RE NUDO - Anno II - n. 3 - marzo 1971

Inserto speciale SI_MA• Re Nudo/ 11 « QUALCOSA STA ACCADENDO, MA LEI NON SA CHE COSA, VERO SIGNOR JONES? » (Bob Dylan) I T A l I A MONDO 1967 BEAT FLOWER POWER 1967 POWE'.R UNDERGROUND 1968 1968 STUDENT o 1969 CENTINAIA 01 ARRESTI PER DROGA PARADJSO 01 AMSTERDAM 1969 1970 SIMA WOODSTOCK NATION 1970 - SIMAt della, é nato mente) quando la si é fissata NUOVA REALTÀ un attimo nella ( Woodstok, coscienza di l'esplosione qualcuno. Due annunci su un quotidiano milianese, circa mille lettere di risposta, due manifesti murali e decine di adesioni e aiuti da parte di medici, av– vocati, studiosi. Questo è il primo bilancio dei risultati ottenuti dopo dieci mesi di oscuro e difficile lavoro di ricerca dei membri di SIMA. «E' il primo tentativo realizzato in Italia di servizio alternativo con qualche analogia con le associazioni inglesi e americane tipo .BIT e RELEASE». « PERCHE' E' NATO SIMA », chie– do. « Nel 1967 alcuni movimenti di rot– tura come Onda Verde e Mondo Beat stavano esaurendosi perché avevano consumato la loro funzio– ne iniziale. D'altra parte molti gio– vani sentivano ancora quei proble– mi che i beat ponevano in risalto con il loro modo di vivere. Nel '68 poi, il movimento studente– sco ha maturato politicamente e ideologicamente una parte della te– matica che tali gruppi ponevano all'inizio, ma tralasciando, anzi rin– negando aspetti essenziali che gli hippy. continuavano a porre. Innan– zitutto il fenomeno di milioni di « cittadini dell'Occidente » che sco– prono sostanze psichedeliche inu– tilizzate dalla loro cultura. «GIOE' IL PROBLEMA DELLA DRO– GA?» ... Dicevo fenomeno: è un fe– nomeno morale, spirituale, una scelta: ma non è solo individuale, privato: è un fenomeno storico. E' fuori dalla storia chi lo interpreta come fenomeno di consumismo: le motivazioni iniziali potranno anche essere cosumistiche, ma non inte– ressano. Interessa perché si con– tinua. Interessa la qualità dell'espe– rienza e come riesce a informare la vita delle persone. Il fenomeno è storico perché le esperienze con quelle sostanze, i suggerimenti, le idee, le intuizioni, i conflitti, i dram– mi, che nascono da quelle espe– rienze ENTRANO più o meno con– sciamente nella vita individuale e sociale, di tutti i giorni, delle per– sone che hanno cominciato il viag– gio nello spazio interno. Questa "entrata", che è fondamentale, la abbiamo vista intuita in 4 anni e migliaia di articoli su "droga" forse solo in 3 articoli: Maria Livia Serini sull'Espresso nel '68, Angelo Greco su Men nel '68, Chiara Valentini su Panorama nel '70. La cosa è di difficile comprensione, dato che a livello "culturale" que– ste cose si sapevano da tempo. Ma forse in Italia la cultura non ha perso tempo a leggere certe cose perché fin dal principio non inte– ressavano. Forse perché la cultura b1ot e no era condizionata da una certa im– magine a cui era arrivata analiz– zando i "beats" in un certo modo. Però sono cose che interessano milioni di persone, anche in Italia. Guardate la nuova realtà. SIMA è nata quando alcuni di noi hanno percepito l'esistenza di questa nuo– va realtà e dei problemi che si venivano a creare. Da un punto di vista cronologico, l'idea è nata nel '67, l'associazione nel '68, e l'attività pubblica nel '70 con una relazione (aprile) ». « MA VOI CHI SIETE?» « C'è un modo forse interessante di rispondere a questa domanda assurda (per noi). Se una persona normale, uno "square", volesse co– minciare a capire qualcosa del fe– nomeno "droga", dovrebbe met– tersi come uno studente a leggersi alcune centinaia di libri e alcune migliaia di articoli, spesso prove– nienti da discipline e culture che lui non conosce. Anche a questo punto dubito che basterebbe. Gli mancherebbe quella esperienza "dal di dentro" necessaria a fargli capire quello che legge». « GIOE' L'ESPERIENZA DELLA DROGA?» Non precisamente e non necessa– riamente. Basterebbe che per mol– to tempo fosse vissuto - non da turista o da spettatore, ma per scopi suoi, autentici - a contatto con la « cultura della droga», cioè con la musica, con le persone, con le vibrazioni, coi linguaggi, con gli ambienti, con le sequenze di un certo mondo (Non quello della dol– ce vita!) Essere vissuto a lbiza, Am– sterdam, Katmandu, Brera, St. Ger– main, o nell'altra Londra, quella che i turisti italiani non vedono per– ché per vederla devono averla un po' dentro. Aver condiviso parole, stanchezze, silenzi, vita con ragaz– zi e ragazze australiani, jugoslavi, spagnoli, giapponesi, afghani, nor– vegesi... In SIMA ci sono persone cosi