RE NUDO - Anno II - n. 4 - aprile 1971
Re Nudo/8 I CRO!l,IACA LOTTE E REPRESSIONI I ■ MILANO Venerdl 5 marzo: Al termine delle manifestazioni indette dal M.S. medio e da Avanguardia Operaia, contro la repressione e la circolare Misasi, una squadra di noti agenti della politica, in borghese, hanno aperta– mente tentato di provocare lo scontro spintonando e sgambettando i compagni isolati che tornavano a casa. Naturalmente questo è avvenuto perché le carogne sapevano che il servizio d'ordine era stato preventi– vamente disarmato fin dall'inizio della manifestazione. ■ PAVIA Giovedì 11 marzo: I caramba perquisiscono la sede di Lotta Continua con il pretesto di cercare una stamperia clandestina; vengono invece sequestrati un ciclostile, trenta manifesti murali e pacchi di volantini. ■ ROMA Sabato 13 marzo: Giornata di lotta per la casa nel quartiere proletario di San Basilio. Un folto corteo composto di donne del quartiere di pro– letari e di compagni studenti ha percorso tutti i lotti della borgata scan– dendo slogans rivoluzionari e riscuotendo ovunque l'adesione della gente. Il corteo era aperto da un grande striscione con sopra scritto « proletari prendiamoci la città » che era portato dai figli giovanissimi dei proletari che hanno organizzato la manifestazione. ■ PAVIA Lunedì 15 marzo: Durante la notte vengono arrestati due compagni di L.C. sorpresi a fare scritte murali contro l'esercito. Sono l'operaio Claudio Pacifico e lo studente Ferruccio Montanari. ■ TORINO 16 marzo: Processo ad un compagno, Valerio Minnella di Bologna, obiet– tore di coscienza. Il tribunale militare si è rifiutato di ascoltare le sue motivazioni, perché politiche, dichiarando inoltre che l'esercito è apolitico! La condanna è stata di tre mesi senza la condizionale. ■ MILANO 22 marzo: Inizia il processo contro i compagni accusati di strage. i giudici sono di destra e di estrema destra, il P.M. è quel Scoppelliti che permise ai e.e. di Bergamo di farla franca non credendo alle deposizioni dei torturati. ■ MILANO 23 marzo: Secondo giorno del processo: 4 anarchici tra il pubblico fanno casino anzitempo e danno il pretesto al giudice di fare sgombrare l'aula. Rimangono fuori perfino i parenti degli imputati. La cretineria non paga. ■ MILANO 24 marzo: Terzo giorno del processo: I compagni imputati si rifiutano di venire denudati per la perquisizione e vengono lasciati in carcere. ■ NAPOLI Continua il lavoro di agitazione del M.S.I. nel Sud. Nei quartieri popolari oratori fascisti improvvisano comizi domenicali in cui criticano qualun– quisticamente il governo per crearsi una base di massa per il colpo di stato. I temi agitati: la mancanza d'acqua corrente, problemi logistici, corruzione, clientelismo. I fascisti usano tutti i pretesti per avere l'ap– poggio di masse esasperate: capoluogo, eventi sportivi, rivendicazioni corporative. Questo i fascisti lo possono fare grazie al vuoto che ha lasciato la politica bastarda dei riformisti di tutte le etichette che hanno fatto del popolo meridionale massa di manovra per la canaglia fascista. ■ ROMA Proprio mentre gli scontri di febbraio a Reggio Calabria stavano per raggiungere il massimo dell'intensità, il radio cronista Luciano Lombardi ha taciuto per tre giorni di seguito. Non si trattava di una negligenza dell'inviato della TV, tutt'altro: i'I suo capo servizio fedele servo demo– cratico gli aveva comunicato personalmente che il governo poneva il veto ai servizi sulla situazione reggina. L'ordine di scuderia era infatti che bisognava raccontare ai pecoroni che a Reggio andava tutto bene, che, la situazione andava normalizzandosi. Lombardi invece nei suoi co– municati registrava fede'lmente il nuovo aggravarsi della situazione. I giornalisti della televisione costituitisi in Comitato hanno tentato di fare valere le ragioni del diritto d'informazione, senza peraltro riuscire ad ottenere alcun risultato. ©r:lf@~ ~~ !!Jlni\ ~~~ o PAVIA. Un soldato in forza alla ca– serma « Rossani » rischia sei anni di carcere per essersi rivoltato ·con– tro l'ingiunzione di un maresciallo. Si tratta del soldato Passeretti, il quale il 10 gennaio scorso, non es– sendosi recato in chiesa, si è sen– tito dire dal maresciallo capo Boz– zolini che doveva o andare a mes– sa o spalare la neve. Il soldato ha reagito dicendo che non accettava