RE NUDO - Anno III - n. 10 - gennaio-febbraio 1972
RE NUD0/8 LETTERA DI ALCUNI AMICI ROMANI CHE SONO USCITI DA RE NUDO PRENDIAMO I NOSTRI DESIDERI PER REALTA' PERCHE CREDIAMO NELLA REALTA' DEI NOSTRI DESIDERI Caro Andrea, abbiamo riunito tutta la tribù per parlare dell'ultimo numero (che è veramente una frana) e delle discussioni che sono awenute a Milano. Si è cercato di ragionare con calma ma purtroppo è uscita fuori l'unica soluzione possibile, dopo che tutta una serie di cose ci aveva mostrato quale distanza separi le nostre concezioni nel movimento e di come muoversi al suo interno, quella di uscire dal giornale. Perché infatti non vogliamo controgiornali rossi ma stampa alternativa, perché non pensiamo che droga sesso rock = rivoluzione siano ingenue equazioni, perché pensiamo che la risata sia un'arma affilata da usare per intero, perché non vogliamo nel nostro futuro sclero– tiche dittature Proletarie ma il tempo delle libere tribù dai mille colori, perché la nostra guerra non è guerra di classe ma la guerra del popolo della luce e della vita contro le forze della morte ... si perché pensiamo di essere un popolo nuovo che sta nascendo (con buona pace di tutti i serissimi militanti, in crisi o no, della vecchia nuova sinistra) una nazione planetaria con la nostra cultura, la nostra musica, la nostra erba, la nostra coscienza cosmica, la nostra sessualità liberata, la nostra sensibilità diventata forza poli– tica, le nostre comuni estatiche. Vogliamo dire queste cose fino in fondo, vogliamo andare avanti sulla strada della decolonizzazione del pianeta terra, pensiamo ad una frase di Nietzsche « il segno della libertà raggiunta sarà il non provare più vergogna di noi stessi » e la facciamo nostra. Avanti per gli '80 figli di puttana! tutto il potere all'immaginazione! stefano cordova, alessandro raggis, mary matteucci, renaio lucia, piero verni, stefano pascucci, maria giulia fedele, cario alberto, stefania, many, claudio SENZA FUCILE, NIENTE RIVOLUZIONE Risposta alla lettera di alcuni fratelli Romani Siamo contenti che per la prima volta nella storia delle sc1ss1oni e delle defezioni gli amici romani non hanno seguito la triste tradizione di chi, concependo il rapporto politico come quello di « amorosi sen– si », considera il compagno che non la pensa come lui un amante traditore da sputtanare. Questo è il senso di fondo del modo con cui gli amici di Roma si sono comportati con noi e di questo gli diamo atto sinceramente davanti a tutti i compagni. L'aspetto fondamentale invece per quel che riguarda il contenuto che ha determinato l'uscita dei romani, sta nella loro idea del movimento accennata nella lettera da noi pubblicata. La discriminazione fra la nostra e la loro visione sta nell'accettare, nel considerare, nell'inserirsi all'interno della lotta di classe. Mentre dalle loro parole questo problema non traspare nemmeno, per noi rappre– senta fa discriminante perché anche il discorso sesso-rock-erba ab– bia funzione positiva. E' owio altresì che inserirsi nella lotta di clas– se non vuol dire accettare lo schema tradizionale dei gruppi ma por– tare all'interno della lotta un nuovo modo di fare politica e il discorso di controcultura e delle strutture alternative. Se è vero dunque che il militante « tutta fabbrica » quando torna a casa magari considera la donna come oggetto sessuale-macchina per lavare-cura bambini, se è vero che in piazza è tanto a sinistra ma a letto non si distingue da un borghese, è anche vero che fare l'amore, fumare e sentire musica tutto il giorno non risolve i problemi sociali, problemi che non deb– bono essere risolti da altri cioè delegati, ma risolti anche da noi che sappiamo quanto difficile e faticosa sia la lotta soprattutto per chi si scontra quotidianamente con il padrone. Gli amici romani si dimenticano nella loro lettera della lotta sociale, e non a caso. Ridere è bello, fumare, fare l'amore avere buone vi– brazioni è bello, ma ve la sentite di vivere in allegria se il prezzo d~ pagare è il permanere dello sfruttamento che è la causa del non ri– dere, del non fumare, del non avere buone vibrazioni e scusate l'aspetto « meno importante ,, del non mangiare di milioni di perso– ne? Da queste posizioni, vi sembra giusto criticare dei compagni co– me quelli dei gruppi che pur sbagliando, e gravemente, si fanno il culo per cambiare le cose? Voi dite « ma noi facciamo qualcosa, cerchiamo di vivere in modo al– ternativo, le nostre tribù sono libere ». Anche noi vogliamo le trlbCI dal mille colori ma vogliamo che la trlbCI comprenda tutta la società e perché questo succeda si deve abbattere lo stato, e quindi alla lotta di classe non si può sfuggire se veramente si vuole fare la rivolu– zione. Non ci sono cazzi che tengano. E' giusto combattere la scle– rosi, la mancanza di fantasia e creatività, la concezione borghese dei « gruppuscolari » ma solo se questo non diventa una scusa teorizzata per sfuggire alla lotta sociale. CRONACA LOTTE E REPRESSIONI I porci di tutte le razze si scatenano sempre di plCIcontro I fra– telli e i compagni del Movimento. Adesso vengono presi di mira anche specificatamente i compagni di Re Nudo. Torino: Perquisite le abitazioni di due pantere di Re Nudo. I porci cercavano «merda»; ma ovviamente gli è andata male. I compagni ormai conoscono cos'è la vigilanza rivoluzionaria e i porci nelle loro perquisizioni rimarranno sempre con un palmo di naso. Catania: Un compagno, mentre vendeva Re Nudo, è stato ag– gredito da un porco fascista e vigliaccamente accoltellato. Firenze: Perquisite nove case di amici e compagni del Movi– mento, anche qui ai porci è andata male; l'intimidazione non ha avuto alcun effetto: la vigilanza continua. Milano: Sotto la fermata della MM di Cordusio un altro compa– gno viene aggredito da una decina di fascisti che gli strappa– no i giornali. Milano: Alcuni compagni hanno fatto scritte murali davanti al– l'abitazione di Giorgio Socca e altrove, rispondendo cos al vile e mistificante attacco contro Notarnicola vomitato dalle pa– gine del Giorno. Milano: Sante Notarnicola è stato condannato ad un ergastolo più ventotto anni di reclusione. Davanti alla giusta reazione di Sante, che ha gridato « W LA DITTATURA DEL PROLETARIA– TO» « PERSEO FASCISTA» « W LENIN W STALIN W MAO», (insomma, quelle che l'Unità ha denominato brillantemente « in– vettive dell'imputato»), il P.M. Perseo ha mormorato: « ...Sl, io sarò fascista, ma tu te ne vai all'ergastolo "· I compagni presen– ti (troppo pochi!) hanno gridato: « Unica giustizia è quella pro– letaria "· L'indomani davanti alla casa del P.M. Perseo sono comparse scritte murali contro il fascismo e contro i porci. l ~~--~~~-~-~'fl J-·- i- .------- ' I J : ' ~ r;ti or Afl ~il.' 0 //!}I TO Xnv?J Li F rt!flfl 1
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