RE NUDO - Anno II - n. 4 - aprile 1971

Re Nudo/ 10 vano: « ma questa è la gogna!» Ora all'Enrico prof. avv. Loriga, inten– diamo dare un consiglio. Se dovesse incontrare difficoltà per re– carsi al lavoro a guadagnarsi il panet– tone, c'è sempre l'asinello verso il qua– le garantiamo clemenza. Mentre per l'asino... ! Ed ora due notizie. La direzione ha proletarizzato le macchine dei dirigenti. !rifatti recentemente ha consigliato a tutti i dirigenti della Bicocca di fare uscire dai parcheggi interni i loro pre– ziosi macchinoni e posteggiarli vicino alle scassate utilitarie degli operai, hlngo i vialoni. Come aveva promesso la direzione nel « comunicato a tutti i dirigenti » ecco qui le « opportune misure »I Un'ulterio– re prova del fatto che Il capitale garan– t.isce solo I suol profitti. L,a seconda notizia riguarda « il se– condo della lista», lo spione Palmites– sa, che da un po' di tempo è « caduto in malattia ». Gli auguriamo una pron– ta guarigione. Infine due parole su questioni di fondo. La lotta attiva contro la repressione padronale, intesa come attacco diretto alla struttura personificata del potere, non deve farci dimenticare che il po– tere, oltre che sui suoi servi, si regge anche sulle « cose » e sulla « produ– zione)). \{aie la pena cominciare a riflettere. Per concludere: - Della Torre In fabbrica - Pellegrini a casa Nel frattempo il conto rimane aperto. Per la rivoluzione comunista Brigata Rossa NB.: il « Corriere della sera» cerca di far credere che la macchina abbia su– bito lievi danni. Forse l'avv. prof. Loriga non è dello stesso parere! Brigata Rossa Comunicato n. 5 19-1-1971 Abbiamo rilevato che in questi ultimi giorni Pirelli in occasione del provve– dimento sul taglio della paga ha allen– tato il servizio di vigilanza notturno nel– la fabbrica. Sembra quasi volerci dire: <\ Avanti Brigate Rosse, intervenite!». lf gioco che stanno preparando è mol– to chiaro: aspettano il nostro intervento per poterci costruire sopra i loro spor– chi piani. Quali sono questi piani? - Pirelli vuole chiudere la lotta del contratto con la « mediazione » del mi– nistro, perché cosl può indebolirne I contenuti e far passare il suo « decre– tane» (il sottosegretario Toros è già a Milano per mediare, a Donat-Cattin ti:anno già ordinato di tener pronte le valigie). - I sindacati sperano che noi inter– veniamo in questo momento per poter dire poi che tutto quello che non ab– biamo ottenuto col contratto, e se in– terviene il ministro, la colpa è degli estremisti e non della loro linea po– litica. Però nessuno vuole prendersi aperta– mente questa responsabilità: quindi Il modo migliore per loro è, strumenta– lizzando il « casino » creato dalle azio– ni dei • soliti estremisti », buttarci tut– ta questa responsabilità sulle nostre spalle. Cosl padrone da una parte e sindacati dall'altra vogliono lanciare la caccia agli estremisti « che fanno il gioco del padrone». IV!a una cosa è chiara: se hanno deciso che il ministro deve intervenire, inter– vèrrà in ogni modo, sia che noi lottia– mo o ce ne stiamo buoni. !~fatti è proprio questo che vogliono: intimorirci con le loro minacce per stroncare la nostra capacità di lotta. Cosi il padrone ha tutto lo spazio per sferrare i suoi attacchi. E questi attac– chi ci sono stati! C'è stato Il licenziamento del compa– gno Della Torre (e Il conto non è an– cora chiuso finché non rientra in fab– brica) e da ultimo Il provvedimento che ha colpito la nostra lotta sulla riduzio– ne del punti. Infatti venerdl 15 al compagni di Se- gnanino che fanno la riduzione dei punti sono state tolte 12 ore sulla bu– sta paga. Come dobbiamo rispondere noi a tutto questo? L'unica arma che abbiamo in mano è rendere sempre più incisiva e violenta la lotta: solo questo è il nostro potere. Quindi finché Pirelli non ritirerà il prov– vedimento e non ci restituirà i soldi che ci ha tolto continueremo a colpire in modo sempre più durai e continue– remo a colpire ancora, perché lo sfrut– tamento e l'oppressione non finiscono alla firma di un contratto, e con il riti– ro di qualche provvedimento. Ma una cosa deve essere chiara: sa– remo noi operai a sceglierci i tempi e i modi che riterremo più opportuni per sferrare i nostri colpi. Stiano attenti anche quei sindacalisti reazionari (come Pesce