RE NUDO - Anno III - n. 13 - giugno 1972
due, tre cose come contributo al progetto «controcultura» Comportamenti nuovi cominciano a comparire ovunque, in ogni situa– zione in cui non può essere celato più a lungo il conflitto sotterraneo s_toricamente in atto tra il proleta– riato e la borghesia (le uniche due classi, a rigore, realmente rivo– luzionarie). La rivoluzione borghese è fatta, compiuta; il dominio del capitale s1 stende oppressivo su tutta la società. La rivoluzione proletaria si esprime, sempre più cosciente– mente, come progetto pratico di liberazione totale e immediata. Es– sa non può lasciare niente al di fuori di sé: contiene tutto. E' la cri– tica di tutte le condizioni esistenti nessuna esclusa; il « movimentò reale » che mira alla loro abò-lizio– ne, alla abolizione definitiva di « tutto ciò che esiste separatamen– te dagli individui»: perché « ad es– sa gli individui prendano parte co– me individui ». Poiché « a considerare le cose dap– presso, si trova sempre che ·il problema sorge solo quando le condizioni materiali della"· sua so– luzione esistono già o almeno sono in formazione », l'accumulo di una. enorme base di materiale ha aper– to lo spazio per l'apparizionè del– l'idea del superamento pratico del– le condizioni di vita borghesi, idea che per questo fatto stesso divie– ne realmente forza materiale. Se « l'esistenza di idee rivoluziona– rie in una determinata epoca pre– suppone già l'esistenza di una clas-· se rivoluzionaria », l'idea della m voluzione che esplode ovunque nel– la nostra epoca - tanto negli indi• vidui (soggettività radicali operaefti} quanto nelle organizzazioni" (com nità radicali in azione) - d~6 icercare le forme della sua reaOz* zazione pratica, per affermar& - senza indugi né mezze misur'e - il suo contenuto: IL COMUNISMO, LA FELICITA' QUI E SUBIT I comportamenti nuovi che ~fflll[llo~,_ ciano a comparire ovunq le risultanze dei desideri che l'immaginazione proletaria non può non realizzare nel momento stesso in cui li esprimé. Se l'ideologia dominante (in quan– to sintesi ed espressione storica dei valori che informano il modo di vita borghese) attraverso i suoi strumenti materiali di diffusione (stampa, TV, radio, mass-media in genere) vorrebbe plasmare tutta la società a immagine e somiglianza della classe dominante e coloniz- za_re le classi soggette, imponen– do quegli ste'ssi valori e modelli comportamentali ad essi conformi; i comportamenti .nuovi ohe offiora•. no nel conflitto dimostrano ìa pre– cisa volontà ,<ll rispondere colpo su colpo al nemico. Nella misura. in cui lo sviluppo del modo di produzione tende a ren– dere materialmente possibile il su– peramento rivoluzionario, l'ideolo– gia dominante si presenta sempre più come un unico argine al mo• c storia: i pensieri bor– sta di un operaio fan..t orghese a prescinde– ndizlone sociologi– nlz'.zazio-· a as- di noi. lm minciamo a dare a tuale ad ogni problema, a rimettere in discussione ogni cosa. Soprattutto in questo è necessario essere intolleranti: nel difendere i propri desideri brucianti di Altro. « Il borghese, viceversa, è tolleran– te. Il suo amore per la gente co– me è nasce dalf'odio per l'uomo r.omP. dovrebbe essere ». S, tratta, in ultima istanza, di dar ,1Dgò a comportamenti nuovi che, senza avanzare la pretesa di pre– figurare i rapporti realmente umani della festa rivoluzionaria, costitui– scano di fatto la negazione pratica dei rapporti esistenti, (semplice ri– flesso dei rapporti di produzione) e, con ciò, l'inizio stesso della fe– sta. Essi, d'altra parte, nella misu– ra in cui restano limitati nella sfera personale rischiano di isolarsi, di esaurirsi o di essere eliminati sem– plicemente come « comportamenti devianti »; ma nella misura in cui si irradiano, generalizzando la cri– tica pratica del sistema dominan– te, pongono le basi oggettive per la sua distruzione. Se le barricate sono dentro di noi, esse devono riuscire a trovare la lç,ro proiezione esterna, concreta, · realizzandosi nell'azione e nella creazione di strutture alternative. Esse non de– vono mirare ad organizzare una migliore sopravvivenza nell'ambito delle condizioni esistenti, ma a creare i presupposti per la distru– zioni di quelle condizioni stesse. La Sinistra non può limitarsi a for– nire la critica dell"esistente: deve diventare una realtà critica. Nella realizzazione del suo progetto di appropriazione tot I roletaria- to trasforma tutto ciò che su dizioni: p volgend . strugge se le g sere alla sua altezza; praticare co– scientemente la distruzione del vecchio mondo dentro e fuori di noi. Ma « il bisogno di distruggere è anche bisogno di costruire». Co– struire una Controcultura: con i nostri desideri, i nostri comporta– menti nuovi, le nostre strutture al– ternative, la nostra immaginazione. Soprattutto dobbiamo praticare fimmaginazione. Nel momento in cui l'accumulo di un'enorme base materiale segna - ma solo astrattamente - la fine dello spettro della miseria, la ric– chezza critica della rivolta (che di– pende dalle condizioni reali alle quali si trova ad apporsi) può e– sprimere il progetto più vasto e possibile senza per questo ricadere nell'utopia. La partecipazione del– l'individuo e il contributo della sua creatività al progetto totale trova le condizioni per la sua rea– lizzazione: il regno della libertà è alle· soglie. «Hic Rhodus; hac salta» sembra gridare la storia. E' neces– sario partire da questa consape– volezza, dalla consapevolezza del– la possibilità/necessità di fare al- - trimenti, - per realizzare concreta– mente la fine del regno del bisogno. L'immaginazione si trova di fron– te infinite possibilità. Essa deve dar luogo a una pratica collett1va co– sdente che sappia appropiarsi di tutto· ciò che l'oppressione capita- lista ci . Poiché la ri- soluzion lemi più' fanta- di mano, la im– ara a se stessa omento di osare. di più all'umana eali o le cose im– che finora abbia– nato, ora è a porta– fferriamo la felicità rendiamola reale. ora che il mondo tempo il sogno di cui deve solo pos– ienza per posseder– e. Apparirà che non un grande salto tra il il futuro, ma della rea– dei pensieri del passa- 1rà infine che l'umanità noia un nuovo lavoro, ma termine consapevolmente chio lavoro ... » (Lettera di uge). Il regno della liber– ro, con buona pace di tut- edicatori dei piccoli passi, o per volta. siero deve scendere nelle , trasformarsi in Pensiero Ar– . Questa la condizione perché non sia simile a un profeta di– ato il cui gesto minaccioso e otente indica il nemico senza saperlo abbattere. Dobbiamo e– s ·anderci, creare comuni, organiz– ioni, momenti di scontro, strut– re alternative, impadronirci dei edia (films, video cassette, stazio– ni radio libere) per comunicarci esperienze, creare situazioni, pra– ticare i nostri desideri. Solo cosl l'immaginazione prende il potere.
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