questa alternativa. E' stato rinchiu– so in cella di rigore e deferito alla corte marziale dal tenente colon– nello Pasteris che comanda la ca– serma « Rossani ». VARESE. Don Tarcisio Pigionali, ex-cappellano militare delle forze armate fasciste, è il direttore del convitto « De Filippi », una istitu– zione che ospita studenti di diversi Paesi, in particolare africani. Quan– do Giorgio Almirante venne a Va– rese, agli inizi del '70, per inaugu– rare la nuova sede del MSI, don Tarcisio mandò, per salutarlo, una delegazione di studenti somali del « De Filippi ». Il convitto, che ha ricevuto somme cospicue dai mag– giori industriali varesini, risulta a– vere voce in capitolo per quanto riguarda l'assegnazione delle cat– tedre nelle varie scuole varesine. MILANO. I pneumatici bruciati il 7 gennaio scorso nel magazzino « 308-Prodotti finiti » della « Pirel– li » di viale Sarca facevano parte di una commessa destinata agli Stati Uniti ma che non sarebbe mai sta– ta consegnata al cliente perché già contestata. Le misure delle coper– ture andate a fuoco erano infatti diverse da quelle montate sugli ul– timi modelli delle vetture america– ne. Questa notizia è circolata sia tra gli opera idella « Pirelli » sia in altri ambienti, ma non è stata.pub– blicata dalla stampa. PALERMO: L'apparato locale (co– me del resto quello nazionale) del Fronte di Valerio Borghese è rima– sto intatto e dalla Sicilia e dalle Puglie partiranno i nuovi disordini scatenati dai fascisti locali rinfor– zati dagli squadristi volanti. Uno dei temi di mobilitazione di cui si ser– viranno i fascisti per sollevare' la piazza sarà la rivendicazione del 5° centro siderurgico: un tema di carattere popolare che può coin– volgere nella lotta anche vasti stra– ti di proletari. Settecento ufficiali dell'esercito consegnati a domicilio subito dopo la « scoperta » del ten- tato colpo di stato, di cui poi non si sa più nulla i poliziotti che arre– stano quattro disperati e passano la mano al giudice, il ministro degli interni che continua a minimizzare e a deplorare a destra e a sinistra per poi addirittura fare silenzio. Sembra incredibile ma la complici– tà fra le autorità militari, di polizia e della magistratura appoggiate dal governo è talmente evidente che perfino il democraticume non ancora completamente rincoglioni– to s'insospettisce e interpella. In effetti Borghese, nell'intervista rilasciata alla Stampa tre giorni prima del tentato « golpe», aveva chiaramente affermato che il Fron– te aveva organizzato uno stato om– bra, con appoggi dichiarati all'in– terno della magistrj:lturs della poli-. zia, e dei partiti politici anche di governo, oltre naturalmente l'ap– poggio di ufficiali delle varie armi. ROMA: La stampa nazionale « indi– pendente » è concorde nel volere minimizzare il « tentato colpo» cer– cando di dare a bere alla gente che dietro ai burattini esaltati pronti a dare l'assalto al Viminate non ci sia stato nessuno, per molti addi– rittura non c'era manco il MSI di Almirante! Questo atteggiamento generale fa pensare che ormai non più solo i fogli dichiaratamente fi– lofascisti, ma anche i giornali fi– nanziati dal gran capitale vicini alle destre governative, siano pronti a subire una svolfa reazionaria. Pun– tuali come sempre poi i revisioni– sti, che nella loro stupidità storica, invitano Restivo a colpire le orga– nizzazioni fasciste A.N. O.N. F.N. escludendo accuratamente il M.S.I. dalla loro richiesta, accettando cosl implicitamente la tesi dell'esistenza di una «destra extraparlamentare», sganciata dalla destra parlamenta– re. Tesi questa cosl cara a tutti i partiti fautori dell'estremismo di centro che si nutrono e si rinfor– zano inventando opposti estremi– smi. MILANO: un fatto grave che non depone a favore dei compagni del– le « Brigate rosse». I responsabili del gruppo, erano stati avvertiti che investigatori privati li stavano pedi– nando da tempo non si sa per con– to di chi, che alcuni di loro erano stati individuati e che la polizia era stata informata dei loro nomi. No– nostante questo avvertimento que– sti compagni hanno proseguito im– prudentemente nella loro attività. LA RIVOLUZIONE E.' UN 'r~SllRRE, :Z(ONE, LJ/11 AT-ro' DI 'JIOL.H.\"lACor,J CUI UNA CLI\ SSt NE RO\ JE.SC/A L l~A\.TRA *•*~* I
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