RE NUDO - Anno III - n. 14 - settebre 1972

tuchenediei, lenin? Dire che Zerbio è stato meglio di Ballabio sarebbe falso, dire che è stato completamente fallimentare sarebbe ingiusto. Non vogliamo con questo cominciare una falsa autocritica che risulterebbe sterile ,,. e_ ipocrita ma sottolineare che verso il festival respingiamo ogni atteg~ g1amento che con tono trionfalistico vuole nascondere quello che non si dovrebbe dire. Non si dovrebbe dire ad esempio che Re Nudo ha completamente ignorato la gestione politica del palco, permettendo quella confusio– ne ideologica che in occasioni come queste rompe non solo come si usa dire le vibrazioni, ma soprattutto scusate, le balle. Cosl Pino Masi di L.C. pur con Bandiera Rossa e Pinelli ha scosso l'atmosfera, quando, forse ingenuamente, ha sollecitato un semi– nario antidroga che suonava molto di ecclesiastico e faceva sorri– dere pure quelli della narcotici che avranno intravisto nel nostro un Padre Mariano trapiantato in marxismo-leninismo. Non è per puro spunto polemico ma anche il commento al festival fatto su L.C.; non è che fosse troppo illuminante. Si attribuiva a Re Nudo la filosofia del cambiamo la vita che naturalmente si contrapponeva alla lotta di classe. Siamo un po' stanchi di queste precisazioni, ma il cambia– mo la vita, che naturalmente si contrapponeva alla lotta di classe, per noi è anche abbattiamo lo stato, che detto cosi non vuole dire granché, ma per chi ci conosce ha un significato ben preciso. Chiuso dunque il carteggio pugni chiusi e vite cambiate senza rancore con– tinuiamo il racconto. I turisti borghesi, è stato l'altro problema sollevato da molti com– pagni. Si è detto addirittura che da un prato underground è nato un mercato borghese, volendo con questo sottolineare lo zoo e il via vai fieristico che si è sviluppato intorno al palco. Un conto però avere un atteggiamento ostile, una altro essere senza ragione, razzisti. Illudersi infatti di essere superiori perché si va al festival pop e cre– dere che gli « altri ,. siano solo i sporchi borghesi è ridicolo, non è stato ridicolo invece vedere come tanti di questi turisti abbiamo fumato joint insieme a noi superunderground; segno che la pre– sunzione di essere dei consacrati alla rivoluzione è meglio lasciarla agli intellettuali borghesi. A questo punto forse a qualcuno viene da piangere pensendo alla degenerazione di un festival pop; ma non tutto è stato triste come può attribuire a Zerbo quel certo fascino che si crea attorno alle manifestazioni autentiche, in cui i giovani proletari possono non tanto divertirsi quanto esprimere se stessi. Esprimere se stessi non solo perché il pop non si paga, ma perché cancella l'eresia che lo spettacolo consacra il mito, la leggenda di– venta realtà, e la musica diventa il pretesto per un lungo dialogo al quale purtroppo l'individualismo di questa società non lascia spazio. Se Re Nudo non si assicurasse nei suoi festival « un'atmosfera auten– tica ,. cioè non solo fatta di superficiali coreografie, i festival di Re Nudo sarebbero solo festival. Il nostro discorso sulla musica ormai dovrebbe essere chiaro. Se qualcuno si lamentava perché il sabato mattina lo scenario del palco si presentava tremendamente squallido doveva solo guardarsi attor– no. Chi aveva capito il festival, aveva dimenticato la musica e non si disperJva. Ma ma che musica, maestro · · val è che siamo riuscita a fare · avere amplificatori e batterie, ,. almeno come slogan entrato· per chi ha dovuto trasportare ari complessi. le premesse di un totale falli– to cosl. I nomi, i grandi, quelli· a mano la tengono pronta sul esta volta e hanno fatto bene. r radunare 20.000 persone con onanti, ma questa è la consta– ondamente diversa dalla loro te. on sono venuti sia per il con– suonato, sia perché al solito complessino che lanciato in stri spettacoli come una fiera · fatta male degli spettacoli

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