e ci sono persone che hanno letto e studiato le centinaia di libri e le migliaia di articoli. Forse (per la conoscenza) è più importante la prima cosa, ma la seconda è, per un'azione pubblica, almeno indi- spensabile. L'intreccio delle due costituisce la « cultura SIMA », cioè le conoscenze scientifiche e vissu– te di cui i membri di SIMA si sono arricchiti e permeati a vicenda. Il nostro sforzo sarà per ora appro– fondire comunicare e utilizzare queste conoscenze. « COME PENSATE DI UTILIZZARE LE VOSTRE CONOSCENZE? » La cosa potrebbe essere utile al– l'opinione pubblica, ai gruppi di pressione e ai gruppi « politici » in modo che possano prendere deci– sioni consapevoli e non awentu– rose. Il « barcone dei sogni», la faccenda di Roma, marzo, del Te– vere che fumava, ha fatto esplo– dere per la prima volta in Italia i mass-media sulla droga e messo in moto le autorità, ha popolariz– zato la droga per la prima volta. Il risultato è stato abbastanza ne– vrotico e squallido, e direi anche triste, con una caccia al colpevole, alle responsabilità. Pensiamo che non ci siano respon– sabilità se non c'è consapevolezza: secondo noi il « barcone» doveva essere un'occasione per tutti per accorgersi che questa consapevo– lezza manca. Il barcone doveva ser– vire a rimettere tutto in discussio– ne, tutti i nostri stereotipi (evasione vizio patologia contestazione ...) In– vece si sono cominciati dei dibat– titi senza farli precedere dal si– lenzio, dal pensiero, dalla ricerca, o perlomeno dalla metodologia. Ci si è parlato addosso con una lo– gorrea infettiva. Si sono esclusi dal discorso i diretti interessati. « Ma forse, se per muoversi cor– rettamente (dal punto di vista occi– dentale) era sufficiente usare i me– todi scientifici e le scienze umane, c'erano però alcune convir;izi9ni solidamente radicate nella nostra cultura che rendevano difficile muoversi correttamente per -capire la realtà del fenomeno: che in– consciamente, oscuramente veniva percepito come un sintomo perico– loso per la cultura occidentale. Forse qualcuno sogghigna: lo stes– so spirito che in un mondo che aveva seppellito la coscienza si era fatto vivo perlopiù nella solitudine di individui decretati come matti, o come artisti, o anagraficamente bambini, o stranieri o selvaggi. 1970: l'anno di Dioniso, aveva detto lo Spiegel chiudendo un servizio di una ventina di pagine sulle dro– ghe. . . . ....... . « PERGHE' AVETE SCELTO DI OC– CUPARVI DI DROGA?» Approfondire una realtà, modifica– re degli stereotipi e organizzare praticamente un modo alternativo, sperimentando anche idee di avan– guardia. Facciamo questo per una parte (della società) per imparare a farlo per il tutto. « SOLTANTO PER QUESTO?» « Non sarebbe poco. Ma è vero. C'è altro. Alcune droghe - la ma– rihuana canapa indiana e gli allu– cinogeni - sono troppo importanti per le culture giovanili e per le avanguardie di tutto il mondo. An– che settori di gente e di giovani che non usano droghe cominciano ad essere influenzati da pensieri, creazioni modi di vivere in origine nati (almeno per l'Occidente mo– derno) in culture psichedeliche: musica, figurazione artistica, de– condizionamento, diminuito, interes– se per la cultura di apprendimento verbale e in genere per le culture "mentali" o razionaliste, filosofia dell'esperienza vissuta come mo– do di apprendimento, interesse per la comunicazione non verbale, ac– cento sull'interpersonale, comuni, riscoperta della natura, ecologia, comuni agricole, riscoperta del ma– gico, filosofia della coscienza, viag– gio nello spazio interno, riscoperta del sacro e del "terribile", esplo– sione dell'immaginario, religioni della visione, oriente come guida e spiegazione della realtà, il clas– sico conflitto tra "restare là" e la– vorare nel mondo, ecc. ecc. ». « IN QUESTI PROGETTI DI LAVO– RO STORICO A LUNGA SCADEN– ZA CHE COSA VI UNISCE? » « Sarebbe un lungo discorso. Pre– ferisco accennare soltanto a una divergenza emersa nel gruppo. Il grosso dibattito è fra l'immagine di una nuova realtà che affascina il mondo e che sta erodendo l'attuale cultura che si awia farsescamente a riposare dopo la sua supergiran– dola di informazioni, giochi casini e l'idea che questa erosione e ri– scoperta possa awenire in modi diversi che dipendono da come qualcuno inventerà dei programmi e delle immagini per la nuova cul– tura. Ma forse questo sarà anche il dilemma nuovo del nostro tem– po». (') Questo testo è costituito da brani tratti da un'Intervista a SIMA di pros– sima pubblicazione.

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