RE NUDO - Anno IV - n. 21 - 1973
RE NUD0/6 VARESE: UN'ADESIONE IMPORTANTE PER IL CONGRESSO Cari compagni, aumenta in noi la convinzione· che un lavoro politico incanalato nei soliti schemi non sia il più efficace come lo era nel '68, quando la rab– bia studentesca derivava non solo da una rivolta antistituzionale, ma dalle proposte che la sinistra rivo– luzionaria faceva contrapponendosi alla burocratizzazione e fossilizza– zione dei partiti « regolamentari ». Ora a cinque anni di distanza an– che nella sinistra extraparlamenta• re è avvenuta una cristallizzazione che contiene gli aspetti caratteri· stici del sistema capitalistico, cioè divisione del lavoro tra compagni, riduzione dei rapporti interpersona• li solamente concernenti il lavoro politico, rafforzamento dell'organiz– zazione e irrigidendo ancora di più le discipline interne che a nostro avviso è stata solamente una rea– zione nei confronti di un continuo arretramento politico. Questi fattori ·hanno influito sul– l'abbandono di compagni dalla mili• tanza, delusi da un lavoro così ri- , stretto e monotono, oltre tutto l'e• marginazione fisica e morale di que– sti, finora, è stata uno dei mezzi che gli extraparlamentari usano per disfarsi di eventuali critiche. Tutto ciò, più o meno, è quello che abbiamo vissuto all'interno di una parte della sinistra rivoluzionaria; ma ancora più importante è stata la verifica di come molti compagni, fra cui anche noi, si comportavano all'interno della scuola in quanto siamo in gran parte studenti. Gasati dal mito della durezza, del– l'organizzazione ferrea andavamo a rompere le palle agli studenti con proposte dogmatiche che ripeteva• no migliaia di volte le stesse cose nelle assemblee, nei manifesti, na• turalmente dopo questi momenti la nostra azione era finita e il nostro «comunismo» si fermava lì. Se vogliamo essere rivoluzionari dobbiamo esserlo in tutti i momen– ti della nostra vita non solo an– dando alle manifestazioni ecc...; dobbiamo esserlo dove viviamo, la– voriamo, studiamo; diventando un punto di riferimento e proponendo a coloro che sono in grado di re– cepire la nostra proposta politico– esistenziale. Bisogna avere il coraggio di andare più in là, di criticarci continuamen• te per rivoluzionarsi, sennò chi ci caga più!!! Allora cosa vuol dire essere comunisti? Vuol dire e soprattutto vuole es• sere un atteggiamento di disponi– bilità, di apertura, non in senso in• terclassista, nei confronti di coloro che ci attorniano, cioè saper vivere con gli altri, ascoltare i loro pro– blemi, rinunciare al nostro tempo per farlo diventare di tutti. In questo modo non saremo più soli e quindi nell'impossibilità di resi• stere a quelli che sono, oggi, i ten• tacoli della borghesia, soldi, vita si• cura; allora potremo testimoniare che è possibile creare una alterna– tiva parziale, ma che ci darebbe l'ossigeno per continuare. « CAMBIARE LA VITA PRIMA CHE LA VIT ACAMBI NOI »: questa è la nostra « Rivoluzione culturale » far passare la rivoluzione dentro la pelle creando uomini nuovi ·ricchi non di ipocrisia o di maschere da assumere in ogni situazione di– versa, ma ricchi di semplicità, spon– taneità, libertà. Sommariamente abbiamo trascritto le nostre riflessioni ricavate da e• sperienze vissute in questi anni che ci hanno portato ad assumere, di fronte alla nostra vita abbastan– za comoda e sicura, una posizione critica. A questo punto ci siamo interessati alla esperienza di Re Nudo intuen– do che questa può essere una stra– da verso un cambiamento politico, intendendo per politico « gli uomi– ni e le loro vite associate » usando la musica, il teatro, i films, i festi• val come mezzi controculturali .che sappiano portare un discorso, una proposta a quelle persone che con questi stessi strumenti viene ·con– dizionata. Agli studenti che fanno dei ray– bant, barrows, scolour geans un motivo della loro vita, ai giovani proletari che vivono nauseati nel bar, nei dancing alla ricerca nevro• tica del dio-fia, e questa gente che viene anche ai festival strappando– si i vestiti per dimostrare a se stes• si e agli altri quello che non è in• teriormente; a loro vanno rivolte queste nostre proposte. Appoggiamo così il movimento del– le comuni, degli