RE NUDO - Anno IV - n. 19 - 1973
Underletters Sulla scissione: critiche per tutti E' NATO IL MOVIMENTO NEO. FUTURISTA Ad un'occhiata superficiale sem• brava di essere tornati a due an– ni addietro quando proprio di questi tempi scoppiava la prima scissione all'interno di Re Nudo ... ma leggendo meglio il foglio/ma– nifesto/giornale incollato un po' su tutti i muri di Milano potevi capire che in quel tremendo da.• zebao con fucili scoppiettanti ed icastici e drammatici ammonimen– ti ai drogati del sabato sera c'e– ra qualche cosa di più che l'eco di passate stagioni scissionistiche dell'under milanese c'era il senso arcaico e violento del futurismo italico di marinettiana memoria ... già sentiamo i barriti rivoluziona– ri di Simonetti ( la voce clande– stina nei sotterranei freaks sper– giura che l'ispiratore cosmico del– la cospirazione è proprio lui il solito Gianni-Emilio*) e degli altri compagni che ci ricordano del co– lore rosso delle loro bandiere e degli inni al proletariato elettri– ko e comunista dei loro slogans, ma... in tutta la faccenda c'era qualche cosa che non convince– va, difficile da definire, un qual– che cosa di strano di non defini– to ti pigliava quando leggevi quel maledetto giornale ... qualche cosa a mezzo tra i ricordi di lontane lezioni di liceo e vaghe rimini– scenze di interessi artistico/avan– guardisti... ed ecco spuntare nei labirinti malandati e traballanti della nostra memoria ( l'hascish del sabato sera) il ricordo del primo Manifesto del futurismo do– ve l'articolo 10 diceva: « Noi vo– gliamo distruggere i musei e le biblioteche, le accademie di ogni specie e combattere contro il mo– ralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utili– taria e il disprezzo della donna ». E cosa ci scrivono sui muri i no– stri robinhood neo-futurist? che: « il collettivo di Re Nudo è aper– to alle compagne proletarie ( !) e non alle femministe della INTER– NAZIONALEISTERICA a queste ci ha già pensato il Tango a Parigi di B. Bertolucci; quanto ai com– pagni del FUORI che prima si facciano i colonnelli e generali poi nei riparliamo »... Marinetti nei suoi deliri (che lo avrebbero condotto poi a intrupparsi a go– mito con Dannunzio e compagnia nella cultura fascista) sognava la distruzione di biblioteche e mu– sei? ed ecco sul foglio murale della foresta di Sherwood l'esal• tazione delle martellate vaticane alla Pietà di Michelangelo. E come i ragazzotti annoiati della borghesia umbertina « fin de siecle " esaltavano le nere go– le dei cannoni e « teorizzavano la guerra come sola igiene del mondo • ecco i dolci ed ancora più annoiati giovani della piccola borghesia andreottiana teoriz,:are « la violenza proletaria che diven– ta purifìcaltrice »!! ! Si potrebbe continuare per mol– to in queste annotazioni, si po– trebbe parlare del disprezzo tipi– co dei fascisti per l'omosessuale che traspare da molte righe del giornale scissionista, quasi altret– tanto dell'esaltazione latente del– la virilità e della forza ... e che dire dei lunghi fucili/cazzi dei fumetti esplodono/eiaculano pal– lottole ammazza hippies ... e poi c'è il solito tardo situazionismo mal compreso e ancora peggio as– similato che accompagna tutte le pubblicazioni simonettiane dai nu– meri semi-clandestini, per gli a– mici, da Hit, al « colpo di mano» contro Re Nudo nel '71 fino a que– sta ultima esplosione. Ma andiamo avanti: la cosa più triste che viene fuori da questa faccenda è che all'interno del no– stro mondo ci sia ancora così tan– to posto per scissioni, scazzamen– ti, isterismi, scomuniche che pen– savamo di esserci lasciati dietro le spalle ... in questo momento di crisi e di casino avremmo bisogno di tutte le forze del movimento ed ognuno dovrebbe fare la sua cosa senza scomuniche e risse ... questo non vuol essere un gene– rico vogliamoci bene del cazzo ( senza kappa) ma vuol essere u– na costatazione del fatto eviden– te che siamo tutti nella merda (ed in questo tutto il movimen– to ha le sue responsabilità, an– che Re Nudo ufficiale!), che l'u– nica possibilità reale che ci sta davanti è quella di continuare con molta umiltà il nostro lavoro di talpe per fare crollare questo or– rido mostro capitai/comunista, di capire una buona volta da che parte tira il vento senza metereo– logi rompiballe tra di noi, di ca– pire che nel movimento non ci sono linee giuste da esaltare e li- nee scorrette da condannare, ma ci sono compagni/fratelli che van– no 1venti per la strada ognuno con il proprio « trip " e che i giochini del mio trip è meglio del tuo hanno scassato i coglioni al movimento Questo naturalmente non ri– guarda il colpo di mano numero due che non ha nessuna dote per venire discusso e analizzato sul piano politico, ma è solo una del– le tante manifestazìoni di sottosvi– luppo culturale che hanno sem– pre afflitto il bel paese e che quin– di va visto esclusivamente come manifestazione (deficitaria e in ri– tardo di sessant'anni) culturale. IIE NII00/6 Il discorso, comunque, non si fer– ma qui. Andrebbe studiata e a– nalizzata la personalità dell'ispi– ratore del manifesto, ma anche in questo caso non sul piano po– ·litico, quanto su quello, pensial'l'IO pii, fruttuoso, della ,,ieologie di mHH del fttac:ismo. Se gli autori del manifesto faranno "la stessa fine di Marinetti (fu fatto acca– demico d'Italia da Mussolini) lui potrebbe venir fatto senatore dal prossimo salvatore della patria, magari da Ciccio Franco, è mate– ria di scommesse. Noi le accettia– mo e diamo anche un buon ra– ting. Saluti lisergico/planetari (ferrera firmata) Musica e musika """ Da questo numero Re Nudo in– tende occuparsi un po' più a fon– do e regolarmente di musica, nel– la convinzione che, nella confu– sione generale di voci e opinio– ni che si leggono a proposito del pop straniero ed italiano vengono lasciati troppi margini di mano– vra alla gestione reazionaria di uno dei fenomeni più importan– ti dei nostri anni. La cosa ha cominciato a suc– cedere 10 anni fa. Nel giro di un paio di settimane i vecchi idoli dei teen-agers di tutto il mondo ve– nivano spazzati via dai Beatles con una forza senza precedenti. Qual– cuno di noi si ricorda tutto per– fettamente, quelli più giovani ne hanno una vaga idea, ma quello che conta è che oggi la « musica fatta dai giovani » occupa un po– sto importante nel mercato dei dischi e che la « musica per i gio– vani » tiene occupati decine di migliaia di persone convinte di fare qualche cosa di importante e di « giovane ».
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