RE NUDO - Anno III - n. 11 - marzo 1972
INIZIAMO LA PUBBLICAZIONE DELLA LISTA DEI COMPAGNI NEL CARCERE MILITARE SOLDATI DETENUTI PER MOTIVI POLITICI MONTAGNOLI SILVANO, 21 anni, di Deruta (Perugia). Condannato il 2 luglio 1971 dal trlbunale militare di Padova a 1 anno, 8 mesi e 5 giorni di carcere senza condizionale per « Istigazione di militari a disobbedire alle leggi "· Montagnoli è accusato di aver portato, Il 25 aprile scorso, nella caserma Ro– magnoli di Padova dove egli prestava servizio militare, dei volantini firmati « brigata proletaria Francesco Russo " (Russo è un soldato morto alcune settimane prima In quella caserma per un Incidente militare) in cui si affer– mava che doveva Iniziare una nuova resistenza contro il fascismo e in cui sarebbero contenute frasi ritenute ingiuriose nei riguardi del capo di Stato Maggiore generale Marchesi. Il tribunale che ha condannato Montagnoli non ha nessuna prova contro di lui, tranne la dichiarazione di un altro soldato, Armando Bortolottl, 21 anni, di Modena, anch'egli condannato per lo stesso fatto a 1 anno e 2 mesi di carcere senza condizionale. Bortolotti non è un giovane di destra, è soltanto sprovveduto e spoliticizzato. Il 27 aprile circa, un centinaio di volantini di cui si è detto erano sparsi per le camerate, i corridoi e i gabinetti della caserma Romagnoli di Padova. Bortolotti ha visto \ ·~ ¾.. • l &' . .\:;_ . '• questi volantini, ne ha preso uno e lo ha affisso alla bacheca di un ufficio. Ma lo hanno visto e denunciato. Quindi è stato arrestato e portato al car– cere militare di Peschiera. Qui ha incontrato Montagnoli, che era in stato di arresto fin dal 25 aprile, ma per una altro reato, cioè per « abbandono di posto " (era uscito per andare a comperare del giornali). I volantini, come si è detto, sono stati trovati in caserma Il 27 aprile, e Montagnoli era stato arrestato Il 25, quindi non poteva averli diffusi. Interrogato a Peschiera dal procuratore militare nel primi giorni di maggio Bortolottl, probabilmente spe– ran~o di scagionarsi e forse cedendo a promesse di libertà fattegli dalle autorità militari, dichiarava che a portare i volantini in caserma era stafo Montagnoli. Il procuratore prendeva per buona la parola di Bortolotti e, senza nessuna altra prova, rinviava a giudizio i due soldati. Il 2 luglio il tribunale militare di Padova emetteva la condanna, una delle più dure che si siano avute In questi ultimi anni per « istigazione "· Il 16 novembre scorso si è svo!to a Roma, il processo d'appello presso il tribunale militare supremo il quale però ha riconfermato la sentenza di primo grado. Mentre Bortolotti continua a rimanere a Peschiera, Montagnoli - dopo es– sere stato ricoverato per due settimane all'ospedale militare di Verona per deperimento organico (è molto giù sia fisicamente che moralmente) - è stato trasferito, sempre come detenuto, dai primi di novembre al manicomio cri– minale di Castlgllone delle Stiviere (Brescia), pur continuando ad essere sem– pre sano di mente. GIOLI LUIGI, 21 anni, di Rovigo. Condannato Il 28 settembre scorso dal tri– bunale militare di Padova a 1 anno e 6 mesi di carcere senza condizionale per « Insubordinazione con minaccia ed Ingiurie verso superiore ufficiale pluriaggravata "· Gioii è accusato di aver inviato una lettera anonima al co– lonnello Errlco Vlgnes, suo comandante di reparto, mentre era in servizio militare a Udine. La lettera, che fu ricevuta dal colonnello il 3 marzo 1971, diceva: « Ha presente Il geniere Nardi? Bene, stia attento a quello che farà, ormai noi slamo stufi; questa è una minaccia, visto che comprendete solo quelle. Perché le merde come voi e chi come voi lavorano nell'esercito– merda hanno bisogno di lezioni. E non facciamo scritte, fogli, manifesti per niente, perché quello che verrà lei non se lo Immagina, che oltre a certe cose già avvenute noi slamo un gruppo di proporzioni ben consistenti, sia all'Interno che all'esterno, da danneggiare fisicamente e materialmente per– sone e cose se non cl ascoltate. Stia attento soprattutto lei. I suol soldi non valgono un cazzo. E stia attenta la cricca fascista cap. Como, S. Ten. Munno, Ten. De Amici, Magg. Beluardo Braganon Palanca ecc. e tanti sergenti e uf– flclall firma. E queste non sono Intimidazioni per far paura, ma saranno realtà. Ricordatevi che è molto facile creare uno scandalo. Abbiamo molti dati, statistici a non, di lutto ciò che vuol dire Caserma Pio Spaccamela. Prima cosa che dovreste fare è per esempio che cl siano meno punizioni sceme In giro ». Gioii è stato arrestalo alle ore 6,50 del giorno 6 agosto 1971 dal nucleo ope• RE NUDO/7 ratlvo dei carabinieri di Rovigo, nella sua casa dove era in licenza ordinarla. !I mandalo di cattura è firmato dal sostituto procuratore militare di Padova, Guido Cerbo. Contro Gioii le autorità mllltarl non hanno nessuna prova. Tutta l'accusa è costruita su una perizia calligrafica fatta eseguire dal giudice istruttore, e c'è da notare che la lettera era scritta sì a mano ma in caratteri stampatello. E' chiaro che si è voluto colpire, ripeto senza prove, uno del con:ipaQnl più preparati quale è Gioii e toglierlo dalla circolazione per un anno e mezzo. In occasione