e chi lo mano– vra...) che organizzano il pestaggio di chi tira le lotte. Cosi come colpiamo il padrone, sapre– mo colpire ogni nemico della classe operaia. Il movimento delle Brigate Rosse si sta sviluppando in molte altre fabbriche e in altre città. Presto faremo circolare un bollettino poltico-informativo sulla strategia. e le azioni che le Brigate Rosse hanno sfer– rato contro i padroni e i loro servi. Per la rivoluzione comunista Brigata Rossa Date le difficoltà nel distribuire questi volantini e visto che padrone e sinda– cati si danno un gran da fare per farli sparire, invitiamo tutti i compagni a non tenerseli per sé ma a farli cricolare. Comunicato n. 6 5-2-1971 • Della Torre in fabbbrica • Contratto • Taglio della paga • Mac Mahon Piazza Fontana, Pinelli, Poliziotti che sparano, compagni in galera, Della Tor– re e tanti altri licenziati, squadracce fasciste protette dalla polizia, giudici– politicanti-governanti servi dei padro- ni, ....... Questi sono gli strumenti della violen– za che i padroni riversano contro la classe operaia per spremerla sempre di più. Chiederci di lottare rispettando le leggi dei padroni è come chiederci di tagliar– ci i coglioni! Ma una cosa è certa: Indietro non si torna! Continueremo con forme di lot– ta più avanzate sulla strada già intra– presa: attacco alla produzione, molto danno per il padrone, poca spesa per noi. E su questa strada abbiamo già co– minciato a muovere i primi passi. Lunedl notte 26 gennaio, sulla pista prova-pneumatici di Lainate, tre ca– mion di Pirelli sono bruciati. 20 milioni andati In fumo! Da un punto di vista «tecnico», que– sta azione non è stata eccellente e al– tri cinque camion sono rimasti indenni. Ma sbagliando si impara e la prossima volta sapremo far meglio ... I padroni hanno fatto male i loro conti. L'intensificarsi della loro violenza, non può che far crescere l'intensità del nostro attacco. Fin che non ritireranno il provvedimento e ci restituiranno I soldi che ci hanno rubato, i loro conti certamente non torneranno... A Milano, a 'Roma, a Trento, a Reg·gio Calabria i padroni adoperano polizia e fascisti armati. Cortei, ordini del giorno, solidarietà e petizioni varie, possono solo portarci alla sconfitta. Abbiamo iniziato a colpire persone e « cose ». Un porco del padrone, Pelle– grini, lo abbiamo costretto a licenziar– si. Qualche altro porco giustamente si caga addosso. Deve essere ben chiaro: continueremo su questa strada I Perché anche Mac Mahon? Il padrone che ci spreme in fabbrica è lo stesso padrone che ci aumenta il costo della vita, che non ci permette di avere una casa decente se non ru– bandoci quei pochi soldi che gli strap- piamo con dure lotte. Quelle famiglie costrette a occupare le case in via Mac Mahon, già pagate coi loro contributi, lo hanno fatto per to– gliere loro ed i loro figli dalle baracche mal sane dei famigerati « centri sfrat– tati». Il padrone gli ha risposto trattandoli con la violenza dei manganelli e dei lacrimogeni della polizia. A Lainate è stato colpito lo stesso padrone che ci sfrutta in fabbrica e ci rende la vita insopportabile fuori. Chi sono i provocatori? Provocatori sono sempre i padroni. Provocatore è Leopoldo Pirelli, via Bor– gonuovo n. 18, Tel. 651421 - MIiano, il quale illudendosi di stroncare il movi– mento di lotta che colpisce con sem- pre maggior forza il suo potere ha dato fuoco ai magazzini di Bicocca e Set– timo Torinese. Egli spera così di prendere due pic– cioni con una fava: stroncare il movi– mento di lotta addossandogli respon– sabilità che non ha e farsi ripagare dall'assicurazione nuovi capannoni. La provocazione è un arma che i pa– droni nòn smetteranno mai di usare. Ma non si illudano i padroni e i loro « Utili Idioti », perché la classe operaia sa ormai distinguere chiaramente tra la giusta violenza del proletariato in lotta e la ottusa violenza criminale dei padroni I Per la rivoluzione comunista. Brigata Rossa WEATHER UNDERGROUND: crUSCIAMO ALLA LUCE DEL SOLE E UNIAMOCI ALLE MASSE11 Questo comunicato non accompa– gna la notizia di un attentato o di una azione specifica. Noi vogliamo parlare al movimento di massa non come dirigenti militari ma come tribù a consiglio. Sono passati no– ve mesi dall'esplosione nella casa di New York. In questi mesi il fu– turo