ambulatori rossi, cioè siamo d'accordo con quelle ri– cerche controculturali con cui si cerca di ribaltare i valori dominanti ed è quello che vorremmo fare in questa città (Varese) che ancora non ha conosciuto esperienze di questo tipo. Ma il nostro discorso, il nostro messaggio va rivolto anche ai com– pagni militanti che risentono di una visione sociale limitata alle fabbri– che e alle scuole, mentre ad esem• pio sulla famiglia, sul sesso, sulla droga, sulla donna ecc... sono fer– mi a concezioni tradizionali eredi· tate nei meandri di oratori deca• denti, oppure, ed è peggio, perché lottando solamente in un solo sen– so di fronte a tutti gli altri proble• mi, hanno l'atteggiamento di cui la borghesia ha bisogno. Con questo discorso noi non vo– gliamo porci . in alternative alla si– nistra extraparlamentare in quanto non è nel nostro intento sostituirci ad essa, ma vogliamo essere un ri· chiamo affinché allarghi il proprio orizzonte e affronti una volta per tutte questi problemi che vengono considerati « futili » ma che stanno decimando il movimento di classe. Oltre a queste parole, che possono sembrare belle o no, resta l'impe– gno costante da parte dei compagni di Re Nudo di Varese, di concretiz– zare il discorso controculturale al• largando l'area di lavoro con la massima apertura, disponibili sem• pre e soprattutto al dialogo con i compagni militanti. Saluti comunisti Un bilancio della marcia antimilita– rista Trieste-Aviano è da conside-– rare senz'altro attivo sia per la mo– bilitazione· dei proletari del luoghl attraversati, sia per la parteclpazlo, ne dei proletari in divisa che In ogni momento hanno denunciato la · presenza provocatoria e repressiva dei colonnelli e dei loro servi. Descrivere tutto ciò che si è pro, vato in quei giorni è arduo e diffi– cile; mi limiterò a chiarire il slgnl• ficato che la marcia nella sua 7" edizione ha avuto per noi. innanzi tutto è un dato di fatto mol– to importante che quest'anno per la prima volta tutta la sinistra rivolu– zionaria ha partecipato unitariamel)• te esprimendo quella volontà di li– nea unitaria necessaria per. potere combattere le repressioni del capi– talismo che si manifestano in ogni minuto della nostra esistenza. I soldati da parte loro, hanno fatto di tutto per esserci; hanno rischia• to le rappresaglie dei colonnelli ma non hanno voluto mancare all'ap– puntamento; la .volontà di questi compagni, dettata da una presa di coscienza che ormai si manifesta in tutte le caserme, di lottare con– tro un sistema di regole e imposi– zioni fasciste che fanno dei 15 mesi di servizio militare altrettanti mesi di lavaggi di cervello. 15 mesi che condizionano la vita di un proletario, che lo preparano per l'uso in fabbrica. Abituati infat– ti a dire signorsi in caserma, con– tinuerà a dirlo in fabbrica e in ogni luogo dove egli si trova. Il servizio militare così com'è ser– ve solo a chi l'ha inventato (i pa– droni per la loro autodifesa) e non certo vuole essere l'arma di dife– sa della democrazia, ameno che per democrazia ·non s'intenda • demo– crazia cristiana •. Durante lo svolgersi della marcia a Palmanova abbiamo avuto l'occa– sione di sentire due parole di un compagno ex partigiano che nel suo breve intervento ha voluto ricorda– re due cose: 1) i partigiani del '45 combatterono per la liberazione po– polare e non per l'instaurazione di un nuovo regime pseudo democra– tico. 2) i partigiani non hanno fatto carriera nell'esercito perché non credono in un esercito fascista, an– zi sono-saranno sempre pronti a ri• tornare sui monti, nelle strade, e ovunque si manifesti un focolaio rivoluzionario come quello che fe– cero nel '45 per la liberazione po– polare. Quest'anno eravamo in tanti il pros– simo ancora di più; In un unic.o fronte contro questa grossa orga– nizzazione parafascista che è oggi l'esercito. Le famiglie non devono più essere defraudate dai loro già minimi pro, venti, basta con la ferma obbligato– ria, basta con i • lagher nazisti •• basta con io sfruttamento del pro, letariato. Queste devono essere le nostre parole d'ordine per li futuro: lotta di classe, obiezione di scienza: due battaglie sollo stea fronte.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy