RE NUDO - Anno III - n. 13 - giugno 1972

a proposito d1droghe Fare un discorso preciso e chiaro sulla DROGA? Bhe, é molto difficile. E' un discorso che anch'io che scrivo non conosco in tutti i suoi aspetti, anche perché sono espe– rienze estremamente soggettive e rispondono a dei bisogni difficil– mente analizzabili razionalmente. Ci sono delle cose sicure, però e su cui é necessario che noi ci ri– torniamo per non creare eauivoci. NON SI PUO' FARE DI OGNI ER-· BA UN FASCIO! Le sostanze che si sogliono chia– mare DROGHE sono tante, all'in– terno di queste il movimento ha tracciato delle discriminanti: ci so– no le « DROGE LEGGERE», so– stanze che iiberano, « droghe » del– la vita; ci sono le « DROGHE DU– RE», sostanze che imprigionano droghe della morte. Le AMFETAMINE, i BARBITURICI, gli OPPIACIDI, non sono del mo– vimento, sono droghe che uccido– no, droghe del padrone che se ne servono per inebetire ancora di oiù di come fanno già con· i loro e diskorsi vomitasi nei mas-media nelle skuole; servono ad avvelena– re ancora di più dei loro skifos/ prodotti sintetici; servono a ributta– re nella solitudine e nella parano– ia ancora di più dell'isolamento che ci impongono con i loro model– li di vita; droghe fasciste, insomma. L'ERBA, l'HASCHIS, i'ACiDO, in– tanto non provocano nessun tipo di dipendenza fisica all'organismo, e quindi non ci avvelenano, e poi sono « droghe » della gioia e del– la socialità. Sono una sferzata al– la mente, veri e propri viaggi nel– la luce e nella realtà, una realtà vi– sta con occhi nuovi. Fumare assieme erba o haschisc vuol dire di colpo trovarsi tutti ami– ci, si ride, si gioca, ci si diverte in un modo che é difficile fare al– trimenti in questa società che é l'assenza assoluta della poesia, la morte dell'immaginazione e della tribalità. L'acido (lisergico o L.S.D. 25) fa parte delle sostanze allucinogene; diversamente dell'erba e dell'ha– schisc (che é poi una distillazione dell'erba) che agiscono sul siste– ma simpatico, esso agisce sugli· organi percettivi del cervello (oc– chio, udito, caldo, freddo, tempo, spazio, ecc.) e da tipi di esperienze più complesse a secondo anche della personalità di chi lo prende. Perché la gente del movimento pi– glia queste sostanze? Un po' per tutti i motivi esposti a/– l'inizio della lettera di Luisa (la compagna di Lucca che ci ha scrit– to) ma soprattutto perché AIUTA, é uno STRUMENTO che aiuta a rompere i ponti con una realtà e un sistema di vita che ha rifiutato. Con essa scopre nuove realtà in essa e nelle cose che la circonda– no, sc"opre (o ritrova?) una nuova serie di rapporti inter-umani. Bisogno di assoluto? Rifugio nel misticismo? Può darsi per alcuni, per altri è uno scandaglio nella mente e _nelle sue capacità, una ricerca nella spiritualità e negli an– goli più oscuri dell'individuo che la scienza stessa sta analizzando co– me aspetti reali.· Fuga dalla real– tà? anzi un viaggio, (perché di viag– gio si tratta non di fuga) con le « droghe » leggere presuppone sempre un ritorno (non come le droghe dure) e quindi una dialet– tica, un confronto tra le 2 espe– rienze. La gente, i compagni del movimen– to che pigliano queste sostanze lo fanno molto spesso per una in– soddisfazione nella vita che sta conducendo, per un'opposizione a un modello di società e tipo d1 vita che usa il materialismo e la pseudo-scientificità per rendere l'uomo simile a una merce, un og– getto; che sempre più ha ucciso la poesia e l'immaginazione e che sempre più ci nega_la vita in cam– bio di una miserabile sopravviven– za nella società della pseudg ric– chezza e dello spreco. La necessità di opporre delle bar– riere a questo per non essere so– praffatti o automatizzati e il com– pito. che il movimento internaziona– le si è posto. La nascita di una CONTROCULTURA in opposizione alla Kultura del sistema, la ricerca di nuovi valori e di nuovi rapporti sociali e la creazione di STRUTTU- RE ALTERNATIVE che ci aiutino a sopravvivere oggi e a VIVERE do– mani sono le tappe e gli strumen– ti che si sono scelti. All'interno di questi le «droghe» leggere hanno il loro compito in quella situazione dialettica tra la formulazione· teorica dei contenuti e la loro realizzazione pratica che è indispensabile al crescere e al progredire della situazione rivolu– zionaria; alla nascita dell'uomo nuovo della rivoluzione. Con questo non abbiamo risposto a tutti gli interrogativi e a tutte le affermazioni di Luisa e Roberta (le 2 ragazze che ci hanno scritto sull'argomento della DROGA) an– che perché non ci frega niente se qualcuno ci creda, o ci chiama, senza conoscerci, una « piccola avanguardia borghese » o « elite di intellettuali e studenti borghesi » tanto non lo siamo. Non ci interes– sa se Marx, i russi o i cinesi non hanno fatto uso di queste sostan– ze, loro sono o erano in un tempo e in situazioni diverse dalla nostra, e poi, chi lo dice? Non è detto che non possa essere stato o non sarà per essi utile. Per quanto riguarda come pensiamo di poter realizzare i tanti «Vogliamo» del «decalogo» delle PANTERE BIANCHE, diciamo: gli strumenti sono ricercati, speri– mentati, rimessi in discussione o– gni giorno, sempre inserendoci nel– la « sinistra di classe » con la no– stra caratteristica specifica e cioè RIVOLUZIONIAMO IL MONDO AS– SIEME A NOI STESSI. /1i.lfa1X] _t~ J)B _f?i}f& . .. . . . ·' / ~no. .. ·' ·, AL"'"' '°"" NCW.\ b Il\ t.o 6/ISIAla'-I SOf'IO E. SIJ,ANC,!ATE, ~ U'L~ LOHIJAl'0tA!

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