del processo un giornale locale di Padova ha scritto che « nulla si è potuto apprendere circa il contenuto e le circostanze del reato di .Gioii "; cioè le autorità militari hanno voluto mantenere segreto il testo della lettera anonima (dove vi sono specifiche accuse di fascismo) che sopra è stàto ri– portato. Come nel caso di Montagnoli (e di Bortolotti) ancho Gioii è stato condannato ad una pena superiore ad un anno, e questo perché in tal modo non possono rientrare nella condizionale e sono costretti a stare in galera, per lunghi mesi, e a scontare la pena fino in fondo. Nel periodo in cui è stato arrestato, Gioii prestava servizio militare presso Il comando del 3° reggimento genio pionieri in Casarsa della Delizia e gll mancava poco più di un mese al termine della ferma. Dal 13 di ottobre si trova al carcere militare di Gaeta. Dal 6 agosto al 12 ottobre è stato a Pe– schiera. DEL MONTE REMO, 21 anni, di Quattro Castella (Reggio Emilia). Arrestato il 28 settembre scorso e tradotto nel carcere militare di Peschiera dai cara– binieri di Bolzano, su ordine di cattura emesso dal sostituto procuratore mili– tare di Verona, Bartolomeo Costantini. Del Monte è accusato dei reati di: attività sediziosa e diffamazione aggravata. Le autorità militari sostengono che egli ha preparato, stampato e diffuso - « da solo o in concorso con persone attualmente sconosciute" - il 5 settembre 1971 nella caserma V. Veneto di Bolzano un ciclostilato di otto fogli intitolato: « Lotta nell'esercito, osare pensare, osare agire, osare ribellarsi. Bollettino del comitato antifascista an– timperialista delle caserme V. Veneto e Cadorna ", con cui - secondo quanto afferma il mandato di cattura - « si svolgeva una attività diretta a suscitare nei commilitoni del Reggimento il malcontento per la prestazione del servizio alle armi, per mezzo del contesto Intero del fascicoletto, da cui si citano a titolo di esempio - continua il mandato di cattura - le frasi seguenti: " L'esercito è quindi un'arma dei padroni contro gli interessi delle masse po– polari e per questo è organizzato in modo tale da servire a tale scopo. Il servizio militare, cosi come cl viene Imposto ha l'unico scopo di abituarci a rispettare senza discutere ordini che oggi sono quelli dei superiori e domani saranno quelli dei padroni... se analizziamo attentamente la nostra situazione ci accorgiamo che sia il sistema delle licenze che delle punizioni colpiscono quasi esclusivamente i militari di origine operaia o contadina. In genere infatti i figli di papà riescono In un modo o in un altro ad ottenere una licenza. Anche per quanto riguarda le punizioni per nostra esperienza abbiamo po– tuto osservare che in genere sulle mancanze di chi ha un nome importante alle spalle si passa sopra e tutto si risolve In una benevola tiratina d'orecchi; per gli altri invece c'è la camera di punizione, la C.P.R. da scontare e quando non basta la denuncia a Peschiera ... oggi più che mai ci rendiamo conto di che cosa sia questo esercito marcio nelle fondamenta, oggi più che mai tutti noi dobbiamo prendere coscienza della natura di questa benemerita Istituzione per far intendere che non siamo più disposti a farci mandare al macello, come è avvenuto nella I e Il guerra mondiale, né tantomeno siamo dis!)osti ad essere usati come i nostri padri per reprimere le lotte popolari dei nostri fratelli di classe ... "· Circa l'accusa di diffamazione aggravata, questa sarebbe contenuta nella frase, seguente, dello stesso ciclostilato: « Noi del comitato antifascista an– timperialista nel denunciare questo fatto (una punizione inflitta dai due perso– naggi di cui appresso, n.d.r.) affermiamo che questo non è che uno del tanti aspetti che caratterizzano la linea repressiva e fascista di completo disprezzo degli interessi dei militari di leva portata avanti dal colonnello DI Furia e dal suo lido scudiero tenente Salerno "· Anche nel caso di Del Monte (che è stato arrestato mentre era in servizio nel 2° Rgt. Genio di Bolzano) le autorità militari non hanno nessuna prova. Tutta l'accusa è basata su una lettera, spedita da Del Monte da Bolzano il 21-9-1971 e diretta a Trento al geniere Lirussi Dino. La lettera non fu re• capitata a Lirussi ma fu bloccata e sequestrata a Trento il 25-9-1971 per ordine della procura militare di Verona. In questa lettera è contenuto un generico accenno al documento in questione, ma non c'è nessun serio indizio che fosse Del Monte l'autore dello scritto. Ma i gerarchi militari volevano a tutti i costi il « responsabile ,, ed hanno scelto non a caso, incriminando Del Monte, che è un compagno molto fermo nelle sue idee. Quando è stato interrogato, ai primi di ottobre, il procuratore militare ha mostrato a Del Monte altre lettere, circa una decina, che gli erano state sequestrate a sua insaputa. Si tratta di lettere, di importanza non pri– maria, sia in arrivo che in partenza. I compagni di leva traggano i dovuti insegnamenti da questi sequestri epistolari. Del Monte è stato a Peschiera fino al 20 ottobre. Poi è stato tradotto al carcere militare di Palermo. uCHI HA MESSO LA BOMBA NEL KULO DEL KOLONNELLO ?!?!?n
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