è importante ma spesso è anche necessario. Ed è il turno del compagno Rolbl di Voghera il quale. dopo avere ri– cordato le difficoltà che si incon– trano in un ambiente di provincia, ha sottolineato il carattere politico dell'intervento del suo gruppo; mar– ciaantimilitarista, aborto, droga, a– bolizione dei codici, cercando di portare a livello cittadino quelli che sono i temi di una agitazione gene– rale. Rolbi ha poi detto come il suo gruppo sia riuscito a creare un cer– to collegamento con gli altri gruppi underground della zona. E ha con– cluso parlando del'le comuni. • Per quanto riguarda le comuni - ha detto - abbiamo visto nelle nostre zone fallire alcuni esperimenti co– me quello di Ovada per cui cl sia– mo posti In una posizione critica, senza rifiutarle a priori ma awer– tendo l'esigenza di un ripensamen– to. Siamo adesso pronti a ripren– dere il discorso e forse quest'in– verno daremo vita ad una comune urbana che, insieme all'aspetto co– munitario, proponga alla città una alternativa di vita e di organizza– zione che in definitiva non è estra– nea a un lavoro politico. li compagno Maurizio è intervenuto per il centro di controcultura del quartiere degli olmi di Milano. Ha detto che il suo collettivo è nato circa un anno fa con una problema– tica del tutto esistenziale, molto staccata dalla situazione di lotta. Ma è stato inevitabile, dopo qual– che mese, intervenire in una situa– zione di movimento e per forza di cose quella più vicina a loro, quella del loro quartiere, portando un con– tributo controculturale, proprio per– ché è impensabile Isolarsi, e l'uo– mo cambia se stesso nella misura in cui lotta per cambiare le cose e viceversa. • Esiste un rapporto dia– lettico costante - ha detto - fra l'uomo e l'ambiente, vale a dire che come l'ambiente, la struttura e Il sistema formano e condizionano l'individuo in un certo modo, così l'umanità ha la possibilità di mu– tare, trasformare l'ambiente in cui vive. Questa forza e questa volontà l'uomo le attinge dentro di sé 'D8 in definitiva sono una conseguenza dell'impossibilità di vivere e di es– sere felici in una certa situazione: l'operalo insomma fa la lotta di classe non perché gli piace ma perché vi è costretto dalla forza delle cose•. È quindi il turno del compagno Mar– co di Lucca che ci parla di due con– certi organizzati dal suo gruppo nel corso dell'ultimo anno, concerti - e questo ci sembra interessante, volutamente previsti per una pic– cola affluenza di pubblico (300-400 persone) per poterle awlcinare più direttamente. Marco denuncia an– che l'esigenza di un collegamento costante con l'insieme del movi– mento rivoluzionario, ma cita il ca– so di Pontedera come esempio di quello che non bisogna fare. VARESE SULLA DROGA A Varese Il problema droga non esiste, nel senso che nessuno ne ha parlato come doveva essere fat– to. Quindi bisogna partire da zero. È nostro intento appoggiare con tut– te le forze la campagna del P.R. spiegando al compagni come e qua– li sono le droghe che si possono prendere. Va chiarito, l'uso della marjuana e haschis sul piano umano e politico perché se non presa In queste di– rezioni è inutile farne uso. Un secondo obiettivo è combattere aspramente la legge Gasparrl e Gonnella sul fermo di droga met– tendoci in contatto con altri gruppi già firmatari con Re Nudo sulla leg– ge presentata dal suddetti • mini– stri •. ENEA - CENTRO DI SENIGALLIA Anche noi del centro di Senigallia siamo d'accordo sul fare delle cose per la Campagna Fortuna e contro la legge Gasparrl e Gonnella, se occorre arrivare agli estremi, owe– ro andando tutti al Palazzo del Go– verno a firmare per dimostrare che la marjuana è innocua e che il vero pericolo all'esistenza è la borghe– sia e il loro sistema. Siamo pronti, quindi a far conosce– re a tutti le contraddizioni in cui tutti i porci cadono sia con denun– ce legali sia con le campagne. L'ultimo intervento è di Carlo Sil– vestro. Dopo aver dissertato sul linguaggio attualmente in uso nel movimento e frutto di una morale sessuofobica mal superata, Carlo ha affrontato il problema femminista come il pro– blema centrale del movimento. Il mondo è nella merda per il fatto che il mondo rappresenta, nelle sue decisioni, nelle sue conclusioni e nelle sue awerazioni la metà dei suoi abitanti. E se ml è permesso di dire è la metà peggiore; ma non peggiore perché l'uomo o il ma– schio sia originariamente peggiore ma soltanto perché l'uomo è vitti– ma o responsabile di una degene– razione che incide di più della de– generazione femminil~. Cosa signi– fica questo? Significa che I caratte– ri, l'uomo e la donna non sono ugua– li, mi dispiace che ci siano qua le femministe che pensano questa sciocchezza, non sono assolutamen- te uguali, sono soltanto complemen– tari, e non è poco. E questo significa che l'uomo, tra i suoi attributi, proprio biologici, ha un fatto che si chiama aggressività e mi sta bene fino a che non dege– nera in sopraffazione o violenza. La donna ha nel suo carattere una co– sa che si chiama tenerezza che mi sta bene fino a che non degenera in una cosa che si chiama sotto– missione o passività. Ora è stato l'uomo che ha creato queste dege– nerazioni e le ha utilizzate in senso fascista ed è per questo che que– sto mondo, essendo un mondo ma– schile, è un mondo, nei rapporti personali, nei rapporti di famiglia, nei rapporti politici, nei rapporti di classe, nei rapporti tra città e città, in tutti i rapporti che esistono è un mondo maschile. Degenerata– mente maschile cioè degenerata– mente aggressivo con tutto quello che ne viene dopo perché sappia– mo che l'aggressività genera sma– nia e potere, smania e potere ge– nera violenza, la violenza genera la polizia e poi tutto quanto. Per cui la base del discorso, secondo me, è questo. Allora io francamente tut– to quello che mi aspetto di nuovo, di rivoluzionario dal mondo è dalle donne ma non da sole, dalle donne con gli uomini che hanno capito questo e gli uomini che hanno ca– pito questo, almeno in parte, mi sembrano proprio i compagni del– l'underground, ma soltanto in par– te, come soltanto in parte le donne hanno capito questo discorso cioè le donne hanno sempre rappresen– tato l'underground e allora io dico, per favore donne, non cercate di diventare come noi. E quando vedo delle femministe che diventano ag– gressive, che invidiano la mia ag– gressività e il mio pene allora mi cascano le braghe perché io del pene me ne voglio liberare e me ne sono liberato e dell'aggressività sto cercando di farlo. Allora voglio dire che il problema, la soluzione di que– sta parte del problema è di femmi– nilizzare il mondo, di femminilizza– re noi, di femminilizzare tutto, non mascolinizzare le donne •.
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