della nostra rivoluzione è de– cisamente cambiato. Una sempre più numerosa organizzazione di giovani, donne e uomini, può vive– re e lottare e amare all'interno di Babilonia (gli Stati Uniti). L'FBI non non può catturarci: abbiamo perfo– rato la loro celebrata corazza (l'FBI aveva scatenato una campagna na– zionale di ricerca dei Weatherman, alcuni dirigenti erano sulla lista dei « 10 più ricercati»; quasi nessuno era stato preso). Ma l'esplosione nella casa di New York ha distrut– to per sempre la nostra convinzio– ne che la lotta armata è l'unica ve– ra forma di lotta rivoluzionaria. E' tempo che il movimento esca all'aria aperta, per fare lavoro or– ganizzativo, per lanciare, anche ri– schiando, raduni e manifestazioni di massa, per convincere tutti che le azioni di massa contro la guer– ra e in appoggio alle rivolte (in America) servono a cambiare le cose. Soltanto se si agirà aperta– mente, denunciando Nixon, Agnew e Mitchell, scendendo tra tutti i giovani nostri fratelli e sorelle con la nostra forza numerica e l'espe– rienza che abbiamo acuisita, sol– tanto così si potrà sconfiggere la paura degli studenti a Kent State (l'università dell'Ohio dove nel maggio del '70 la Guardia Nazio– nale aveva ucciso quattro studenti; ne era seguita una violenta repres– sione -- 'Kent State è in pratica tuttora presidiata in permanenza), la diffusione delle droghe pesanti nei quartieri poveri di New York (la campagna delle cosidette auto– rità, giornali ecc. contro l'innocua marijuana è stata accompagnata dallo scatenarsi, stranamente « tol– lerato», de/e operazioni mafiose di smercio su larga scala di sca– denti derivati oppiacei e di altre porcherie: le« droghe pesanti» ap– punto, contro le quali l'intero mo– vimento di lotta americano sta con– ducendo una durissima campagna all'insegna della parola d'ordine « Droghe più capitalismo uguale genocidio»), e il silenzio dell'intera nazione di fronte alla ripresa dei bombardamenti sul Vietnam del Nord. di BERNARDINE DOHRN La morte dei tre amici ha posto fine al nostro modo di concepire in termini militari la nostra azione. Ci sono volute settimane di discus– sioni interne, tra noi, per riscoprire le nostre radici, per ricordarci una volta ancora come abbiamo sco– perto le possibilità rivoluzionarie: rifiutando la scuola, i ruoli, i rap– porti disumani per i quali venivamo « educati ». Siamo ritornati là dove avevamo cominciato: vivendo in gruppi di amici, dove avevamo an– che scoperto che questa rivoluzio– ne poteva lasciare intatta la condi– zione di schiavitù delle donne se le donne, unite, non lottavano per cambiare, per mettere fine a que– sta condizione. ... Ci eravamo riuniti sulla base di una comune militanza di giovani bianchi decisi a respingere il raz– zismo e lo sfruttamento del Terzo Mondo da parte degli USA. Erava– mo anche tutti concordi sulla ne– cessità di costruire una rete clan– destina, ed è per questo che riu– scimmo a scomparire, l'intera or– ganizzazione, nello spazio di poche ore dopo l'esplosione di New York. Ma era chiaro che. nella linea da noi seguita gli errori non erano li– mitati all'inesperienza tecnica (in– stallare sempre un interruttore di sicurezza e una lampadina per se– gnalare i corti circuiti). C'era di più ... ... Due settimane prima dell'esplo– sione di New York, quattro mem– bri del gruppo avevano compiuto un attentato con bombe incendia– rie contro la casa del giudice Mur– tagh, come azione di appoggio alle 21 Pantere di New York il cui pro– cesso stava per cominciare (que– sto processo, tuttora in corso, è una delle più grosse e pericolose montature giudiziarie contro le Pantere Nere). Per molti questa era stata un'ottima azione. All'interno del gruppo invece si era comincia– to a pensare che l'azione non ave– va in fondo recato un vero danno materiale ai porci, e che quindi non era stata importante. Così do– po un paio di settimane il gruppo era passato dall'uso di bombe in– cendiarie all'uso di bombe anti– uomo. Alla fine, pensavano e agivano co– me se solo quelli che muoiono fos– sero i veri rivoluzionari. Molti era– no stati convinti a forza di discus– sioni a fare cose di cui non erano convinti, molti non avevano dor– mito per notti intere. I rapporti per-

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