RE NUDO - Anno II - n. 8 - ottobre 1971
RE·NUDO/8 Da « Ciao 2001 » del 13 ottobre 1971 • Dalla rubrica di Enzo Cassarelll Le manifestazioni pop in Italia attraversano un periodo difficile e gli stessi impresari hanno sempre maggiore paura, ma speriamo che i ragazzi Italiani capiscano che la politica con la musica c'entra po<?oo niente. Dall'indirizzario SIMA: Mittente Slg. Piccirllll Rino via Troiano 6 BISENTI (TE) lo sottoscritto Piccirilli Rino nato e domiciliato in BISENTI (TE) il 18/10/1936. Faccio presente a Codesta SIMA di voler sapere delle informazioni riguardante la DROGA. Dunque circa due (2) anni fa il sottoscritto viaggiando in treno: una persona che io non conoscevo mi diede una frutta cioè una pesca in buona fede io la mangiai gli tolsi la buccia però. Spett/le SIMA datosi che adesso ne parla tutti i giornali e la radio della maledetta DROGA sostanza tossica stupefacente. lo le faccio sapere che da quando ho mangiato quella pesca in treno datomi da quello sconosciuto ho grandi dubbi e sono sempre pensoso ed ansioso per la paura che in mezzo a quella pesca c'era della droga. Pertanto io prego gentilmente Codesta SIMA affinché mi farà sapere delle informazioni della Droga del mio caso particolarmente e quali sono le cause e i mezzi per prevenirla. In attesa di una risposta. 1) Allego un francobollo della risposta. Distinti saluti Plcclrllll Rino DA UN MANIFESTO "KAPLAN FLURY STIFUNG" Io,; Silvano Simeòn, -amo vincere: mi tengo in forma Medaglie, sì! La droga, no! A me, fa droganon mi va. Nonvinci pm, nemmenocon te :: :-tesso. Riconfate quando ho fatto il record?DovCvate c;sserci, era "fantilsrico. Avreiabbracciato luno il mondo. Vincere:per me ~ il rruusimo. Non solo in gara, llnche cosl, tutti i giorni. Mi pongo certe mete, e poi cerco. di raggiungerle. Piccole cose, ma diverlen1i. Cerco sempreamiciche la pensanocomeme. E ne trovo tanti, dappertutto. Portano il miosimbolodelsolee della villoria, Mettiloanche tu. c"oslci incontriamo. Certo,occorrecomprarloe costa qualche lira. Non per gua(jagnarci: le lire servono per dare una manoa ragazzi come te, però drogati. Scrivici, ti vogliocol nostrL lntematlonalNo Drup Team Con la droganonce la farei! _~ilano, V!8,.Domenichino 19 Intanto, dopo qualche mese di vita in caserma, automaticamente entra in gioco un diverso meccanismo di carattere repressivo e cioè l'auto– censura, l'auto-controllo-repressio– ne dei propri comportamenti. Una volta che si è capito il meccanismo di comé procedono le cose ci si uniforma passivam·ente e acriti.ca– mente diventando cosl burattini e involontariamente perpetuatori degli assurdi regolamenti. Quando si ar– riva a questi punti si è fregati, com– pagni. Questo è quello che voglio– no loro, padroni e ufficiali. Questa è una cosa che più di ogni altra· dobbiamo evitare; quello di sintonizzare il proprio cervello alle cazzate della naja. Si finisce per perdere la posizione critica delle situazioni, ci si da da fare soprat– tutto per evitare le punizioni e i lavori antipatici mag·ari scaricando– li ai nuovi venuti o ai più deboli sia per condizione di carattere che per condizioni sociali. Una cosa deve essere ben presen– te a tutti, che le divisioni e gli ine– vitabili rancori all'interno della truppa servono soltanto agli ·uffi– ciali. La mancanza di una reale ed efficace opposizione all'esercito, sia interna che esterna, ha fatto si che le sue strutture i suoi regola– menti non siano stati sostanzial– mente mutati dopo la « liberazio– ne » e quindi l'esercito è rimasto di fatto un esercito di marca auto- ritaria. • In esso infatti si ritrovano meno -sfumati ma grossolani e evidenti tutti i condizionamenti ideologici propri della società capitalistica e borghese. Ogni istante della vita di caserma è regolato da scrupolose prescrizioni; come le esercitazioni di carattere strettamente militare, e i momenti culturali. o del tempo · libero. . L'esercito diventa cosl il momento di collaudo dell'individuo ai model– li di vita e di pensiero della società borghese. I continui inviti alla puli– zia personale (capelli corti, scarpe lucide, movimenti sincronizzati) non sono altro che tentativi di far en– trare nella mente dei soldati Il con– cetto di ordine proprio della società autoritaria; un ordine imposto, non scelto liberamente, che nasconde un grande marciume: ruffianeria, prostituzione, ipocrisia e servilismo verso il potere. Tutti questi aspetti -vanno continua- SOLDATO, DIFENDITI (SECONDA PARTE) mente esposti e propagandati fra i soldati (evitate di farlo in presenza di ufficiali) usando tutti gli strumen- • ti che si presenteranno (es. discorsi dei superiori, punizioni o ordina– menfi-.ingiusti, incidenti o malcon– tenti all'interno della· «truppa»), questo perchè sempre più il solda– to possa mettere in mofo quei mec– canismi psicologici, culturali e pra– tici che lo difenderanno dal perico– lo dell'integrazione e èhe gli da– ranno gli strumenti per opporvisi e combatterli. COMPITO DEI COMPAGNI ESTERNI A questo punto no.i riteniamo che non sia possibile lasciare combat– tere la battaglia contro l'esercito dai soli soldati, occorre che nasca– no anche all'esterno delle caserme mom'enti di opposizione alle istitu– zioni militari. Il soldato all'interno cozza continuamente contro i rigi– di regolamenti, non gode nemmeno di quelle parvenze di « democra– zia » che abbiamo noi civili e poi la repressione all'interno è tremenda– mente forte. Comunque anche la lotta esterna . non è senza pericoli, lo testimonia– no la pesante denuncia contro I compagni milanesi che appendeva– no i manifesti « ALL'ESERCITO DEI PADRONI SI RISPONDE SI– GNOR NO » o contro i compagni responsabili di « lotta c.ontinua .. che ospita .la rubrica « Proletari in divisa ». Questo non ci deve impe– dire di continuare in tale dire– zione tenendo anche conto che l'esercito è una struttura estrema– mente forte e importante al conser– vamento dello stato capitalistico– borghese e di questa società. Qua– le deve es.sere il compito di questa lotta esterna? Oltre al compito di far nascere e organizzare un movi– mento antimilitarista deve agi- (continua a pag. 13)
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